u10102506OBIETTIVI FORMATIVI
Il corso intende fornire le conoscenze di base per la gestione e l’organizzazione delle metodologie generali e specifiche di allenamento nonché la capacità di programmazione le fasi antecedenti l’evento sportivo. In particolare, saranno approfondite le conoscenze sulle tecniche e sulla tattica relative alla disciplina del pugilato, sull’addestramento e sulle connesse metodologie di allenamento. Verranno fornite, inoltre, le conoscenze appropriate per la preparazione psicologica del pugile con particolare riguardo alla prevenzione e gestione dell’ansia nonché all’applicazione dei principi generali dell’alimentazione. Particolare attenzione verrà rivolta infine alle norme dell’Ordinamento Giudico Sportivo e alle carte federali della F.P.I.

DESTINATARI
Possono essere ammessi al corso coloro che all’atto dell’iscrizione abbiano compiuto 18 anni (anche atleti in attività) e siano in possesso della licenza di scuola media inferiore. Il corso è rivolto, inoltre, a laureandi e laureati in scienze motorie, educatori e insegnanti, allenatori, preparatori atletici, team manager, dirigenti di società sportive e singoli atleti che intendano acquisire ed ampliare la conoscenza e le competenze nel settore della disciplina del pugilato. I frequentanti dovranno produrre la certificazione di idoneità fisica allo svolgimento dell’attività di tecnico

METODOLOGIA
Il corso sarà caratterizzato da lezioni teoriche e pratiche ed eventuali seminari.

ESAME FINALE
Al termine del corso verrà effettuato un esame che comprenderà prove teoriche e pratiche. Il superamento dell’esame comporterà il rilascio del diploma – che può essere rilasciato unicamente dalla F.P.I. – di abilitazione all’attività di tecnico federale. Il rilascio del Diploma è subordinato alla frequenza minima dell’85% delle lezioni.

LUOGO
Il corso si terrà presso la sede del Comitato Regionale Lazio – Federazione Pugilistica Italiana, Palestra dello Stadio Flaminio di Roma. Alcune lezioni pratiche si potranno svolgere presso altre strutture.

DURATA
Il corso avrà la durata di circa due mesi (febbraio e marzo 2010) e si svolgerà nei fine settimana, sabato e domenica, secondo il seguente orario: 9.00 – 13.00 e 14.00 – 17.00 (sabato) 9.00 – 13.00 (domenica), per un totale di 80 ore.

PROGRAMMA GENERALE
o Teoria dell’insegnamento
o Metodologia dell’allenamento
o Fondamenti di anatomia
o Fisiologia dell’esercizio fisico
o Tecnica e Tattica del pugilato
o Elementi di scienza dell’alimentazione
o Medicina Sportiva con particolare riferimento ad             
     elementi di traumatologia e pronto soccorso
o Ordinamento Sportivo, Carte federali e
     Regolamenti F.P.I.
o L’attività giovanile ed amatoriale nel pugilato.

ISCRIZIONI
Le prescrizioni potranno effettuarsi, presso la segreteria del C.R.L.-F.P.I., dal 14 settembre 2009, e dovranno essere confermate, con il versamento della quota di frequenza, entro il 10 gennaio 2010. La quota di iscrizione è di € 380,00.
Il Corso sarà attivato con un minimo di 30 partecipanti e non potrà superare le 60 unità. Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria del Comitato Regionale Lazio al numero 063240350 dalle ore 16.00 alle ore 18.00

Di Alfredo

3 pensiero su “Corso di aspirante tecnico di pugilato organizzato dal Comitato del Lazio”
  1. su alcune cose non sono d’accordo
    considerando un ipotetico comitato regionale come un’azienda che deve capitalizzare e investire per svilupparsi e crescere, necessita di avere un apporto in entrare e altrettante uscite cosi da pareggiare i conti il surplus va investito per migliorare la qualità e aumentare il prestigio e la potenziale capacità di assumere per un impresa.
    la stessa politica per chi ha dimistichezza la segue un ipotetica università che organizza corsi o master che rilascia al costo di minimo 3000 euro. gli sicritti purchè laureati possono conseguirlo anche se somari, ma che questo gli sia utile inseguito è tutto dire.
    l’ipotetico comitato sa che per crescere e migliorare nel servizio e nel prestigio ha bisogno di investire… ma cosa investe, da dove prende i soldi, dai corsi ed attestati che rilascia. la macchina si olia e funziona o cerca di funzionare per il meglio.
    quindi è possibile che tra i corsisti ci sia la possibilità della presenza di ex pugili suonati, laureati in scenze motorie, chi di pugilato non ne sa niete e pensa che sia una possibilità in più per investire in qualcosa che prima o poi potrebbe servire. alla fine c’è la selezione naturale non è detto che chi lo ha conseguito riesce a mettere su una palestra, ad affiliarsi e a fare quello che di solito fa un’associzione dilettantistica. dopo i due anni di tirocinio in un’associazione e dopo l’obbligo di almeno 3 corsi e dopo l’esame per la qualifica di tecnico di tempo ne passa e i numeri diminuiscono. disolito si iscrive chi già ha una palestra o ci si allena ed ormai avanti con gli anni decide di diventare l’allenatore.
    sicuramente lo sfigato sarà l’atleta x che deciderà di allenarsi dal maestro y che di tecnica e di tattica non ne capisce nulla e quindi passerà anni ad allenarsi per diventare cosa…
    si sa, ma anche alcuni medici sono medici sulla carta…
    quindi in buona sostanza, l’abito, non fa il monaco.
    insomma sono tante le variabili intervenienti che mi fanno pensare che non 380 euro ma almeno il doppio dovrebbe costare il corso cosi chi è veramente intenzioanto e vede nella cosa possibilità future ci si sicrive. stai pur sicuro che gli incerti e chi non ha capacità di previsioni sul proprio futuro non ci si iscrive.
    è pur vero comunque che in un associazione dovrebbero coabitare un maestro con esperienza matura sul ring, uno che pur non avendo esperienza da ring, ovvero almeno una ventina di match e anni di guanti in sedute di allenamento che ha preso cosicenza di come almeno si allenano un numero minimo 3 di palestre, sappia fare il preparatore atletico e saper combinare i nuovi metodi e le nuove tecniche degli allenamenti, e un terzo che sappia qualcosa di pedagogia.
    a questo ci si deve legare la signora umiltà che se c’è fa funzionare la macchina, ma aimè tra i maestri di pugilato scarseggia un pò.
    per quanto riguarda il pedigree, si in questo caso il comitato o la federazione deve intervenire e monitorare le palestre che non sono affiliate e fanno corsi di pugilato, ed in quel caso intervenire per il rispetto per chi invece lo fa nella regola. ma qui sarebbe necessario fare comnicazione esterna ossia trovare il modo giusto di far sapere soprattutto ai ragazzi che chi vuole praticare questa disciplina deve sapere che…….. e questo secondo me si può fare durante le manifestazioni agionistiche svolte in piazza, quelle di promozione che vengono svolte durante le feste e nelle scuole.
    dire ad esempio. queste sono le regole che segue una palestra di pugilato, affiliazione, vistita medica per l’idoneità, assicurazione etc etc, le altre queste garanzie ve le danno. da noi si affilia anche l’amatore. primda di entrare nella palestra x e fare lo sport y il ragazzo o chi per lui tutto ciò lo deve chiedere ed è da li che il pugilato rispetto agli altri sport da combattimento fa la differenza.
    quindi io un corso del genere lo comincerei a far pagare il doppio cosi se il tizio è interessato sulle potenzialità che gli offre il titolo ci penzsa due volte.

  2. anche con sommo rammarico appoggio la tua arringa i comitati tutti nessuno escluso lucrano su questi diplomi che vengono sfornati a gettito continuo sensa sapere a chi lo danno sanno solo che lo danno alle 380 euro che uno anche se di boxe non ne capisce niente paga. e’ una vergogna.riflettete voi comitati se almeno avete un po di pudore che ci sono piu’ tecnici che pugili fate un po di conti e vedrete chi ha raggione

  3. Continua la miope politica dei comitati Regionali e della FPI, che per 30 denari svendono la immagine del pugilato e danno il patentino di Tecnico a degli individui ai quali della boxe non interessa nulla ma che vogliono acquisire questo titolo per i loro interessi di natura esclusivamente commerciale. Per queste persone il brevetto da istruttore è solo una medaglietta da mettersi al petto, un pezzo di carta da incorniciare e attaccare in palestra, da mostrare a tutti, per migliorare il proprio “pedigree”. Perché parliamoci chiaro in quelle palestre dove si fa di tutto tranne che pugilato, poter vantare una licenza da tecnico della FPI, servita su un piatto d’ argento, è una cosa prestigiosa e una occasione da cogliere al volo. Il diploma viene messo insieme agli quegli altri senza valore sfornati a getto continuo da quelle Federazioni fantasma che chiamano Campionato Mondiale l’incontro tra due scalzacani capitati per caso sul ring . Chi ci rimette non sono quelle Federazioni fantasma che non hanno niente da perdere ma il pugilato , ammesso che il pugilato abbia ancora qualcosa da perdere.

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