di Giuliano Orlando

Avendo seguito l’evento in televisione,con sorpresa e dispiacere ho appreso solo in mattinata, della rissa furiosa dopo la battaglia, peraltro gagliarda e corretta tra Manuel Lancia (11-0-1) il campione italiano leggeri, riconfermato e lo sfidante Pasquale Di Silvio (17-6-1) sconfitto con l’onore delle armi. La riunione di Ostia, seguita dall’abituale numeroso pubblico, chiassoso ma non oltre le righe, presentava ben tre clou, tali sono da ritenersi i confronti titolati, non essendo stati da meno i match al femminile: quello europeo mosca tra l’inossidabile Simona Galassi (21-3-1) e l’indomabile trentenne francese Laetitia Arzalier (8-4-1) una specie di robot umano, che ha ripetuto per dieci round il programma d’attacco: avanti per scaricare colpi esterni senza alcun appoggio, quindi inefficaci, ma dimostrando resistenza e caparbietà incredibili, oltre a limiti tecnici notevoli. La Galassi stilisticamente è una docente di boxe, il repertorio è infinito, una mancina da videoteca. Non ha rischiato nulla, ma non ha neppure incantato e spesso si è chiusa in difesa, per recuperare il fiato. Raramente ha portato le serie che dall’angolo invocavano, limitandosi al diretto destro e al montante sinistro sopra e sotto. Per fermare la transalpina ci volevano almeno tre colpi, replicati. Vittoria netta: esagerato il croato Rukavina (100-91), corretti Lewis (Ing) 97-94 e Djagig (Serbia) 98-94. Fin qui nulla da dire. Non meno intenso il confronto valido per il tricolore leggeri tra l’avvocato Anita Torti (9-3-1), titolare della cintura e la romana Monica Gentili (3-1) che  sfidava la pavese con sangue del Madagascar per via materna, il papà lombardo era ingegnere operativo da quelle parti negli anni ’70. Il primo incontro disputato a Pavia, a giudizio personale, era stato vinto in modo chiaro dalla Torti, pur se il verdetto indica split decision (2-1). L’autore del cartellino solitario, dopo aver rivisto l’incontro al video, ammetteva di essere andato fuori registro. L’angolo della romana, non era d’accordo, e ci può stare. Il tutto ristretto al dialogo tra sportivi. L’altra sera il match è stato di una chiarezza esemplare. La sfidante subito in avanti cercando la corta distanza e la titolare bene in linea, capace di costruire una barriera difensiva talmente attiva da chiudere la porta ad ogni replica o quasi. Che il pubblico esplodesse ad ogni colpo più o meno a bersaglio della Gentili, che combatteva in casa, ci pare giusto. Il bilancio reale però non aveva appigli, reso ancor più evidente dal conteggio subito all’ottavo round dalla sfidante, su un preciso destro, che da diversi round subiva in maniera netta i colpi diritti e precisi di una Torti decisamente più tonica del primo confronto. Redigendo un cartellino onestissimo, tra le due ci correvano almeno 4 punti, considerando che il round del kd, gliene concedeva due. E’ pur vero che la voce della tv non aiutava, semmai creava solo confusione, per l’inconsistenza del commento, ma ascoltando il giudizio dei tre giudici Muratore  e Derasmo (96-93) e ancor più quello sconcertante del signor Di Mario (96-94) si capiva che l’ambiente aveva influito. Detto in soldoni, se non ci fosse stato l’ottavo round, per un giudice era incontro pari o forse avverso alla Torti. Per fortuna il pubblico e l’angolo della Gentili, risultavano più realisti del signor Di Mario e accettavano il giusto verdetto. Veniamo alla prevista battaglia leggeri al maschile, tra il più giovane Manuel Lancia (27 anni) titolare in carica e Pasquale Di Silvio (35 anni il 17 agosto) sfidante. I due si conoscono bene, non sono amici ma questo non significa nulla. Lo scorso anno, si erano affrontati sul ring di Guidonia e l’incontro era andato a Lancia con un verdetto risicato (2-1) anche se il pari avrebbe meglio espresso i valori. Stavolta la vittoria del campione è stata limpida, maturata nel corso dei dieci round, per un motivo molto semplice, la miglior condizione atletica e anche l’età hanno fatto la differenza. Lancia ha un repertorio non molto vario, ma i colpi sono efficaci e Di Silvio, ne ha pagato le conseguenze fin dall’inizio, subendo un conteggio sul gancio sinistro di Lancia alla seconda tornata. Bravo a recuperare dopo la botta, ma l’ottimo fraseggio tecnico dello sfidante, un fiorettista elegante ma senza quel pizzico di potenza che avrebbe fatto la differenza, non bastava.  Il match è andato avanti a ritmi alti, con un tema unico: Lancia in avanti e Di Silvio a limitare i danni, anche se con reazioni d’orgoglio ammirevoli. Vittoria netta del campione e l’imprevisto extra match dopo il verdetto.

 Foto di Renata Romagnoli

Di Alfredo