“Spazio” ad Alina che di talento ne ha da vendere!

di Michela Pellegrini

alina_d9at16961.JPGL’età non conta quando si è alla ricerca del proprio “spazio”, doti naturali permettendo. Vi ricordate la 53° Edizione del Festival di Sanremo? Correva l’anno 2003 e, nell’Ariston consacrato a Pippo Baudo, una dodicenne, la più giovane cantante di tutti i tempi in gara, dalla voce melodica e potente, ha scalato la vetta delle classifiche aggiudicandosi con il brano “Un piccolo Amore” il 2° posto. Una valanga di critiche moraliste fino allo stop voluto e ufficializzato dal mondo musicale: ma per l’età o… per il successo? Ai posteri l’ardua sentenza e a noi il piacere di conoscere un talento vero e, soprattutto, italiano, un misto di grinta e capacità artistica che, dopo quattro anni, torna ad emozionare e incantare con la forza delle proprie idee. Ed il tempo, se ben speso, dà i suoi frutti. Dal primo album intitolato “Il Mondo di Alina”, prodotto dalla Sony Music, passando per il piccolo schermo, ma da attrice nella fiction televisiva di Raitre “Un Posto al Sole”, fino all’incontro nel 2006 con un team di produzione musicale italiano che risiede a Los Angeles, autore di produzioni internazionali del calibro di Pink, Hillary Duff, Gwen Stefany e Backstreet Boys. Marco De Antoniis della Flender Entertainment, suo manager, del resto, ha sempre creduto nella giovane cantante di Blera. Una piccola realtà alla portata di tutto il mondo: come? Attraverso il Web. Questo il segreto de “Il Mio Spazio”, il nuovo singolo multimediale nato tra Roma e Los Angeles, grazie all’innovativo metodo di scambio files basato sulla nota funzionalità delle recenti tecnologie di rete e sulla qualità degli strumenti musicali di ultima generazione E dalla creatività più emancipata, operativa on line 24 ore su 24, grazie alla differenza di fuso orario, l’ultima performance della giovane artista, autori Francesco Stacchini e Marco Marinotti dall’Italia e Simone Stello e Fabio Angelini dagli Stati Uniti. Tutto in nome della musica, la grande passione di Alina…
“Iniziata casualmente. Mia madre mi registrava quando cantavo dentro casa a soli tre anni. A sei ho iniziato a fare concorsi di canto e a otto ho deciso di studiarlo seriamente. Ho iniziato a suonare anche il sax – è proprio vero che l’età non conta -, uno strumento particolare che mi ha sempre affascinato, quando il mio maestro di musica mi ha proposto di entrare nella banda del paese. L’ho scelto perchè… guardavo i Simpson ed Elisa Simpson lo suonava! E poi cantavo le canzoni americane, come quelle di Witney Houston e Mariah Carey, dove il sax veniva usato. In realtà avrei voluto suonare il sax contralto, che è quello ricurvo, ma le mie mani non ci arrivavano perché erano troppo piccole. Quindi, ho dovuto suonare quello soprano, che è diritto”.
alinacolore.JPG Dalla banda di Blera a Sanremo. Impressioni, a freddo, sul Festival?
“E’ stata un’esperienza che senza dubbio rifarei e che, contrariamente a quello che si diceva, non ha causato alcun problema alla mia adolescenza. L’ho vissuta come può viverla una qualsiasi ragazza: come un un gioco, un gioco inconsapevole. Se dovessi ritornare, però, penso che ora non la vivrei con la stessa tranquillità!”.
E il “dopo Alina”… altro che “dopo Festival”! Immediato alzamento dell’età a 16 anni per i partecipanti. Cosa ne pensi?
“Lo trovo un po’ insignificante. Credo che una persona, se vuole cantare, può farlo a qualsiasi età. L’importante è non montarsi la testa. Un’opportunità, del resto, non dovrebbe essere negata a nessuno”.
Soprattutto se si è alla ricerca del proprio spazio. Alina l’ha trovato nella sua nuova ballad pop rock che è autobiografica ma fino a che punto?
“Il brano si è ispirato a myspace, lo spazio virtuale che oggi hanno moltissimi artisti in tutto il mondo. In questo spazio puoi scambiare canzoni o opinioni musicali, facendo molte amicizie. Il testo de “Il Mio Spazio”, che ho scritto insieme ai miei musicisti che stanno a Los Angeles, esprime la libertà di ogni ragazzo, quella di crescere comunicando attraverso le proprie idee”.
Suoni, canti e scrivi i testi delle canzoni… Qualche fonte d’ispirazione particolare?
“Le vicende quotidiane e i temi dell’adolescenza. Poi ci sono i cantanti. Tra quelli italiani ammiro molto Laura Pausini, per aver portato la musica italiana all’estero. Mi piacciono anche Elisa, per come scrive, e Nek, per il genere, e, di stranieri, i Pink, i Cranberries… Adoro la voce di Dolores!”.
Nel pop rock moderno hai trovato, a dodici anni, la tua dimensione artistica, almeno per ora…
“E’ tutta una questione di evoluzione personale. A dodici anni non puoi avere già un indirizzo musicale ben preciso. Il mio primo CD era una composizione di diversi stili. C’era la canzone sanremese e quella meno melodica e più movimentata. Adesso mi sto avviando verso quella che penso sarà la mia strada. Poi chi lo sa, magari tra tre anni mi dedicherò all’hip pop!”.
La giornata tipo di Alina?
“La mattina a scuola, sveglia alle sei e autobus alle sette e dieci. Il pomeriggio lo divido tra lo studio e gli amici. La sera esco o leggo un buon libro. Mi piace molto leggere. L’ultimo romanzo che ho letto è stato “Vendute” di Zana Muhsen, una storia che mi ha lasciato il segno”.
E tra una lettura e l’altra, lezioni di canto e danza moderna. Alina ama tenersi in forma, proprio come sua cugina Valentina Deidda, campionessa di Kick Boxing…
“Seguo sempre mia cugina in tutti suoi incontri. Mi appassiona guardarla mentre combatte, anche se non so se sarei in grado di fare uno sport del genere. E’ incredibile, perché se la vedi puoi immaginare tutto tranne che fa Kick Boxing. Non è una ragazza muscolosissima, né altissima. Lei pratica questo sport da quattro anni ed ha già ottenuto ottimi risultati”.
L’adrenalina sul ring è paragonabile, secondo te, a quella che si prova su un palco?
“Penso proprio di sì. Sono due modi di sfogarsi, di competere in maniera sana e mettersi alla prova”.
A bordo ring tutto è più semplice. Ma sul palco cosa si cerca di dimostrare a se stessi e agli altri?
“Quanto uno vale. L’importante, però, è credere in quello che si vuole fare. Gli ostacoli ci sono sempre e dovunque. Io stessa ne ho trovati molti ma non mi sono mai arresa in questi anni. Ero arrivata al punto di non poter andare da nessuna parte per l’età. Mi sono sempre detta che se non fossi riuscita a ricomiciare a cantare a livello professionistico, avrei comunque continuto a farlo con il mio gruppo. Mi piace troppo cantare!”.
“Giada”, la giovane promessa del pop italiano di “Un Posto al Sole”, come immagina il suo spazio futuro?
“Mi piacciono le sfide, per cui non mi dispiacerebbe anche intraprendere la carriera di attrice. Spero comunque di riuscire a prendere le mie rivincite e, perché no, magari a cantare nuovamente a Sanremo. L’esperienza insegna. Se sei fragile gli ostacoli riescono a distruggerti in un secondo. Se ti fai forte riesci a superare tutto…”.
… Anche le vecchie musicassette, oggetto di “ricatto” da parte di mamma e papà Deidda, in cui è immortalata la piccola Alina… Un dolce ricordo da cui tutto è cominciato!

Di Massimo

5 pensiero su “Vip all’angolo: Alina”
  1. talento allo stato puro. Solo in Italia riusciamo a fare storie pure su un talento del genere. La verità però dovrà emergere, ed Alina, se non si monta la testa, avrà il successo che merita.
    Restare giovani e non imitare Anna tatangelo: ecco il segreto.

  2. ma e’ vero che e’ nipote di pippo baudo? qualcuno puo’ rispondere? grazie ciao

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