di Alfredo Bruno
Massimiliano Buccheri, 24 anni, ha un soprannome che per certi versi non gli si addice, perché “Boom Boom” è un po’ la configurazione di una sorta di kamikaze pugilistico e la cosa stona considerando il suo modo di combattere. Per lui, che si allena nella Talenti Boxe, si prepara un futuro di fuoco che inizia il 27 a Palestrina di nuovo contro il francese Profichet per arrivare al famoso 9 maggio, ventilato dalla sigla BBT come evento dell’anno, in cui dovrebbe affrontare per la finale di Coppa Italia dei supermedi Giuseppe Brischetto, un siciliano dal sinistro soporifero.
Il giovane, di origini abruzzesi, è nato pugilisticamente nella Casalbruciato dove allenano Fabio Ceccardi e Cesare Rossi.“Ci ero andato quando avevo 16 anni, così per gioco, per provare. Lì c’era mio fratello che consideravo un mito”.
Un mito strano visto che perdeva…
“Perdeva,perché non si allenava”.
Quanti match hai disputato da dilettante?
“Ne ho fatti 42 e ne ho persi 6. Considera che sono entrato come superleggero e sono arrivato a combattere anche tra i massimi leggeri”.
Qual’ è stato l’avversario più difficile?
“E ‘ stato Kolaj che ho incontrato per la finale del Guanto d’Oro a Colleferro. Per due riprese l’ho stoppato bene, poi sono calato, anche perché è uno che picchia come un fabbro e va sempre sotto”.
Buccheri non nasconde un po’ di strafottenza nell’allenamento mirato, ma sembra voler cambiare idea visto che…
“La boxe è diventata la mia professione. Prima stavo nel ramo vendita macchine”.
Da professionista l’avversario più difficile?
“E’ stato proprio l’ultimo, il francese Jonathan Profichet. Mi sono allenato poco perché lo ritenevo un match facile e invece per vincere ho sofferto. E proprio da questo match ho dato una svolta alla mia vita, piantando ben bene i piedi a terra, e ho capito che se non mi alleno diventa tutto più difficile” .
Come ti definisci?
“Io cerco di leggere il match. Se ho un avversario forte alla corta distanza cerco d’impostare il match sulla rimessa. Diciamo che so capire la tattica da adottare. Io sono stato impostato fin dai primi passi a colpire di rimessa e questo ha un po’ influito sul mio modo di combattere. Qui alla Talenti ho cambiato il tipo di allenamento alla ricerca anche di una maggiore efficacia nei colpi”.
Hai degli hobbies?
“ Oltre al pugilato mi piace giocare a pallone. Ogni tanto disputo qualche partita con la Nazionale dei pugili che gioca per beneficienza. Logicamente la passione numero uno è la Roma,che seguo dappertutto anche all’estero”.