FilosofiabiciLibri di Sport – Curzio Malaparte tifava Coppi o Bartali? Nietzsche non sapeva pedalare, Socrate invece sì. Veronesi agli infartuati: pedalate.

La filosofia va in bicicletta – Walter Bernardi – Ediciclo editore – Pag. 176 – Euro 14.50

Lavoro di comparazione con grande leggerezza, che vuol dire ironia per non prendersi troppo sul serio. Coniugare le fatiche del ciclista con una spruzzata di filosofia può risultare esercizio utile al corpo e alla mente. Saprete sicuramente che Veronesi suggerisce agli infartuati sane pedalate. Un certo Socrate, croce e delizia per milioni di studenti, avrebbe scelto la bici e ignorato calcio, basket e volley. Il ciclista basco Horrillo, è il 2009, nella tappa da Morbegno a  Bergamo, scendendo dalla Culmine di S. Pietro, al confine con Lecco perde il controllo della bici, precipitando per 80 metri. Ricovero in ospedale, con trauma cranico e fratture dalle spalle ai piedi. Due giorni di coma farmacologico, poi il risveglio e il recupero totale. Rifiuta di ritenersi un miracolato, solo fortunato, non essendo un credente. L’autore assicura che divora Nietzsche, il krukko che ha lasciato un segno profondo nel pensiero critico dell’epoca, avendo spaziato nella poesia, filologia, fu anche compositore e l’autore lo infila ovunque come il prezzemolo. A dimostrazione della simpatia che prova per il baffutissimo tedesco. Pedalando nei vari capitoli, ecco spuntare Bartali e Coppi con Malaparte al fianco, Gimondi e Armstrong, Diogene e Platone, Aristotele e tali Teofrasto e Licone, che trovano posto  perché amanti della fatica, il secondo fu pugile e calciatore. Non manca il discusso incontro tra Alessandro Magno con Diogene (330 a. C.) che in fatto di carattere non era secondo a nessuno. Non ve lo descrivo, dovete leggerlo voi. Chi pensa sia un libro uggioso e pesante sbaglia. E’ un bel cammeo gigante, dove l’ironia la fa da padrona. E fa amare quella storia che molti studenti odiano.

Giuliano Orlando

Di Alfredo