di Silvia Filippi

Lo scorso anno ci siamo lasciati con la promessa di ritornare con rinnovato entusiasmo per vivere ancora insieme l’emozione del ring e ribadire a voce alta il nostro STOP AL BULLISMO.
Sotto il Patrocinio della Provincia di Roma, della Federazione Pugilistica Italiana, del Consorzio di Marina di San Nicola e del Rotary Club di Ladispoli e Cerveteri, quest’anno la manifestazione “Dai un pugno al Bullismo” festeggia il suo quarto compleanno, una  ricorrenza importante a significare come i sacrifici affrontati nel corso di questa straordinaria avventura, nata dal sogno di riportare agli antichi onori la boxe nel territorio del litorale laziale, stiano maturando in un percorso che si arricchisce di anno in anno di piacevoli sorprese e pregevoli contributi. Ringraziamenti dovuti per averci concesso il privilegio di scegliere come location per l’evento la deliziosa piazzetta della Lucertola, un’incantevole terrazza aperta su una delle ricchezze più significative del nostro territorio : il mare. Un ringraziamento speciale è rivolto all’A.S.D. Bad Boys, nella persona dei tecnici federali Cristina Capponi ed Elio Bargigli ed ovviamente al tecnico Christian Abis  – ideatore della manifestazione – e al suo Boxe Team, i nostri punti di riferimento indissolubili con i quali passo dopo passo si rafforza l’intesa su valori ed obiettivi condivisi.

Tra le new entry dobbiamo citare e ringraziare l’A.S.D Santa Marinella, rappresentata dal Maestro Maurizio Sebastiani, la Polisportiva Village di Valcanneto nella persona del direttore tecnico Giancarlo Paolacci. Da ultimo l’ex campione del mondo di boxe Guillermo Mosquera Zuniga, che attraverso la sua partecipazione impreziosisce i nostri sforzi prestando la sua esperienza d’atleta al servizio dell’impegno sociale e della  solidarietà. Come nelle passate edizioni, l’evento vuole puntare l’attenzione del mondo dello sport, specificatamente il pugilato, sulle problematiche connesse alla violenza e che quotidianamente colpiscono ragazzi, anche di minore età,  vittime di episodi di emarginazione e bullismo. La cronaca giornalistica e televisiva ci restituisce storie e vicende di giovani colpevoli di azioni di sottomissione fisica e psicologica, di abuso e ricatto attuato nei confronti di coetanei, di persone con gravi handicap e/o disabilità, di persone immigrate, laddove lo sconcerto maggiore, se possibile, ci assale nelle dichiarazioni di individui anch’essi stessi vittime, nelle confessioni rilasciate in cui con naturalezza atroce tali azioni vengono giustificate col movente della noia, del gioco fine a se stesso. La società ha fra i suoi compiti primari quello di trasmettere alle nuove generazioni i valori e i modelli educativi nei quali si riconosce, ma l’azione educativa dei genitori vive una condizione di crisi in un’epoca di forti cambiamenti come in quella in cui stiamo vivendo caratterizzata da fenomeni quali la globalizzazione, l’immigrazione, l’accelerazione tecnologica ossia Internet. Studi recenti hanno evidenziato come ragazzi di giovane età assumono comportamenti di asocialità ed emarginazione a causa di un abuso prolungato di forme d’intrattenimento quali la televisione ma soprattutto il computer, nella fattispecie internet, e dispositivi elettronici (cellulare, playstation e simili) con il rischio per il giovane di essere costretto ad un rapporto quasi simbiotico con la macchina penalizzando i processi di socializzazione atti ad un corretto sviluppo psico-motorio e di crescita socio-culturale, da cui ne consegue una condizione di alienazione ed esclusione dai meccanismi sociali. La caratteristica più affascinate della rete informatica risiede nel suo potenziale comunicativo, chiunque voglia entrare in contatto può farlo semplicemente attraverso una tastiera e questo permette un moltiplicarsi di informazioni indiscriminato, un flusso difficilmente gestibile che rappresenta un bacino illimitato di opportunità per il desiderio di conoscenza e di protagonismo del giovane, ma può generare se non adeguatamente controllato e vigilato l’insorgere di problematiche legate a sentimenti di paura, ostilità, diffidenza, dipendenti dalla difficoltà soggettiva ed individuale di adattare i nostri schemi mentali ai mutamenti in atto (immagini, episodi, informazioni, etc..). I tempi accelerati della moderna società impongono ritmi frenetici e purtroppo spesso le famiglie si affidano a queste forme di tutoraggio per i loro ragazzi, complice anche la mancanza di strutture adeguate ed accessibili con l’istituzione di forme di sovvenzione dove il giovane possa essere stimolato ad innescare rapporti interpersonali, di condivisione di esperienze dove poter praticare attività sportive al fine di poter garantire a ciascuno una corretta e sana pratica sportiva, soprattutto in ambito scolastico lasciando aperta la possibilità ad ogni attività sportiva di accedere senza esclusione. Non si tratta di colpevolizzare la tecnologia o i processi di mutamento in corso, semmai di aggiornare gli schemi educativi attraverso un’attenta riflessione critica per dare vita ad un modello educativo  in grado di rispondere ai bisogni dei giovani portatori d’inquietudine i cui presupposti sono : l’ingresso ritardato nel mondo del lavoro, il ritardo nel completamento degli studi, le difficoltà nel gestire l’indipendenza economica, la diffusione di esempi basati su comportamenti edonistici, narcisistici propri di una generazione ancora alla ricerca della propria identità, di atteggiamenti impostati sulla prevaricazione, sulla superficialità, sulla ripetizione statica di modelli superati o ancorati all’elogio del materialismo e del consumismo,  del  non riconoscimento delle capacità ed abilità dell’individuo e della collettività e sulla premiazione della banalità. Da qui nasce e si espande la violenza, il bullismo, il vandalismo,  segnali di un senso d’inadeguatezza sociale che chiama  direttamente in causa il ruolo educativo in primis della società, della famiglia e delle agenzie educative. I nostri giovani sono sensibili, orientati alla solidarietà e all’affettività ma reagiscono alla fragilità e all’insicurezza del periodo storico rifuggendo nell’aggressività, nel bullismo in antitesi alla necessità di confronto e comunicazione con il mondo degli adulti apparentemente distratto per occuparsi delle loro esigenze. Così troviamo giovani che esprimono comportamenti di forte aggressività e ricercano una falsa identità all’interno di un “gruppo” o “branco”, al quale subordinano se stessi nel tentativo di mitigare il vuoto esistenziale generatosi tanto che il gruppo diventa il luogo privilegiato del riconoscimento e dell’affermazione individuale, dove il singolo è vincolato ad usare linguaggi espressivi e moduli comportamentali pre-ordinati esercitati in maniera continuativa che escludono qualsiasi analisi critica. Da qui l’urgenza continua di “inventare sempre qualcosa di nuovo”, azione, gesto o sostanza, di eclatante, coinvolgente e stupefacente (si pensi al lancio dei sassi sulle autostrade, le corse ad alta velocità, l’aumento di consumo di alcolici, episodi di vandalismo, uso di droghe, etc..). Nella formazione dell’adolescente la presenza attiva e di interposizione dei genitori e della società è di vitale importanza proprio nel ruolo di contrasto alla trasgressione  e di richiamo ai limiti e alle regole, però questa contrapposizione dev’essere sviluppata in maniera critica e riflessiva costruendo un clima a-conflittuale dove il genitore possa assolvere la sua funzione di punto di riferimento affettivo capace di tranquillizzare e rassicurare al fine di coadiuvare il giovane nelle sue  esperienze formative. Particolare attenzione dev’essere rivolta a quei soggetti che presentano, da un punto di vista psicologico, una tendenza all’introversione, alla debolezza caratteriale e alla disistima personale. Questi soggetti più facilmente si configurano come vittime predilette e prescelte di bullismo, coinvolti frequentemente in episodi di cyberbullismo (bullismo digitale con risvolti anche nella pornografia e pedopornografia), proprio perchè incapaci di reazioni ad azioni di aggressività verbale o fisica. La pericolosità in queste situazioni è determina da un eccessivo accumulo di aggressività per sfociare in atteggiamenti autodistruttivi caratterizzati da una perenne tensione, da una continua insoddisfazione, da un senso di inutilità proiettato verso comportamenti di iperattivismo ed isolamento, violenza verbale e difficoltà comunicativa, disturbi alimentari (anoressia e bulimia) ed uso di farmaci e droghe come illusorio conforto alle carenze affettive e alle frustrazioni vissute. Naturalmente agire è possibile, gli strumenti per intervenire e prevenire ci sono: anzitutto il dialogo, favorire l’ascolto, fermarsi anche sui piccoli accadimenti spesso rilevatori dei  primi sintomi di disagio; l’empatia, costruire relazioni e contesti affettivamente significativi; incentivare alla riflessione sulle nostre azioni stimolando la partecipazione attiva ad ogni processo creativo interno alla società; responsabilizzare verso se stessi e verso gli altri. Lo sport proprio per la sua naturale connotazione di attività di tipo aggregativo fondata su valori quali l’onesta, la lealtà, il rispetto, può costituire un ottimale punto di partenza nell’ottica di prevenzione nelle dinamiche di contrasto al bullismo. Proprio il pugilato, la Noble Art, sport individuale per antonomasia è impegnato in modo diretto sulle tematiche della non violenza con la creazione, da parte della Federazione Pugilistica Italiana, di un Osservatorio sul Bullismo, un canale privilegiato d’intervento in tutti quei contesti e situazioni di comportamenti problematici da parte di giovani coinvolti come vittime di simili azioni, offrendo assistenza e sostegno  anche tramite l’azione dei tecnici federali impegnati ogni giorno nella formazione degli atleti. Ma un atleta  prima di tutto è un individuo con la propria storia, problemi, gioie e dolori che danza sul ring per ricordarci di lottare sempre perchè solo con l’impegno, l’onesta, il rispetto, la generosità prima ancora delle capacità fisiche possiamo riuscire a migliorarsi come atleti ed uomini. Uno degli aspetti più curati in questa edizione di “Dai un pugno al Bullismo” sarà proprio il costante riferimento all’aspetto educativo e formativo del pugilato, infatti durante le dimostrazioni ed esibizioni i tecnici avranno il compito di spiegare agli spettatori le fasi di preparazione atletica a cui viene sottoposto un pugile; non solo durante la giornata sarà organizzato un meeting e saranno invitati a partecipare esponenti della Federazione Pugilistica Italiana e delle amministrazioni locali. Il tema dell’incontro verterà sulle metodologie di allenamento e sugli aspetti diversi (psicologici, pedagogici, educativi, legislativi, sanitari) che costituiscono materia di studio per la preparazione dei tecnici federali; l’obiettivo è dissipare anacronistici pregiudizi di chi individua ancora nella boxe i presupposti di uno sport  violento senza conoscerne i valori di cui i suoi esponenti, atleti con i loro Maestri, sono portatori  sia sul ring sia nella vita presentandone ed esaltandone la complessità e le possibilità di recupero anche in casi di devianze giovanili e/o nei processi di riabilitazione sociale. Nel contesto specifico il tecnico, il Maestro, è la figura centrale da cui ripartire, di colui in quanto educatore assume di sé la responsabilità delle proprie azioni e quelle dell’allievo, suo compito è il richiamo al rispetto della persona, dell’avversario, alla convivenza civile e al rispetto delle regole ad esa collegate, di sviluppare a livello pedagogico tutti i processi di interazione che favoriscono l’educazione ai rapporti e al confronto tra individui. Soprattutto nei periodi evolutivi la presenza di una guida forte e stabile in grado di affiancare il giovane in un’adeguato sviluppo autopercettivo positivo, come l’autostima, il rinforzo personale, ma anche comportamenti di autocontrollo della propria aggressività e di tolleranza, di educazione sociale e civica come l’empatia, la comprensione reciproca, diventa uno strumento indispensabile teso alla maturazione dell’individuo associato all’azione genitoriale ed educativa scolastica. Un ruolo essenziale , in tale contesto, è espresso dalla palestra che sostituisce all’entità del branco, caratterizzata da un sistema gruppale chiuso e ripiegato su stesso che non consente sbocchi per uno sviluppo positivo delle relazioni tra i pari, l’offerta di un  ambiente teso alla promozione e sviluppo di relazioni positive tra gli adolescenti, capace di costruire un senso di appartenenza (maglia, affiliazione, etc..), un significato in termini di amicizia, aiuto e solidarietà riconosciuto da ogni suo componente. Un luogo atto a stimolare e migliorare le capacità creative dell’adolescente, dove mettersi alla prova per  superare le resistenze, le ostilità in una prospettiva di  avanzamento dei propri limiti. Tornando all’evento questo avrà luogo in data 28 Luglio 2011 presso la Piazzetta della Lucertola in Marina di San Nicola e coinvolgerà la popolazione per l’intera giornata ospitando dimostrazioni ed esibizioni fino alla sera quando, ad animare il quadrato del ring, saliranno atleti della disciplina MMA pugili per dar vita ad una  spettacolare riunione intervallata dalla partecipazione di campioni e vecchie glorie della Noble Art.

Il programma della manifestazione

• Apertura manifestazione e benvenuto agli atleti partecipanti

 Riscaldamento atleti (allenamenti in pubblico)

 Prove tecnico – tattiche con finalità di valutazione delle :
1. Capacità di movimento e controllo del territorio (spazio del ring) , correttezza e naturalezza della posizione di guardia e fluidità dei movimenti
2. Capacità di strutturazione dello spazio e del tempo
3. Capacità di padronanza delle azioni principali
4. Abilità tattiche di organizzazione, razionalità, creatività del comportamento tattico sia in fase di attacco sia in fase di difesa.

 Esercizi di sparring – partner – condizionato
Lo sparring partner – letteralmente “praticare la boxe con un altro” – condizionato definisce un metodo di allenamento in cui vengono inseriti momenti reali di programmazione riguardante apprendimenti tecnici-tattici. Questo tipo di allenamento è utile ai fini di :
1. Memorizzare un elevato numerosi di movimenti, ossia in termini socio psicologici raggiungere una maggiore sicurezza di sé unita ad un’abilità di gestirsi e rapportarsi con l’Altro da sé in termini di contatto fisico, laddove i due si comportano da amici e non da avversari comprendendo i reciproci   bisogni di apprendimento
2. Coordinare gli automatismi con le azioni dell’Altro, ossia cooperare con l’altro accettando modi relazionali diversi dai propri per comprendere il comportamento.
3. Controllare ed utilizzare l’avversario, ossia comprendere l’esigenza degli altri senza lasciarsi coinvolgere emotivamente, il che porterebbe alla creazione di stati ansiogeni e minori possibilità di superare la paura del contatto e di poter rispondere agli attacchi in modo adeguato alle circostanze.

 Figure con focus
Sono un addestramento tecnico-tattico fine perché l’istruttore oltre a rappresentare un modello pugilistico vive in prima persona le azioni dell’allievo controllando direttamente
la rapidità, la precisione, l’efficacia dei colpi, e quindi valuta il profilo cinematico, dinamico e coordinativo delle azioni dell’allievo.

 Soft boxe (boxe con colpo controllato)
Ideata per l’avviamento alla disciplina pugilistica attraverso un’attività atraumatica senza la componente dannosa dell’aggressività negativa ed inserita come disciplina riconosciuta dalla F.P.I. per il Settore Amatoriale.Obiettivo della Soft Boxe è l’esaltazione del gesto tecnico e delle abilità tecnico-tattiche, sensibile aumento delle capacità di gestione dello spazio-temporale. Il giovane che si avvicina al pugilato tramite la Soft Boxe ha un impatto positivo con la prestazione poiché pur allenandosi in modo completo tutta la sua attenzione è rivolta alla corretta esecuzione tecnico-tattica della pratica pugilistica e  quindi tesa a sviluppare una corretta crescita atletica in un processo di maturazione e perfezione continuo

 Esibizione MMA – Riunione pugilistica dilettantistica
La serata inizierà con  l’esibizione di atleti della disciplina MMA. A seguire saranno i pugili ad animare la riunione dando vita ad 8 incontri di pugilato dilettantistico, intervallati dalla presenza  di ospiti del mondo sportivo e campioni della Noble Art.

Premiazione atleti e chiusura manifestazione con volo di Lanterne dei desideri
(Al termine degli incontri tutti gli atleti saranno invitati a salire sul quadrato del ring per il cerimoniale delle premiazioni insieme agli organizzatori dell’evento, alle personalità convenute e alle Autorità partecipanti. Dopo le premiazioni di rito gli atleti eseguiranno dal ring il volo delle Lanterne dei desideri esprimendo il senso della manifestazione contro ogni forma di bullismo, razzismo e discriminazione).

Di Alfredo

Un pensiero su ““Dai un pugno al Bullismo””
  1. tutto ok…bellissimo…..ma la Esibizione MMA a che serve e che ce fate mica è uno sport è una tendenza al massacro e all’isitutalità animalesca presente nell’uomo a che serve esprimerla in una piazza pubblica

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