di Alfredo Bruno

copia-di-dsc_2435.JPGNella riunione di ieri sera a Fiumicino per certi versi si è vissuto in un clima surreale quando è entrato in scena Emanuele Della Rosa per affrontare Hassan Saku. Quello del “fornaretto” sta diventando una sorta di clichè o deja vu. Diventa difficile commentare il suo match e ci si trova al bivio di ritenere forse di aver visto una sorta di sport estremo, dove boxe, lotta, spinte, scorrettezze vanno di pari passo a ruota libera, e ti accorgi che oltre ai due pugili sul ring c’è il vero protagonista: l’arbitro, soprattutto quando riesce a far terminare l’incontro al limite delle sue 8 riprese. Per il signor Zannoni si è trattato di un’impresa titanica con relativa perdita di qualche chilo sotto il caldo dei riflettori.

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Il tutto ha anche un risvolto incredibile che consiste nell’entusiasmo della gente, prima e dopo il match, e la serenità dei due pugili che alla fine si abbracciano sorridenti e si fanno fotografare insieme con in braccio un bambino perplesso.Quando scende dal ring l’arbitro Zannoni, tra il serio e il faceto, lancia la proposta ad alcuni suoi colleghi: “La prossima volta arbitriamo tre riprese per ciascuno”. E’ grande festa comunque a fine serata per il numeroso pubblico accorso ancora una volta  per sostenere il suo “Ruspa”. Il problema a questo punto sorgerà forse se un giorno vedremo combattere Emanuele in maniera esteticamente normale: potrebbe anche accadere, siamo nell’ipotesi di fantascienza, che venga squalificato o addirittura fischiato dal pubblico.
Diciamo subito che questo Hassan Saku, ugandese alla corte svedese dell’organizazzione di Mogens&Bettina Palle, si è rivelato per quel poco che si è potuto vedere un buon pugile, resistente, qualità indispensabile per finire le otto riprese con “Ruspa”, e all’occorrenza anche lui ben disposto alla lotta e alla scorrettezza. L’arbitro, dopo una ripresa svolta tra scivoloni e colpi a vuoto nella miglior tradizione di un film western, affibbiava nel round successivo un richiamo a ciascuno. Ma non era sufficiente per calmare i bollenti spiriti. I round passano in una sorta di copia e incolla. Qualcosa si intravede a partire dalla quinta ripresa: Della Rosa riesce a portare bordate al corpo che Saku incassa con disinvoltura, cercando di replicare senza trovare la strada in un groviglio di braccia (comprese quelle dell’ arbitro per separarli). Vedere Sordini all’angolo è uno spettacolo a se: perplessità e disperazione vanno a braccetto. Il buon Luciano rischia di vedere il suo fegato tritato: “Non è possibile! Vi giuro che in palestra il ragazzo fa cose eccezionali, ma quando sale sul ring si scorda tutto”. Nelle due ultime riprese Saku dà lievi cenni di cedimento più per la fatica che per i colpi che Della Rosa comunque carica ancora di più al corpo. Sul verdetto non ci sono dubbi: Emanuele Della Rosa ha ottenuto la sua sedicesima vittoria. Sotto a chi tocca.
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E’ stata nel complesso una bella serata ottimamente organizzata dalla Sordini Boxe, curata nei particolari. In questo bisogna pure mettere la firma di Enrico, fratello di Emanuele, che si sta cimentando con discreto successo nel ruolo di Promoter. La riunione, ben introdotta da uno speaker d’eccezione come Valerio Lamanna, è stata ripresa da TeleRoma 56, presente al gran completo con la telecronaca di Stefano Piccheri e Marco Zonta; ma soprattutto con la visione di ospiti di riguardo come Lamberto Giorgi, Aldo Donati e Andrea Colacione, assai conosciuti per le loro trasmissioni su Roma e Lazio. Anzi Giorgi e Donati sono saliti sul ring, hanno infilato i guantoni disputando un round che vale quasi quanto un derby.
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Nel primo match di professionisti ha fatto la sua seconda apparizione a Fiumicino Marco Paolini che ha affrontato Armend Tatari, anche lui buon protagonista della precedente riunione. Paolini, che si è sottoposto alla cura Sordini, è apparso migliorato e più riflessivo. Ha braccato Tatari alla ricerca ossessionante del corpo a corpo che le sue braccia corte richiedono, ma lo ha fatto con giudizio senza ricorrere a scorrettezze. Il match è stato piacevole e Tatari, più veloce di braccia, non è stato certo a guardare tenendo in apprensione l’avversario con le sue improvvise reazioni. Il match si è dipanato equilibrato ma la giuria ha premiato Paolini, tenendo forse conto dei suoi progressi e della sua passione.
La serata iniziata con lieve ritardo prende il via coi dilettanti. La Porta fa dell’aggressività il suo credo e per Vicinanza diventa un problema contenerlo come testimoniano i due conteggi subiti. Sinceri ha dalla sua l’altezza e usufruisce di lunghe leve, ma deve far fronte alla maggiore aggressività di Groe. L’allievo di Mattioli e Ascani è abile nel colpire indietreggiando, ma il finale tutto cuore del suo avversario ristabilisce la parità. E’ la volta dei massimi Pessina e Pontone. Quest’ultimo parte da lontano, e può permetterselo vista la sua altezza, caricando i colpi. Pessina ha una rabbiosa reazione nel secondo round che mette in difficoltà l’allievo di Sordini. La continuità sta dalla parte di Pontone, ma Pessina è da prendere con le molle come dimostrano un paio di duri scambi nel round finale. Anche qui la parità non dispiace. Domarin migliora di match in match e acquista sempre più sicurezza nei propri mezzi. Il sardo Madau in guardia destra cerca disperatamente di accorciare le distanze, ma viene pescato spesso d’incontro rischiando come dimostrano i due conteggi del secondo round. Il match è intenso e si chiude con uno bello scambio. Madau non aspetta il verdetto e alza la mano di Domarin. Parte al rallentatore il match di Ottavio Spada con l’esperto Lamberti che lo costringe a subire un conteggio nel secondo round. Dalla terza ripresa Spada accelera il ritmo e per Lamberti cala il sipario come dimostra il conteggio dell’ultimo round. Il giovane riceve il premio come miglior pugile dilettante della serata e viene festeggiato da fans d’eccezione come Pasquale Di Silvio, Domenico Spada e Sante Spada.
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Una vetrina a parte merita la presenza e l’esibizione di Roberto Meloni e Ylenia Scapin, due grandissimi campioni del Judo, che rappresenteranno l’Italia a Pechino. La boxe non viaggia più da sola e trova sempre più consensi e solidarietà da altri sport.  
RISULTATI
Dilettanti
Cadetti – Leggeri: Federico La Porta (Sordini Boxe) b. Ciro Vicinanza (Campania).
Juniores – Superwelter: Ottavio Spada (Sordini Boxe) b. Mario Lamberti (Campania). Massimi: Edoardo Pontone (Sordini Boxe) e Patrick Pessina (F.F. Fight Club) pari.
Senior – Superwelter: Alessio Domarin (Laima Team) b.  Elia Madau (Sordini Boxe). Mediomassimi: Davide Groe (Sordini Boxe) e Marco Sinceri (Team Boxe Roma XI) pari.
Professionisti
Superwelter : Marco Paolini (Mario Loreni) b. Armend Tatari (Mario Loreni) a.p. 6r.
Welter: Emanuele Della Rosa (Mario Loreni – kg. 68,5) b. Hassan Saku ( Uganda – kg. 68) a.p. 8r.
Arbitri: Barrovecchio R.(c.r,), Zannoni, Ciafrone, Frascaro, D’Erasmo, Di Mario.
Medico: dott. Emiliano Bonanni.

Di Alfredo

2 pensiero su “Della Rosa vince un’altra battaglia a Fiumicino”
  1. No comment. La tua opinione è giusta e rispettabilissima. Accetto di meno quando una persona si erge a giudice. La democrazia è bella per la varietà e la libertà di giudizio. Non so se il match sara Teletrasmesso: se così fosse non devi fare altro che sintonizzarsi su un altro canale.Da parte mia non lo condanno e penso di aver fatto una cronaca giusta. Io stimo chiunque sale sul ring e si infila i guantoni, compresi Aldo Donati e Lamberto Giorgi. Ti saluto e a presto.

  2. Salve,
    ieri sera sono entranto al palazzetto e mi sono messo da una parte da solo non conoscendo nessuno. Certo, avevo proprio ragione a contestare Della Rosa. ma vi rendete conto che incontro che abbiamo visto? Sono pochissimi anni che seguo il pugilato e ieri sera ho assisti to al match più brutto che abbia mai visto. Mi auguro vivamente che Della Rosa smetta con la boxe e si dedichi appassionatamente alla sua attività di fornaio.
    Mi auguro anche che il match non vado su teleroma 56 altrimenti la boxe farà veramente una figura pessima. mi dispiace esser stato duro ma dovevo farlo rispettando chi fa la vera boxe e contrastando ancora chi scrive che Della RFosa fa battaglie per pure amicizia e non per giornalismo sportivo.
    Rex

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