di Giuliano Orlando

Quando la presentazione di un evento avviene al Foro Italico a Roma, e al tavolo degli invitati troviamo il presidente del CONI, Giovanni Malagò, il direttore di Raisport, Mauro Mazza oltre ai vertici della FPI, significa che siamo di fronte ad una manifestazione di assoluto valore. Infatti la Talent League Boxing è per l’Italia dei guantoni in maglietta, quello che si spera diventi una continuità assoluta. Necessaria per dare continuità all’attività dei dilettanti, ovvero calendarizzare l’attività dei migliori pugili con scadenze precise, come fanno in Europa. A Roberto Cammarelle, il dilettante italiano più medagliato in assoluto (Giochi, mondiali ed europei), l’idea di un torneo riservato ai dilettanti, alternativo all’attività della nazionale, frullava in testa da tempo. Me ne aveva parlato addirittura dopo i mondiali di Baku nel 2011. “In Italia c’è pochissima attività di vertice in maglietta, i convocati in nazionale combattono nei tornei o si confrontano con altre nazioni, gli altri pur bravi che  non sono chiamati ai raduni, stentano a trovare avversari, perché nessuno vuole rischiare la sconfitta. A questo punto, le seconde linee si confrontano solo ai regionali e agli assoluti. Troppo poco. In Europa fanno attività, praticamente tutto l’anno, con i tornei a squadre. Perché non provare anche da noi?”. Con pazienza e tenacia, ha costruito tutto il meccanismo, ottenendo l’appoggio determinante dalla federazione, partendo dal presidente Alberto Brasca, realizzando un progetto che scatterà dalla fine di marzo e si concluderà il 14 settembre con la finalissima. A conferma che la scommessa è di quelle da non perdere. Cammarelle ha illustrato il programma con i numeri che contano. “Abbiamo coinvolto 19 regioni, praticamente tutta l’Italia, 138 società interessate nelle 9 franchigie che lotteranno per il titolo della Talent League Boxing. Otto le categorie rappresentate, partendo dai 56 kg. non avendo i pugili richiesti in quelle inferiori. Ci saranno 18 giornate partendo dalle qualificazioni, con 144 incontri previsti. Altri 32 confronti nelle semifinali con andata e ritorno, mentre la finalissima, che ancora non ha la sede, la sfida è diretta e unica. In totale sono stati programmate 23 riunioni  e 184 incontri, dove ci si augura vengano fuori non incontri spettacolari, ma anche nomi nuovi visto che ogni squadra dispone di tre pugili per categoria”. In effetti non era mai stato realizzato un  torneo di questa portata in Italia. In molti ci avevano pensato a cominciare dal noto manager, scomparso nel 1997, Umberto Branchini che negli anni ’80 propugnava questa iniziativa nei professionisti, il collega Michele Schiavone, che si era proposto alla presidenza nel 2008, lo aveva nel programma, sulla falsariga di quello appena lanciato. Questo a conferma delle difficoltà che tale impegno comporta. Detto dei numeri, conforta l’impegno dei comitati regionali, visto che ogni squadra ha tirato fuori il meglio, attingendo addirittura in numerosi casi a pugili fuori regione. Il Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria ha un emiliano, la Lombardia si avvale di Alessio Di Savino, romano dell’esercito, campione nei 56 kg. Presenti otto campioni italiani in carica, manca il mancino romano Marziali titolare welter, mentre il vice Zito, è il capitano dei Cobra Longobardi. Il livello è quanto di meglio offre l’Italia, esclusi i titolari dei Thunder Italia che partecipano alle World Series. Indubbiamente un lavoro svolto molto bene e, sicuramente la presenza di Cammarelle ha fatto da polo d’attrazione. Delle nove formazioni, gli Squali Borboni (Campania) appaiono i più forti, contando su D’Andrea e Cipriano (56), Cosenza e Introvaia (60), Gianluca Picardi (64), Dario Morello e il giovane Scannapieco (69), Munno e Giuseppe Perugino (75), il romano Fiori (FFOO) e Manfredonia (81), Indaco e Rossano (+91), tutti nel giro della nazionale o campioni italiani. Solo nei 91 kg. appaiono scoperti. Sono i favoriti assoluti. Seguono i Falchi Legionari (Lazio) con Gasparri (56), Scordo e Mendizabal (64), Falcinelli e Bevilacqua (69), Francesco Faraoni (75), Soggia e Mattia Faraoni (91), Vianello e Carbotti (+91). Bene costruiti i Lupi Briganti (Puglia, Basilicata e Abruzzo Molise) con Splendori (56), Michele De Filippo (60), Vangeli (64), Di Russo (69), Creati (75), Spadaccini (91) e Balestra (+91), altrettanto dicasi dei Cobra Longobardi (Lombardia), che contano su Di Savino (56), Benkorichi (60), Caserio e Perrulli (64), Zito e Ferreri (69), Sevostianov e Nicholas Esposito (75), Oberti e Scardina 81), Endri Spahiu (91) e Alessio Spahiu (+91). Una linea sotto le Tigri Sabaude (Piemonte- Valle d’Aosta e Liguria), che si avvalgono di Bagatin (56), Sedik Boufrakech (60), Nourdine (64), Rafik (69) e Zucco (81) come punte. I veneti Leoni di San Marco puntano su Festosi (64), Roncon (81), Meneguzzo (91) e Thun (+91), Le Volpi Bizantine (Marche, Emilia Romagna) hanno Cubeddu (56), Larry (64) e Marvin Perugini (69), Bellancini (75), Failla e Cesaroni (81) oltre ai romani Federici e Gentile (+91). La Pantere Aragonesi (Sicilia, Sardegna)  hanno Lo Poto (56), Trentacosti (60), Luca Melis (64), Crivello (69), Ranno (75)  e Cavallaro (81) elementi di spicco. I Destrieri Etruschi (Toscana e Umbria) contano su Tassi (56), Lenti (64), Sarti (69), Lomasto (75), capitan Turchi (91) e Piazza (+91). Ogni franchigia può iscrivere tre atleti per categoria, Così divisi i tre gironi – A: Tigri Sabaude, Cobra Longobardi e Leoni di S. Marco. Girone B: Volpi Bizantine, Destrieri Etruschi e Falchi Legionari. Girone C: Lupi Briganti, Squali Borboni e Pantere Aragonesi. Primo turno 28-30 marzo, semifinali 18-20 e 25-27 luglio (andata), 1-3, 8-10 agosto (ritorno), 14 settembre finalissima.

Di Alfredo