di Alfredo Bruno
Alessandro Vitturini (+ 8, -5, = 1), 24 anni, è l’ultima nostra intervista effettuata nella Boxe Roma di San Basilio, in attesa delle prossime che effettueremo nella Talenti Boxe e nella Team Boxe Roma XI. Vitturini apparentemente è un ragazzo di poche parole fuori del ring ma dentro la sua boxe aggressiva diventa più efficace di un discorso. La sua è una boxe scarna ma incisiva, poco gradita dai suoi avversari e questo fa di lui il classico prototipo di pugile che ci pensi due volte prima di accettarlo.
Perché il pugilato?
“ Ho cominciato tanto per fare un po’ di sport. Strada facendo ho visto che andavo bene e mi è piaciuto, una passione cresciuta dentro e difficile da togliere”.
Cosa ne pensano i tuoi?
“All’inizio non erano contenti che avevo scelto questo sport. Adesso, soprattutto mio padre, hanno cambiato idea e anzi addirittura mi danno suggerimenti”.
Che fai nella vita?
“Lavoro in un’edicola di giornali qui in zona con mio padre e mia madre. Questo mi da la possibilità di allenarmi bene”.
Che titolo di studio hai?
“Ho il diploma di Tecnico Industriale”.
Come ti definisci pugilisticamente?
“La mia è una boxe aggressiva e penso di avere anche una discreta potenza. Vado dentro e impongo un ritmo sostenuto. Sta al mio avversario accettare gli scambi o girare al largo”.
Qual è stato il match più difficile?
“Più che difficile è che ho trovato una differenza nell’avversario quando ho incontrato Cipolletta al Guanto d’Oro. Io avevo disputato pochi incontri e lui 37, non mi era mai capitato un divario così. Aveva un incredibile gioco di gambe e una perfetta padronanza. Ho perso di 7 punti ma penso di essermi comportato bene. Sentivo sempre il suo allenatore che gli gridava di girare al largo”.
Hai qualche interesse?
“Mi piace la musica e i vari generi dal rock al blues. Su tutti prediligo il gruppo dei Doors”.
Proponiamo un tema logoro ma inevitabile come quello del professionismo…
“Per ora non ci penso, lo vedo un po’ come un sogno. Per ora penso sempre al prossimo incontro. Se raggiungerò il punteggio, perché no”.
Il tuo pugile preferito?
“E’ senz’altro Oscar De La Hoya, oltre che per la bravura anche per quello che è diventato. Per quanto riguarda invece il passato Ray Leonard. Sto attualmente leggendo un libro che parla della sfida tra Louis e Schmeling. Mi piace moltissimo e ho visto su Youtube i match di Louis, che è stato un grandissimo campione”.
Segui il pugilato su Internet?
“Poco perché mi piace più uscire che stare dietro al Computer. Lo seguo solo dopo che ho combattuto per sapere quello che si dice su di me”.