Occorre essere onesti: “Quante chances si attribuivano ad Antonio Moscatiello nel suo match valevole per il titolo europeo dei welter di fronte a Leonard Bundu?”. La risposta è semplice: “Pochissime! E quelle poche erano figlie dell’imprevedibilità che qualche volta si nasconde sorniona dietro le pieghe di un match”. Al Palasport EIB di Brescia tutto è avvenuto, nella riunione organizzata da Mario Loreni, secondo la logica, quella del più forte, del più bravo.

Moscatiello ha colto l’occasione al volo, ha perso per la prima volta, ma nel suo diario intimo sa di aver fatto tutto il possibile di fronte a un campione vero. Leonard Bundu si è presentato in condizioni di forma smaglianti, segno di una preparazione accurata nei minimi dettagli in vista del match che avrebbe dovuto disputare contro Gianluca Branco, avversario che ha dato forfait per un’incrinatura ad una costola.
Sul ring prima del match c’è stata la solita passerella di campioni e personalità abbiamo intravisto tra gli altri Bruno Arcari, Franco Musso, Sante Amonti, Gianluca Branco, Giacobbe Fragomeni, Antonio Verdiani, Luca Messi, Franco Cherchi, Valerio Nati, Natale Vezzoli, Piero Tomasoni, Francesco Spinelli, Francesco Damiani, Domenico Valentino, Simone Rotolo. Supervisore per l’EBU era Antonio del Greco, Vicepresidente Vicario della Federazione Pugilistica. Commissario di Riunione Giovanni Fiorentino, mentre ad arbitare era chiamato Guido Cavalleri.
Si capisce subito appena suonato il gong che per Moscatiello sarà una serata tutta in salita: Bundu prende subito l’iniziativa e i suoi colpi partono sciolti con bersaglio indifferente al volto e al corpo. Moscatiello tiene la massima copertura aspettando l’occasione per replicare dalla corta distanza. Le combinazioni a due mani di Bundu entusiasmano i suoi fans, accorsi numerosi, e la ripresa termina con Moscatiello chiuso alle corde. Stesso clichè nel secondo round: Bundu cambia guardia in continuazione per non offrire punti fermi e scaricare le sue serie veloci. Un montante sinistro e un gancio sinistro di Bundu reclamano il diritto d’autore. Il terzo round vede un Moscatiello deciso a vendere cara la pelle: un suo destro arriva a segno e in uno scambio accidentalmente si scontrano le teste. Un rivoletto di sangue scende dalla fronte di Bundu che accelera le sue azioni, anche se Moscatiello regge bene l’urto. Al prima impatto sanguina di nuovo la fronte di Bundu nel quarto tempo. Moscatiello è un generoso: accetta lo scambio ma deve incassare in successione un montante sinistro e un gancio destro. Il ritmo imposto da Leo è frenetico. Nel quinto round la conclusione: il campione parte con una bella serie, cambia guardia e spesso trova spazio per colpire un avversario che sembra accusare improvvisamente la durezza del match. Un’ennesima serie sembra infrangersi nella stretta guardia di Moscatiello, trova invece la sua conclusione con un isolato quanto micidiale montante al fegato. Moscatiello si accascia, cerca disperatamente di rialzarsi ma l’out dell’arbitro lo trova ancora in ginocchio.
La serata ha avuto oltre al Titolo Europeo il conforto di un buon numero di match. Nei superwelter Orlando Fiordigiglio (+ 12) aveva la meglio su Simone Cattin (+7, – 2). Il primo con all’angolo Meo Gordini cerca d’imporre subito la sua maggiore potenza anticipando bene nello scambio il suo avversario. Nel secondo round Fiordigiglio colpisce Cattin con un gancio destro alla tempia costringendolo al tappeto. Dopo il conteggio Fiordigiglio cerca di concludere, ma Cattin si difende bene anche se presenta un leggero taglio all’occhio. Nel terzo round a sorpresa Cattin si mostra più attivo e determinato. Il quarto round inizia con un buon destro di Fiordigiglio. Dopo uno scambio l’arbitro Poggi chiama il medico per visionare la ferita. Per il dottor Tagliaferro non ci sono dubbi il match finisce e il verdetto viene assegnato a Fiordiglio per kot.
Con una certa curiosità era atteso all’opera il massimo Matteo Modugno, fresco campione d’Italia dopo la netta vittoria su Vidoz. Il gigantesco pugile piacentino aveva di fronte l’esperto Adnan Buharalija, un mancino proveniente dalla Bosnia. Modugno, ben seguito all’angolo dal maestro Zennoni, prende subito l’iniziativa, ma si lasci spesso invischiare da un avversario smaliziato. Il serbo ogni tanto spara qualche sventolaccia e si dimostra anche abile nello schivare. Dal quinto round si volta pagina: Modugno dà più continuità alla sua azione e mette alle corde il suo avversario. Nel sesto il piacentino dopo una serie costringe l’arbitro a contare il suo avversario. Modugno non concede tregua e Buharalija è costretto ad incassare altri duri colpi fino a quando De Ruvo sospende il match. Per Modugno un altro passo in avanti: il colosso mostra ancora qualche ingenuità dilettantistica, ma ha dalla sua un’incredibile velocità di braccia  e soprattutto l’età; a 24 anni c’è tutto il tempo per formare un atleta che darà senz’altro soddisfazioni.
Nei match d’apertura il superwelter Soufiene Ouerghi non aveva difficoltà a battere per kot al secondo round Florin Oanea; mentre Francesco Alberti superava ai punti Andriy Romanko. L’attesa sfida tra l’imbattuto Paolo Lazzari (+ 12, = 1) e il rientrante Luca Michael Pasqua (+15, – 4, =2) terminava in parità al limite dei pesi welter.  

Foto di Marco Chiesa

Di Alfredo