LURAGO D’ERBA, 16. 03. 2013 – (Al. Br.) – Giancarlo Garbelli si è spento nella sua residenza a Lurago d’Erba. Scompare, così , all’età di 81 anni quello che fu senz’altro uno dei più grandi campioni che ha fatto la storia del nostro sport. Uno spirito estroverso e indomabile, capace di grandi imprese, protagonista anche di match deludenti, comprensibili per buona parte per una sua particolare sensibilità nei riguardi di avversari in difficoltà, tanto che i suoi sempre più numerosi tifosi lo timbrarono con il soprannome di “scrupoli”. Inquieto e geniale aveva radicata anche una vena artistica che trasmetteva coi suoi quadri, che ebbero un discreto successo. Si affermò pure come pranoterapeuta, una cosa, questa, che diede l’occasione di invitarlo al Maurizio Costanzo Show insieme ad un altro grande campione, Sandro Mazzinghi. Quella sera Garbelli rubò la scena al suo compagno di trasmissione, cosa non facile conoscendo la vena polemica dell’avversario di Nino Benvenuti. Il pubblico del Teatro Parioli, rimase affascinato da questo signore con una barba ispida, sale e pepe, per l’età ormai da pensionato. Davanti alla gente apparve un uomo lucido, riflessivo, dotato di buon senso, che elencò i suoi errori nella vita, ma dichiarò il suo amore per uno sport che gli insegnò il coraggio e la forza di non mollare mai. Per la boxe, che all’epoca non viaggiava in buone acque, fu un bello spot. Se poi andiamo a stringere anche la sua esistenza pugilistica fu un controsenso: inizio da peso leggero, campione italiano da peso welter e fine carriera da medio.
Nel mondo del pugilato entrò giovanissimo. Il padre si chiamava Cesare e fu un ottimo pugile. Segno che una particella del DNA l’aveva trasmessa al figlio. 120 incontri da dilettante furono il preludio per il suo esordio nel professionismo che avvenne il 7 dicembre del 1952 a Milano contro Luciano Giusti. Si vide subito che il giovane aveva stoffa con un modo di combattere spericolato e spettacolare. Ci vuole un Ernesto Formenti in grande forma per fermare l’ascesa di questo giovane scalpitante. Formenti è un intoppo passeggero perché Garbelli continua a mietere successi su successi dove fa spicco la vittoria su Bruno Visintin, un mostro di tecnica e di bravura. Duilio Loi che allora era campione d’Europa avrebbe fatto volentieri a meno di affrontare questo giovane imprevedibile, pugilisticamente parlando, e indomabile, ma il pubblico milanese reclamava a gran voce questo match fra due suoi beniamini e alla fine si fece e fu organizzato in breve tempo. Garbelli la sera del 2 luglio del 1957 non si presentò sul ring milanese nelle migliori condizioni, aveva faticato non poco per rientrare nei limiti di peso, ma nonostante ciò rese dura la vita al campione per tutte e 15 le riprese; i due dopo il match rimarranno fraternamente amici, così pure con Bruno Visintin, con il quale formarono all’epoca un trittico invidiato da tutto il mondo.
Garbelli tentò la fortuna in America, logicamente da peso welter. Fu una tournèe alterna come risultati con una sconfitta per ferita ad opera di Charley Tomstone Smith, pugile dalla potenza micidiale, con il quale si prenderà la sua bella rivincita a Milano. Nel 1957 conquistò il titolo italiano battendo per squalifica il detentore Umberto Vernaglione. Titolo che tenne per circa un anno, fino a quando fu sconfitto da Bruno Visintin, che così si prese la rivincita. Sembra impossibile, ma anche questa sconfitta, come in precedenza quella con Loi, fu il preludio per il passaggio di categoria. Nei medi Garbelli regalava qualcosa agli avversari, ma questo non gli impedì di compiere alcune imprese eccezionali grazie alla sua tempra e soprattutto grazie al suo coraggio. Pareggiare e poi superare un soggetto come Ted Wright non era cosa da poco. 
Il suo capolavoro è datato 26 dicembre 1960 dentro lo scenario del Palazzo dello Sport di Milano. Sul ring contro di lui c’era Laszlo Papp, l’ungherese che aveva vinto tre Olimpiadi di fila. Papp, che all’epoca aveva 34 anni, aveva avuto una deroga speciale per passare professionista, era reduce da una serie positiva di 11 incontri con un solo pareggio ottenuto contro il francese Germinal Ballarin, ma in quell’occasione il gitano aveva combattuto con una mano sola. Era già, dopo pochi incontri, sfidante ufficiale di Gustav Scholz in Europa. Stiamo parlando di uno dei più forti picchiatori della storia della boxe con un inconfondibile stile, lui mancino, con i guantoni all’altezza del viso e ondeggiante sul tronco. Ogni colpo era studiato per abbattere l’avversario.
Garbelli grazie ad un fisico ancora integro e all’abilità con cui accompagnava i colpi dell’avversario era uscito indenne dopo le prime 6 riprese incassando anche mazzate senza aver dato mai l’impressione di accusare. Ma proprio dalla sesta ripresa il milanese decideva di battersela alla pari con il temibile avversario, vincendo tra l’altro la nona ripresa. Alla decima ripresa le sorti del match erano favorevoli all’ungherese. Garbelli si scagliò su Papp come una furia costringendolo alle corde e tempestandolo di colpi. Era il suono del gong a salvare il suo avversario, ma la sua smorfia di sofferenza era tutto un programma. Arbitro era lo svizzero Bobby Seidel, che non se la sentì di assegnare la vittoria,come era giusto all’ungherese, ma alzò le braccia dei due atleti decretando il pareggio alla presenza di un pubblico entusiasta. Anche in questa occasione prevalse il “cuore d’oro” di Garbelli che forse avrebbe potuto abbattere con un colpo in più quel monumento e invece gli diede la possibilità di terminare in piedi.
Quell’incredibile match per certi versi fu il canto del cigno di Giancarlo Garbelli che si ritirerà pochi anni dopo; mentre il suo grande avversario conquisterà il titolo europeo dei medi, lasciato vacante da Scholz, ma non avrà l’opportunità di battersi per il mondiale a quell’epoca detenuto da Gene Fullmer, infatti il “Mormone dell’Utah” si guarderà molto bene dall’affrontare una simile “polveriera”, come era definito all’epoca Laszlo Papp, che tra l’altro era osteggiato anche dalla sua nazione che non vedeva di buon occhio il professionismo.
Garbelli combattè ancora fino al 1963 con buoni risultati e rendendo la vita dura a pugili che andavano per la maggiore. Non rifiutava mai un avversario, semmai poteva succedere il contrario. L’ultimo match lo disputò contro Yolande Leveque, campione francese, e fu una sofferenza tremenda, anche se il milanese restò in piedi e non diede all’avversario la soddisfazione di una vittoria prima del limite. Per la verità Garbelli dieci anni dopo tornerà ancora sul ring. Il match durò appena due round e Garbelli fu rimandato all’angolo per una ferita, parlando in gergo non aveva più il fisico.
La sua vita fuori dal ring fu ugualmente dura. Non c’era pace per quel “ragazzino” che nel 1943 fuggì dal Collegio sotto i bombardamenti. La cronaca si occupò di lui non sempre positivamente. Ma dopo ogni crollo c’era la risalita, che sembrava rinforzare il suo carattere indomabile. Mestieri tanti, traversie tante, difficile scovare la tranquillità in quest’uomo che a più riprese si dimostrò geniale anche fuori del ring. Non versava in condizioni economiche floride, ma per le sue imprese gli venne riconosciuto nel 2008 il vitalizio “Giulio Onesti” che gli ha permesso di vivere con dignità gli ultimi anni.

Di Alfredo

3 pensiero su “La scomparsa di Giancarlo Garbelli”
  1. Io sono di Milano ed ero ragazzino quando combatteva Garbelli. La gente parlava sempre di questo pugile, parlava di Formenti, Loi,Visintin,Campari,Marconi. Tutti pesi leggeri formidabili.Leggendo l’articolo e unendolo all’intervento della signora Gianna, mi hanno fatto rivivere questo grande campione. Oggi purtroppo non esistono pugili di questa tempra. Un vero peccato. Sono contento anche del riconoscimento all’ International Boxing Hall of Fame, veramente meritato.

  2. Gentile Gianna essendo lei la figlia senz’altro ne sa più di me e su questo non discuto, anzi approfitto per farle le più sentite condoglianze. L’articolo logicamente è fatto con documentazione in mio possesso (Boxe Ring-Corriere della Sera-Gazzetta dello Sport ecc.), ho visto qualche filmato di suo padre che tra l’altro era uno dei miei beniamini insieme a Mitri, Loi e tanti altri della sua epoca d’oro. Ma una cosa io l’ho vissuta de visu, come si suol dire: e fu la serata al Costanzo Show in cui era presente anche Mazzinghi.Il biglietto per andare al Parioli lo ebbi da un amica al giornale dove lavoravo, che curava l’Ufficio Stampa di Maurizio Costanzo (parliamo di circa una ventina d’anni e forse più). Quella sera ero presente e suo padre mi incantò e incantò tutti.

    Rileggendo la sua lettera ho capito dove sta principalmente il mio errore. Era una mia convinzione, purtroppo errata, per cui provvedo a cancellarla.

  3. l’Alfredo Bruno deve essere prossimo al Parkinson per scrivere ciò che non sa e non ha letto da nessuna parte, questo è il comunicato da me scritto – in 4 lingue- IL 16 MARZO SCORSO e diramato per l’Italia da l’ ANSA. Un SECONDO DOPO ERA SULLA MIA PAGINA FACE BOOK e ci accedi diventando seguace…http://www.facebook.com/GiannaGarbelli

    ADDIO PAPA’ GRANDE CAMPIONE GIANCARLO “IL FIGHTER D’ITALIA” GARBELLI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ DELLO SPORT.
    Oggi 16 marzo, h. 12:13 si è spento mio padre Giancarlo Garbelli nella sua casa in Brianza a Lurago D’Erba, circondato da tutti noi suoi cinque figli, Carlo, io Gianna, Alberto, Caterina e Gabriele e la seconda moglie Mirka. Un tumore al fegato l’ha consumato in tre settimane.
    Nato a Milano 4 ottobre 1931. Grande Campione senza Corona.
    Io che il pugilato l’ho masticato sin da bambina, non mi è difficile confermare che è stato il più coraggioso, il più temuto, il più brillante, il più generoso, intelligente, impavido campione di pugilato che l’Italia abbia mai avuto. Hai entusiasmato l’Italia dei migliori anni della boxe del dopoguerra dal 1952-1963 striminzito nei pesi leggeri, naturale peso welter e poi un po’ più comodo, peso medio.
    Il tuo record di 99 match (26 KO) 72 vinti-11-pari MAI a KO! Il record, per quanto può essere importante nella nobile arte, dove conta davvero tanto la storia, significa solo una cosa incredibile, in undici anni hai combattuto nei migliori ring almeno una volta al mese, 10, 12, 15 rounds! tu li hai sfidati tutti, da valoroso, intrepido, rapido, potente, tutti dall’inizio alla fine.
    Tra le tue tante riflessioni: “gli uomini quando sono buoni sono feroci. Quelli che fanno i duri non valgono niente”
    Del tuo coraggio dicevi: Il Coraggio non nasce dalla Paura, ma dalla Fede! Crederci.
    Sei stato anche profetico:”..una Nazione che non riconosce il Sacrificio del Pugilato…è una Nazione in decadenza….!

    International Boxing Hall of Fame, Pantheon Internazionale delle Celebrità della Boxe a Canastota New York mi ha scritto solo ieri, guarda a volte il tempismo del destino, che sarai celebrato nel Museo che raccoglie i grandi campioni di tutto il mondo, grazie papà per aver scolpito il tuo nome nella storia del Pugilato Mondiale. Ora sei consacrato Patrimonio dell’Umanità dello Sport.
    Che orgoglio per noi tuoi figli, che orgoglio per l’Italia da te tanto amata dicevi: “Italia io muoio se serve, per te.“ Grazie papà, ©Gianna Garbelli

    <<<La casa di papà Giancarlo Garbelli domani domenica e lunedì mattina è aperta per tutti coloro che vogliono dargli l’ultimo saluto, al suo indirizzo: Via Manzoni, 3 Lurago D’Erba- Inverigo (Como)
    La cerimonia funebre si svolgerà lunedì prossimo 18 Marzo ore 14:00 a Lurago D’Erba- Inverigo (Como) c/o Chiesa Santo Evangelista nello stesso Comune di Lurago D’Erba.

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