CrawfordLundy_Letterhead-400x234Domani sera 27 febbraio gran Galà di boxe al Madison Square Garden in una megariunione organizzata dalla Top Rank di Bob Arum. La curiosità maggiore è data senz’altro dal match clou che vedrà di fronte Terence Crawford (+ 27, 19 per ko), che fa il suo debutto nell’Arena newyorchese, e lo sfidante Henry Lundy(+ 26, 13 per ko, – 5, = 1). In palio è il titolo dei superleggeri per la WBO. Crawford è considerato dai più l’erede n. 1 di Floyd Mayweather. Prima di diventare il re dei superleggeri è stato campione dei leggeri andando a spodestare dal trono Ricky Burns nella sua terra in Scozia. Ma come se non bastasse ha inflitto la prima sconfitta, per giunta prima del limite, ad un fuoriclasse come il cubano Yuriorkis Gamboa in un drammatico match, facendo poi cappotto in 12 round ad un pugile esperto come Raymundo Beltran. Il match con Gamboa è stato giudicato il match dell’anno, parliamo del 2014, e a furor di popolo Crawford è stato nominato pugile dell’ Anno. Il giovane è poi passato nella categoria superiore nel 2015 battendo Thomas Dulorme prima del limite con una devastante sesta ripresa. Il titolo era vacante e Dulorme aveva battuto ai punti proprio Henry Lundy. Una curiosità per quello che può valere: Crawford è il secondo campione nato nel Nebraska a conquistare il titolo, il primo fu Perry Graves nel 1914. Dall’altra parte c’è il 32enne Henry Lundy, tutt’altro che remissivo, che ha un po’ percorso la strada di Crawford all’incontrario perdendo di misura con Dulorme e Beltran, superati da Crawford. Ha però nel suo record il segno più con gente di valore come David Diaz e Richar Abril, ex campioni del mondo. Anche lui comunque è un mancino come Crawford. Ma la sua solidità e velocità andranno a cozzare con la potenza e l’estro di quello che dovrebbe far dimenticare Mayweather. Se batterà Lundy, sono già pronte trattative per affrontare eventualmente  Postol, ma anche i campioni WBA Adrien Broner, Danny “Swift” Garcia  e l’ IBF Eduard Troyanovsky. Ma ….i nomi che si sussurrano sono quelli di Pacquiao e Thurman, anche se i loro percorsi sembrano differenziati. Molte chiacchiere, ma per adesso godiamoci Crawford-Lundy.

Di Alfredo