di Alfredo Bruno

cardarelloVenerdì prossimo Palestrina festeggerà il rientro di Davide Ciarlante, ma il match clou sarà Adriano Cardarello (+ 8, 2 per ko), romano di San Basilio, a disputarlo per difendere il Mondiale Giovani contro il bielorusso Andrei Salakhutdzinau ( + 8, 1 per ko). Due giovani, entrambi hanno 22 anni, pronti a misurarsi per infrangere la loro momentanea imbattibilità, ma soprattutto a dare spettacolo di tecnica pugilistica che la gente della ridente cittadina laziale intende riscoprire.
Adriano si allena ormai da tempo nella Talenti Boxe dei maestri Ferri e Tamagnini e per nostra fortuna lo incrociamo nel giorno in cui ha disputato una seduta di allenamento proprio con Ciarlante: scattante la sua boxe, sorniona quella dell’altro protagonista. L’orologio trilla inflessibile i sei round canonici davanti ad una platea che sta riscoprendo la bellezza di sedute di allenamento tra atleti di un certo rilievo. Un po’ come avveniva parecchi anni fa quando la Capitale era diventata strada d’obbligo dei grandi campioni d’oltreoceano, che si esibivano in palestre storiche come l’Audace, l’Indomita e la Colombo.


“Wonder Boy” non si sottrae ad una chiacchierata con noi, sembra essere diventato un perfetto self men che sa relazionarsi con l’altra parte…
Tu sei giovane e in pratica ancora fresco di professionismo, che cosa ha comportato il passaggio dal dilettantismo?
“Il professionismo è un pugilato che mi piace di più, mentre da dilettante si scagliavano colpetti per strappare punti dalle macchinette a scapito della potenza”.
Come è cambiata la tua vita?
“Diciamo subito che è cambiato il mio modo di allenamento. Mentre prima mi basavo sulla velocità. Adesso curo molto di più la potenza e svolgo sedute più intense. Un mese lo dedico al potenziamento e un mese lo dedico al fiato e alla velocità”.
L’avversario che ti ha messo più in difficoltà?
“Roberto Ferri, il mio allenatore”.
E sul serio?
“Tutto sommato fino ad ora abbiamo sempre gestito bene i match. In pratica programmiamo tutto, abbiamo una metodologia di allenamento che mi fa salire sul ring con le idee chiare”.
Nell’ultimo match, quando hai conquistato il titolo, sembravi un po’ in difficoltà?
“E’ vero lì qualche difficoltà l’ho incontrata, ma più per un problema fisico”.
Tu fai solo pugilato?
“Il pugilato è la mia professione. Mi trovo benissimo qui alla Talenti Boxe dove Roberto mi ha accolto come un figlio”.
Sei in contatto con Buccioni?
“Con lui mi sento ogni giorno. Davide s’informa come sto e soprattutto come va l’allenamento”.
Hai qualche interesse?
“No. Oltre al pugilato non ho altri interessi. Questa è la strada che ho scelto e a cui mi dedico interamente. Penso che sia la strada giusta e la voglio percorrere fino alla fine, poi si vedrà. Alle altre cose mi dedicherò quando non sarò più pugile”.
Parole chiare che non lasciano spazio ad equivoci. Adriano da dilettante ha vinto tutto quello che c’era da vincere, gli sono mancati solo gli Assoluti, dove ha conquistato la medaglia d’argento. Aveva tutto il tempo per programmare la sua partecipazione alle Olimpiadi, ma ha preso la sua decisione gettando la maglietta alle ortiche ed è entrato in un mondo che lo ha accolto a braccia aperte e che lui sta ripagando dall’alto di una tecnica e intelligenza fuori del comune.

Di Alfredo

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