di Giuliano Orlando

Troppo forte il “diablo” polacco Krzysztof Wlodarczyk (49-2-1) campione cruiser WBC dal 2010, proprio a spese dell’italiano, per temere l’assalto di Giacobbe Fragomeni (31-4-2), che ha fatto il suo dovere di sfidante sul ring di  Chicago, città dove vive la più numerosa comunità polacca che si è fatta sentire per tutte le riprese, in cui i due si sono battuti. Era la terza sfida, interrotta al sesto round, su parere del medico, che ha ritenuto la ferita allo zigomo sinistro di Fragomeni, pericolosa in caso di proseguimento. Al momento i tre giudici avevano vantaggi diversi, tutti per il campione. E il solco si sarebbe ampliato, perché la tematica del confronto, dopo i primi due round in cui l’italiano si era mosso bene in avanti, colpendo e non restando statico, tenendo testa al rivale, dalla terza la musica cambiava completamente. Il ‘diablo’ iniziava ad azionare lo smisurato sinistro, doppiato col destro, mandando a vuoto lo sfidante, coraggioso a non cedere ma inferiore nelle repliche e sempre più prevedibile, nonostante dimostrasse un condizione atletica eccellente, per un pugile di 44 anni. Doveroso fare i complimenti  al maestro  Maurizio Zennoni, che ha portato Giacobbe al meglio della condizione. Purtroppo aveva di fronte un rivale dalla struttura impressionante, bravo e dinamico, che a 29 anni è al top del rendimento. Infatti ha fatto sapere di voler affrontare i campioni delle altre sigle, con molte possibilità di uscirne vincitore. Non solo, potrebbe farsi largo anche nei massimi, idea più volte ventilata e non certo solo ipotetica. Personalmente ho grande stima per Fragomeni, fenomenale per la sua storia, la capacità di uscire dall’anonimato e salire fino in cima al mondo, nonostante il passaggio nei pro, in età non più verde. Proprio per questo, mi auguro che ripensi alla voglia di proseguire, come ha dichiarato. Perché dico questo? La boxe di Fragomeni, brevilineo dalle leve modeste, è dispendiosa e quindi rischiosa. Deve sempre avanzare, quindi soggetto ai colpi. A livello mondiale non ritengo abbia possibilità di successo, anche se riceverà applausi per il temperamento e la generosità. Potrebbe puntare all’Europa, una strada nella quale sicuramente può ancora dire la sua, ma il mercato non è quello americano. Questo il mio pensiero. Nel mondo della boxe ha sicuramente opportunità di restarci. 

Detto del match americano, passiamo alla Porsche Arena di Stoccarda in Germania, dove Simona Galassi ha sfidato l’armena Susi Kentikian (32-2-1nc) che metteva in palio la cintura IBF. L’andamento del confronto è stato di grande equilibrio, con la mancina italiana bene in linea capace di contrastare una rivale più giovane, molto mobile ma anche meno precisa e molto ripetitiva. Dieci riprese con alterni vantaggi, altro che superiorità della titolare. A dirla tutta la Galassi, tecnicamente è stata superiore, ha messo a segno i colpi migliori, mentre la Kentikian cercava di fare la differenza nei clinch, picchiando anche dietro la nuca e per linee esterne. Complimenti sinceri alla romagnola, che a 41 primavere ha dimostrato di poter dire ancora la sua a livello assoluto. Preparata perfettamente, dando merito ad Alessandro Duran che ha saputo stimolarla  anche sul piano psicologico. Si capiva che era determinata e aveva voglia di vincere. Purtroppo il verdetto gli ha negato il sogno. Ma ci chiediamo come due giudici possano aver segnato in buonafede 98,5-94 e ancor più uno scandaloso 99-91,5, il terzo si limitava ad un 97-95,5 che comunque restava casalingo. A questo punto ci si chiede cosa doveva fare per scalzare la campionessa. Solo con un ko poteva realizzare l’impresa. Detto questo, nessuno ha mosso critica su questo continuo scandalo di giudici in Germania. Ci si limita a prendere atto, con molta rassegnazione. Mah. D’altronde è uno dei pochi paesi d’Europa dove si ottengono borse alte. Un ricatto? Di certo, un prezzo alto da pagare. Accettato senza reagire. Nella stessa serata, lo stagionato Felix Sturm (38-3-2) 34 anni, origini bosniache, ha conquistato per la quarta volta il mondiale medi. Lo ha tolto all’inglese Darren Barker (26-2) che era giunto in Germania, sicuro di tornare a casa con un bel gruzzolo di euro e la cintura. I soldi li ha presi, ma la cintura l’ha lasciata a Sturm. Stavolta senza l’aiuto dei giudici, avendo vinto per ko al terzo round. 

 Sabato prossimo altri due italiani combattono all’estero. Si tratta di Leo Bundu (29-0-2) e Brunet Zamora (25-1-2). Il primo mette in palio l’europeo welter contro Lee Purdy (20-4-1), il secondo tenta di catturare l’intercontinentale IBF leggeri a spese di Kevin Mitchell (35-2). Anche in questo  caso si dovrà stravincere per ottenere la posta.

Di Alfredo