Nessun italiano era riuscito a conquistare la cintura dell’Unione Europea all’estero. L’impresa di Emanuele Blandamura sul ring di Stoccarda non ha precedenti nella storia italiana relativa alle cinture UE, emanazione dell’EBU. Nata nel 2002, come riconoscimento a quei pugili in ascesa, ma ancora lontani dai migliori in Europa, negli 11 anni di vita ha allestito 1383 incontri, che suddivisi nelle 14 categorie interessate fanno una media di 125 incontri all’anno. Di per se un buon movimento. Il rapporto tra le categorie, vede i welter come i più attivi con 22 incontri alla media di due all’anno, appena sotto i cruiser, i medi e i superleggeri con 18 match, a quota 14 mediomassimi e leggeri, a 13 i superwelter, a 12 massimi, superpiuma, piuma, gallo e mosca, 10 nei supergallo, supermedi fanalino, fermo a 8, con lunghe pause. Inattivo dal 2003 al 2006, si è mosso solo grazie alla Danimarca, che ha ospitato cinque degli otto incontri allestiti. Gli altri: due in Italia e uno in Germania. Per la cronaca, l’ultimo campione è stato l’italo senegalese, Ali Ndiaye nel 2011, quando a Pontedera battè Andrea Di Luisa ko al 12 round, dopo una battaglia dagli esiti alterni.
Gli italiani sono nettamente in testa per numero di pugili che hanno detenuto il titolo. Ad oggi risultano 29, l’ultimo appunto il medio Emy Blandamura, primo italiano capace di conquistare all’estero la cintura, dopo ben 18 tentativi, dei quali 16 perduti e un solo pari, ottenuto da Stefano Zoff nel dicembre 2006 a Slagese in Danimarca contro il locale Martin Kristiansen, titolo vacante. Il cammino ascensionale di Blandamura inizia nel dicembre 2006 al Palalido di Milano, agli assoluti dilettanti. Udinese di nascita (1979), arriva a Roma giovanissimo, cresce sotto le cure amorose dei nonni e le coccole delle zie. Entra in palestra piuttosto tardi ben oltre i vent’anni. Apprende l’arte della boxe sotto la guida del maestro Antonio Zanfrillo che dirige il gym “Sporting S4”. Vince i campionati laziali e si presenta ai tricolori con la maglietta dove campeggia l’immagine di un guerriero indiano, meglio di un indiano Sioux. Non solo, dedica ogni vittoria alla fidanzata alla quale scrive poesie. Viene preso in simpatia. Solo il talento e l’esperienza di Ciro Di Corcia, bronzo mondiale, nell’occasione al sesto centro nazionale, gli sbarrano l’accesso al titolo. Definito il vice campione più applaudito dal pubblico. L’anno dopo passa professionista, sotto la OPI2000 e la guida tecnica di Eugenio Agnuzzi. Prima di conquistare in Germania la cintura dell’Unione Europea, cinge quelle del Mediterraneo e l’Internazionale Silver WBC, lungo una carriera immune da sconfitte, con una striscia di 21 successi. Il giorno prima ci aveva inutilmente provato il campano Samuele Esposito nei superleggeri a Madrid contro il longilineo Ruben Nieto. Una sconfitta onorevole che andava ad aggiungersi alle 15 precedenti, nei tentativi italiani all’estero per l’UE. Blandamura ha interrotto un tabù che sembrava invalicabile. Vittoria nettissima, che purtroppo solo due giudici hanno confermato, mentre l’inglese Davies segnava un incredibile 115-113 per Marcos Nader, 23 anni, lo spagnolo delle Baleari, nazionalizzato austriaco, cresciuto sui ring tedeschi, negando l’evidenza dei fatti. Nella casistica, altri due italiani, Michele Di Rocco (2007) e Giuseppe Lauri (2009), entrambi ad Helsinky in Finlandia, hanno espugnato il ring straniero, ma si trattava di difese e non di conquiste.
L’italiano più attivo tra conquiste e difese risulta il varesino Antonio Lauri nei welter, impegnato ben sette volte, record assoluto dell’UE, seguito dal supermedio danese nato nel Congo, Lolenga Mock, con sei presenze, una delle quali in Italia, nel 2010, quando sconfisse un Di Giacomo sottotono.
Tra i più longevi nelle difese, troviamo il nostro Urbano che nei piuma ha fatto poker, mentre il massimo Pianeta, il tedesco May e l’inglese Sprott si sono fermati a tre, come Mock. Un primato anche per lo spagnolo Pozo, che ricordiamo avversario di Sarritzu per l’europeo mosca, ha combattuto per la cintura a distanza di undici anni. La prima volta nel 2002, vincendo nei gallo, nel 2013 tra i mosca, finendo ko al primo round contro il connazionale Urpi. Anche il ceco Konecny nei superwelter, grande guerriero, come dimostrò contro un superlativo Piccirillo nel 2006 per l’europeo, ha conquistato due volte la cintura dell’Unione, la prima volta nel 2003 e la seconda nel 2009, battendo due francesi: Daari e Colas.
Nella classifica dei campioni divisi per nazioni, dietro all’Italia in vetta con 29 pugili, si pongono Francia (22), Spagna (20), Germania (9), Belgio e Gran Bretagna (6), Finlandia (5), Polonia, Rep. Ceca, Romania e Danimarca (2) con un campione: Lettonia, Slovacchia, Irlanda, Austria e Svezia. In totale 16 nazioni. Hanno tentato senza successo la Svezia, l’Olanda, il Portogallo e l’Ungheria.
Tra i campioni dell’UE figurano il polacco Wlodarczyk, il tedesco Huck, il nostro Fragomeni, lo spagnolo Castillejo, l’inglese Witter, il francese Nbaye e il tedesco kazako Tajbert giunti al titolo mondiale. Oltre ai numerosi titolati che hanno conquistato l’europeo maggiore, tra cui nostri Aurino, Bundu, Di Rocco, Zoff e Boschiero.