di Michelangelo Anile
Prima dell’avvento delle macchinette , i nostri mediomassimi interpretavano la boxe in maniera atipica , mani pesanti e corpo massiccio , mettevano ko ma spesso finivano ko. La storia del pugilato italiano parla di Rinaldi, Adinolfi, per esempio, o Panunzi e Rocci dal fisico scarno ma dal pugno al fulmicotone. Preambolo obbligato per presentare Alessandro Vergara, classe 1983, fisico possente e muscoloso, stakanovista della palestra, dilettante d’hoc ma con un record davvero non esaltante (9 , -14, 4). E’ comunque un’ impresa trovargli un avversario perché quando arriva a segno lascia il marchio indelebile del groggy. E’ entrato in palestra a 15 anni per praticare la thai boxe e solo a 21 inizia il pugilato nella palestra “Boxe Roma Casalbruciato” con i Maestri Cesare Rossi e Fabio Ceccardi . Passa alla “Talenti Boxe” di via Luigi Carrer sotto la direzione dei Maestri Roberto Ferri e Massimo Tamagnini che seguono tutt’ora la carriera del ragazzo. “Adoro il pugilato come un misto di tecnica e potenza” ci ha riferito Vergara, “non mi è mai piaciuto il pugilato da “macchinette” che a mio avviso limita il giudizio, fatto di tanti colpi magari portati con il guantone aperto per dare più velocità, che non farebbero male a una mosca. Apprezzo la boxe di pugili come Huck e Cotto. Adoro il pugilato di Giacobbe Fragomeni ma il mio idolo di sempre è senza dubbio Myke Tyson, un concentrato di forza, tecnica e potenza. Sarà perché il mio pugilato anche se limitato si avvicina al suo, nel senso che non sono certo un tecnico. Non amo la tattica, adoro lo scontro titanico. Proprio per questa ragione i miei match sono stati tutti difficili, nel senso che prendo ogni match come fosse una finale regionale. Magari anche il più semplice non rimanendo calmo, facendomi prendere dalla tensione, l’ho trasformato in uno duro. Sicuramente un match duro e spettacolare, per esempio, è stato quello contro Angeletti al Tendastrisce di Roma il 21 novembre scorso, senza risparmio alcuno, con l’adrenalina al massimo”. Vergara vive a Roma in via Giuseppe Chiarini zona Talenti (Montesacro) con la mamma Gilda , il papà Carlo e il fratello Luca. Bene educato dai genitori, Vergara si è consacrato come un “ragazzo serio” anche con la pratica del pugilato. “Il pugilato”, continua Vergara, “mi ha insegnato cos’è l’autocontrollo, il rispetto degli altri e soprattutto mi ha fatto maturare anzitempo. Vedo per strada tanti ragazzi che sfogano la loro rabbia contro i loro coetanei, facendo a botte per futili motivi. Poi le canne, l’alcool, ecc. Consiglio soprattutto a questi di sfruttare questa rabbia in palestra, magari davanti a un sacco come unica cura ai loro problemi. Per fortuna c’è anche una buona parte di loro che pratica il pugilato e riesce a rimanere lontani dai problemi suddetti. Tutti i sacrifici, prima o poi , trovano una sistemazione. Per quanto mi riguarda”, ha concluso Vergara, “ ho raccolto moltissime soddisfazioni dal pugilato anche se il mio record non è eccezionale. Ma non sono tanto le vittorie a formare un campione, quanto l’impegno e la serietà espressa in palestra e soprattutto lontano dal ring. E poi, quando la gente ti saluta con affetto e ti stringe la mano, non c’è cosa più gratificante”. Alessandro Vergara, è in attesa di un impiego presso il Comune di Roma. Ci auguriamo che questo avvenga il prima possibile come premio per un atleta davvero speciale.
2 pensiero su “Alessandro Vergara: garanzia di spettacolo”
I commenti sono chiusi.
alcune delle dichiarazioni del vergara sono quasi “comiche” visto che io personalmente ho avuto a che fare con lui in un locale della provincia dell’aquila a ferragosto di 3 anni fà.
in quella occasione mi ruppe lo zigomo e la parete laterale dell’orbita dell’occhio solo perchè perdendo l’equilibrio lo trascinai con me in piscina e non ebbi nemmeno il tempo di chiedergli scusa!
comunqe la cosa verrà chiarita in tribunale.
saluti
alcune delle dichiarazioni del vergara sono quasi “comiche” visto che io personalmente ho avuto a che fare con lui in un locale della provincia dell’aquila a ferragosto di 3 anni fà.
in quella occasione mi ruppe lo zigomo e la parete laterale dell’orbita dell’occhio solo perchè perdendo l’equilibrio lo trascinai con me in piscina e non ebbi nemmeno il tempo di chiedergli scusa!
comunqe la cosa verrà chiarita in tribunale.
saluti