Patrizio dopo l’atto unico “Patrizo vs Oliva” riceve nello storico Teatro Sala Umberto, nel cuore di Roma, un prolungato applauso con cui si mescolano la sua fama di campione, di attore, di polivalente uomo di spettacolo sul ring, al cinema, a Teatro, in Televisione, con una mira sussurrata di riuscire a cantare al Festival di Sanremo. Dopo i ringraziamenti di rito per un parterre ricco di personaggi del mondo dello sport, dello spettacolo e della politica, confessa candidamente di aver tremato prima di salire sul palco, molto più che sul ring “Ho avuto il terrore di dimenticare qualcosa, di sbagliare, di rovinare così una recitazione provata e riprovata in ogni dettaglio, una sensazione che non ho mai avuto prima di un combattimento”. 70’ di recita sono passati in un lampo di fronte a un pubblico incantato per la sua bravura, ben coadiuvato da un’ attrice del calibro di Rossella Pugliese, per la regia di Alfonso Postiglione, autore Fabio Rocco Oliva, che ha scritto il libro “Sparviero”. Quella di Patrizio da ragazzo è una vita di stenti, dove una famiglia cerca di barcamenarsi in qualche modo: un padre, che a volte ricorre alla violenza, una madre che sacrifica la sua vita per dedicarla alla famiglia; poi ci sono Ciro, una promessa del calcio, Mario che si allena in una palestra di pugilato. Un giorno Patrizio va a vedere il fratello in palestra e rimane folgorato dall’ambiente, dall’odore, da qualcosa di indefinibile che gli entra dentro, e ripete i movimenti dei pugili davanti a uno specchio. Ciro purtroppo muore giovane e Patrizio si presenta nella palestra dove si allena Mario, da lì inizia la sua carriera di pugile. Per la madre è un dolore ma il giovane le promette che non si farà rompere il naso. I risultati gli danno ragione e in un Torneo Juniores viene eletto miglior pugile. La sua è una carriera in discesa fino a diventare perno fisso della Nazionale. Sui giornali appaiono articoli che parlano di lui: Franco Esposito, Adriano Cisternino, Dario Torromeo, sono firme che non hanno bisogno di presentazioni. Oliva sulla scena si toglie gli abiti dimessi da borghese per rimanere in calzoncini e indossare un paio di guantoni. Mima i movimenti e davanti al pubblico ammirato fa una vera seduta di allenamento: non ha età con un fisico scattante e modellato senza un grammo di peso in più. Tutto serve per arrivare al momento culminante, in cui il radiocronista urla il suo nome, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 e come allora davanti al televisore il pubblico applaude dentro il Teatro.