Ha fatto notizia e destato scalpore, è stato intervistato da televisioni e giornali, è tornato a essere l’uomo del giorno come quando era campione europeo e mondiale. Adesso Loris Stecca ha una “casa” agonistica, di sicuro affidamento e di prestigio, quella di Rosanna Conti Cavini.
Loris non ha bisogno di presentazioni, ormai si è detto e si è scritto di tutto su di lui, sul suo passato e sul suo presente di atleta e di uomo. A quasi 48 anni, che compirà a marzo, Stecca, che ama farsi chiamare con il nome di battaglia di “Spider”, è pronto a tentare la sua “missione impossibile”, quella di tornare sul ring non per qualche incontro d’esibizione, ma come atleta vero e proprio e in base a un programma ben preciso che, se ce ne saranno le condizioni, lo porteranno a combattere di nuovo, dopo oltre vent’anni, per una qualche cintura di pregio.
Stecca, secondo le norme federali in vigore in Italia, non può combattere in suolo nazionale e non può avere licenza del suo paese. Con interessamento dell’Organizzazione di Grosseto, Loris dovrebbe presto avere la licenza ungherese, dato che Monia Cavini, la figlia di Umberto e Rosanna da poco diventata mamma, ha licenza di manager in quel paese. Le visite mediche, profonde e accurate, cui Rosanna Conti Cavini ha obbligato Stecca a sottoporsi prima di accoglierlo nella sua “famiglia”, stanno dando risultati più che confortanti: a livello fisico-atletico Loris Stecca si è rilevato essere un uomo ancora in grande forma e perfettamente in grado di sopportare gli sforzi di una preparazione mirata come quella in uso nella boxe. In più, Stecca ha impressionato tutti per la sua determinazione, il suo coraggio e la sua forza interiore: merce rara nel pugilato d’oggi e veramente in grado, spessissimo, di fare la differenza sul ring. Terminate tutte le pratiche burocratiche e sanitarie, Loris Stecca, allenato dal fratello Maurizio, dovrebbe presto incontrare a Grosseto Rosanna e Umberto Cavini per definire la strategia più consona per il suo rientro agonistico, da svolgersi presumibilmente nella categoria dei pesi piuma. E’ opinione diffusa all’interno dell’organizzazione Conti Cavini che se il già campione mondiale dei supergallo, uno degli atleti migliori del nostro sport negli ultimi trent’anni, possa raggiungere almeno il 50% di forma di quello che era vent’anni fa, potrebbe ancora far vedere molto di buono e togliersi qualche piccola soddisfazione personale.
Un altro ritorno, stavolta proprio nell’organizzazione che ne curò la prima carriera, è quello di Vittorio Emanuele Barbante, classe ’70, che ha firmato nei giorni scorsi il contratto che lo legherà a Rosanna Conti Cavini. Barbante, peso welter degli anni Novanta, non combatte da quasi dieci anni, da quando Michele Orlando lo batté nell’incontro valido per il titolo italiano dei pesi welter. Con un curriculum positivo, fatto di 14 vittorie e 6 sconfitte, Barbante lasciò per dedicarsi alla sua attività lavorativa a Roma, nel campo della floricoltura, ma si è sempre tenuto in forma nella palestra del padre e sotto l’occhio vigile del fratello allenatore. Forse tormentato dalla stessa “bestia” che morde l’anima di Stecca, che cova dentro ogni pugile che si rispetti e che così bene è stata raccontata da Sylvester Stallone nel suo ultimo “Rocky”, Barbante ha deciso di riprendere un filo che si è interrotto dieci anni fa per dimostrare, a se stesso e agli altri, di poter ancora essere un atleta di livello perlomeno nazionale.
La speranza di Rosanna Conti Cavini è quella che i suoi giovani virgulti e i suoi campioni giovani già affermati possano apprendere la lezione fatta di umiltà, determinazione e coraggio che viene da questi due “vecchietti”.
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