di Andrea Bacci

Si sono spente le luci sul ring del “Pala Fabrizio Meoni”, il bellissimo palasport di Castiglion Fiorentino dedicato al grande e sfortunato pilota motociclistico, dove si è svolta la grande riunione di boxe messa in piedi da Rosanna Conti Cavini in collaborazione  con l’amministrazione comunale della cittadina in provincia di Arezzo, con in testa il sindaco Paolo Brandi, il vicesindaco e assessore allo sport Edoardo Lucci e l’assessore Moreno Pari.

La serata ha vissuto di grandi emozioni e di tanto spettacolo con quattro interessanti incontri di professionisti. Il grande pubblico (circa tremila presenze) ha onorato la manifestazione tributando vari applausi  alla promoter grossetana. Nella serata, dedicata a quel grande campione che fu Mario D’Agata, la copertina va ad Adriano Nicchi, il pugile di casa che diventa campione italiano dei superwelter. Nel sottoclou belle vittorie di Angelo Ardito, Vincenzo Finiello e Paolo Gassani.
Alle ore 21,00 è iniziato lo spettacolo con il programma professionistico, studiato appositamente da Umberto Cavini per rendere l’attesa del match clou più appetibile per il grande pubblico accorso al “PalaMeoni”, forte di tre match per i pesi leggeri sulle sei riprese tra pugili di Monia Cavini e avversari internazionali di Richard Szilagy. Purtroppo non c’è stato il match del peso massimo dilettante Fabio Turchi, recentissima medaglia d’argento alle Olimpiadi giovanili di Singapore, nonché medaglia di bronzo ai Mondiali di Baku, grande  speranza della boxe italiana, figlio di Leonardo, più volte campione italiano dei mediomassimi e contendente al titolo europeo.
Primo match della serata, quindi, tra Angelo Ardito, pugile fiorentino nipote d’arte anche lui (lo zio Gaetano è stato campione italiano), ultimo arrivo nel team di Monia Cavini, contro l’esperto e pericoloso romeno Cristian Nicolae, che in estate ha fatto sudare Giuseppe Di Micco e Paolo Gassani. Il fiorentino, guidato dal maestro Luca Borselli, dopo un primo round di schermaglie, già nel secondo trovava la misura per pizzicare un avversario tutt’altro che arrendevole. Nel terzo round Nicolae si confermava essere avversario difficile e il match si faceva più equilibrato. Nella quarta ripresa l’arbitro, la bella Marzia Simili, giustamente penalizzava il romeno per un uso improprio della testa, che costringeva Ardito a combattere dalla media-lunga distanza in cui comunque il ragazzo di Monia Cavini si faceva preferire. Nel quinto round il match si scaldava e con esso anche il PalaMeoni già al completo, con Ardito che lavorava bene d’anticipo contro un Nicolae sempre pericoloso. Il sesto e ultimo round, condotto da entrambi i contendenti alla garibaldina, aggiungeva solo un pregevole gancio sinistro di Ardito a una netta e meritata vittoria ai punti del fiorentino, che ha messo in luce buone doti.
A salire sul ring era quindi Vincenzo Finiello, giovanissimo talento, già campione italiano e universitario dilettanti, al suo secondo match tra professionisti. Il pugile della Boxe Franco Valente di Isola del Liri, guidato da Gianluca Gabriele e Roberto Vitale, ha affrontato l’esordiente Bebe Bobin. Arbitro Sauro Di Clementi. Il primo round iniziava ad un ritmo indiavolato, Finiello teneva il centro del ring e si limitava a colpire di precisione con entrambe le mani senza mai scomporsi. Anche il round successivo iniziava con buoni attacchi  a due mani del ciociaro, che poi continuava senza dare tregua al malcapitato Bobin, che era contato dall’arbitro proprio sul finire del tempo. Finiello continua con le sue accelerazioni nel tentativo di chiudere prima del limite, Bobin incassava stoicamente ma era l’arbitro a interrompere giustamente una contesa troppo impari.
Toccava poi a Paolo Gassani, il pugile di Carrara guidato all’angolo da Antonio Sassarini, che nella sua rincorsa al titolo italiano si trovava a fronteggiare l’esperto slovacco Elemir Rafael. Arbitro Dario Bibbiani. Passavano solo pochissimi secondi, Gassani partiva con un gancio destro al fegato, preciso e letale. Il pur esperto Rafael si piegava in due e non si rialzava per il conto di dieci.
Dopo questo match è tempo di premiazioni, con riconoscimenti per Nino Benvenuti, Mario Mattioli (che hanno curato la telecronaca del titolo italiano), per la figlia e per la nipote di Mario D’Agata e grandi applausi per Santi Nicchi, padre e allenatore di Adriano.
Si arrivava al momento più atteso della serata, con lo spettacolo delle opposte tifoserie che hanno riempito gli spalti del PalaMeoni: la sfida per il titolo italiano dei superwelter tra il campione Francesco Di Fiore, seguito da un centinaio di tifosi da Prato, e l’idolo di casa Adriano Nicchi, amministrato da Monia Cavini: entrambi atleti di grande esperienza, entrambi desiderosi della vittoria come viatico di una probabile buona carriera. Prima del match salivano sul ring le autorità, in testa il sindaco di Castiglion Fiorentino Paolo Brandi, che ringraziava pubblicamente Rosanna Conti Cavini e la sua organizzazione, il già campione europeo Efrem Calamati, il già campione italiano Bruno Simili, il professor Mario Ireneo Sturla, il commissario di riunione Patrizia Contri, il matchmaker Umberto Cavini, Monia Cavini con la figlia Desirée e, applauditissima, la sempre elegante Rosanna Conti Cavini introdotta dal suono delle chiarine del corteo storico del Palio di Castiglion Fiorentino. Si potevano notare a bordo ring la medaglia di bronzo olimpica Angelo Musone come osservatore arbitrale ed Elvio Bufalini commissario di riunione. A introdurre l’ingresso di Adriano Nicchi lo spettacolo delle ragazze del “Fit Village Urban Dance” di Firenze, dirette da Simona Zaccheri. Arbitro Gian Antonio Canzian, giudici Raffaele Argiolas, Sauro Di Clementi e Domenico Rutigliani. Da sottolineare gli applausi raccolti anche dalle fascinose e sexy ring-girls.
Era il momento di dare la parola ai pugni, davanti a un PalaMeoni stracolmo. Una prima ripresa di studio metteva già in chiaro quello che sarebbe stato il tema della serata: Di Fiore a cercare la distanza corta per far valere la potenza del suo pugno, Nicchi ad agire di rimessa con la sua maggiore precisione. Il colpo migliore, un bel diretto sinistro, era per Nicchi. In una bellissima seconda ripresa il campione pratese aumentava il pressing, ma raramente metteva in imbarazzo il pugile aretino, che anzi era bravo ed elegante nell’uscire dalle corde con buoni colpi d’anticipo e di rimessa. La terza ripresa sembrava non discostarsi dal tema della precedente fino a quando, a metà tempo, Nicchi non scagliava un perfetto gancio sinistro che si piantava sulla mascella di Di Fiore, che andava al tappeto. Contato il campione di rialzava ma la ripresa era per Nicchi con due punti di vantaggio. Nella quarta Di Fiore pressava forte nella prima parte, verso la fine usciva Nicchi con un bel montante destro. Match bello per un pubblico entusiasta. Adriano Nicchi sanciva un dominio che pareva definitivo con una splendida quinta ripresa in cui colpiva a più riprese un Di Fiore che attaccava a testa bassa e con continuità. L’aretino centrava l’avversario con ganci e montanti. La sesta ripresa era interlocutoria e premiava il ritmo infernale di Di Fiore su Nicchi, che controllava senza soffrire con buoni spostamenti. Nel settimo round Nicchi era costretto a rifiatare e Di Fiore lo colpiva con qualche colpo preciso. Nell’ottavo era l’aretino a spingere sull’acceleratore ma a beccare anche qualche buon colpo del campione, per una ripresa ancora molto equilibrata. La nona ripresa era durissima e fatta di continui capovolgimenti di fronte, con un ritmo indiavolato di entrambi nonostante la stanchezza che iniziava a farsi strada. Si arrivava così all’ultimo round, un concentrato di grandissimo spettacolo come solo la grande boxe sa offrire, con Nicchi che forse metteva i colpi migliori oltre che il sigillo sulla vittoria davanti a un inesauribile Di Fiore. La parola passava ai cartellini dei giudici: per Argiolas era 96-93, per Di Clementi 100-89, per Rutigliani 95-94, tutti favorevoli ad Adriano Nicchi che diventava così campione italiano con dedica speciale al fratello Aldo, cui aveva promesso questo alloro. Un Nicchi davvero in  forma smagliante ma anche un Di Fiore che merita comunque l’onore delle armi. Un match entusiasmante con una degnissima cornice di pubblico, il tutto targato Conti Cavini.

La foto è di Andrea Migliorati

Di Alfredo