di Giuliano Orlando

Il pubblico ama le sorprese e la partenza dell’ABP, al debutto ufficiale è stato accontentato.  Sconfitti diversi favoriti, tra i quali purtroppo anche il nostro Valentino, oltre ai russi Polyanski e Omarov, l’irlandese Ward e il professionista Nader.  Sconfitto a Novisibirsk anche Vincenzo Picardi, contro il favorito Alojan nei 52 kg. A Roma, bella vittoria di Clemente Russo nei massimi: costretto alla resa all’inizio del quinto round, l’ucraino Roman Golovashchenko, 27 anni, da sette professionista con un record di tutto rispetto (13+1-1nc), per un presunto stiramento alla spalla sinistra, in quel momento nettamente indietro. L’italiano rientrava dopo la sconfitta contro l’azero Abdullayev a Guba del 29 marzo 2014, nei quarti delle WSB. Situazione delicata, anche se l’esperienza di Clemente era la garanzia del pronto recupero. Il pubblico accorso al PalaTiziano infatti ha capito tutto e atteso con pazienza di poter vedere il campione del mondo esibirsi come sa fare lui. Inizio prudente, senza rischiare nulla per un round, già al secondo il campano  mostrava quelle movenze a lui abituali e nel terzo ritrovava la scelta di tempo e le movenze usuali. La quarta era in discesa, tenendo conto che all’aspetto imponente dell’ucraino non corrispondeva quella esplosività e velocità che avrebbero potuto creare problemi a Russo. Al gong d’avvio del quinto round Roman non si alzava dallo sgabello, accusando uno stiramento alla spalla sinistra. “Mi sono allenato molto bene, avevo il fiato per i sei round e avrei preferito farli. La resa dell’avversario ha abbreviato la fatica”.                                                                                                                                                                             

 Partenza prudente, senza gigioneggiare. Il fantasma della sconfitta di marzo poteva condizionarti?                                        

“In questo mestiere ci stanno vittorie e sconfitte. Io sono uno che perde raramente. Dai Giochi di Londra, dopo la finale era la prima, il bilancio è decisamente in attivo. L’ucraino non lo conoscevo, era molto grosso e aveva qualche anno meno di me. Volevo semplicemente capire le sue caratteristiche. L’ho lasciato anche colpire, ma quando ha deciso di anticiparlo ho capito di avere più precisione e velocità. Ad ogni ripresa riprendevo le sensazioni positive, per cui l’andamento seguiva la linea prevista. Vittoria importante, fondamentale in questo torneo, perché ti permette di non essere fuori anche se perdi, e non me lo auguro, il secondo incontro, avendo possibilità di rientrare in gioco, nel successivo”.                                                                                                                                                                         

A Bergamo il 21 novembre, il compito sarà molto difficile contro il russo Egorov, campione europeo in carica, un demolitore notevole, attaccante totale. A Roma contro il non disprezzabile algerino Boulodinats, 27 anni, esperto, velocissimo sulle gambe e rapido di braccia, anche se privo di potenza, ha impressionato per la continuità offensiva. Il campione europeo non ha una difesa impenetrabile, ma assorbe i colpi con noncuranza, forte di una potenza e condizione ottimali. Fisico compatto, velocità di braccia, predilige la media distanza dove scarica serie impressionanti. Destinato ad inseguire, sembra non aver problemi nel ruolo. Un avversario di 23 anni contro 32, sarà l’incontro decisivo. Chi vince ha il biglietto assicurato per Rio.                                                                        

“Non sarebbe la prima volta che batto un campione più giovane. Indubbiamente è un signor pugile, compatto e molto forte. Forse un po’ ripetitivo. Devo evitare che trovi bersaglio fermo, giocare sugli spostamenti laterali e toccare in velocità. Abbiamo impostazione diversa, farò il possibile che la mia abbia la meglio. Intanto ho vinto prima del limite e questo è già un piccolo vantaggio. Importante era rompere il ghiaccio. L’ho fatto nel modo migliore. Non sono stato fortunato nel sorteggio,  visto che nell’altro girone, pur rispettando ogni avversario, la qualità è un po’ più bassa. Comunque ogni match ha la sua storia”.                                                                                                                                                            

In effetti, gli altri due incontri non hanno fatto sobbalzare per la qualità. Il kazako Anton Pinchuk, da due anni campione nazionale, ha mostrato più difetti che pregi contro l’argentino Yamil Peralta, a giudizio personale più bravo e continuo. Di parere diverso i giudici, che alla fine hanno indicato nell’asiatico il vincitore. Incontro molto confuso, entrambi imprecisi, con Peralta che almeno cercava di alzare il ritmo, mentre Pinchuk dopo ogni attacco legava e colpiva spesso dietro la nuca. L’arbitro lo ha richiamato dieci volte, sempre amichevolmente. Decisivo il quinto round, assegnato al kazako. Nell’altro confronto, il tedesco Ahmatovic, origini serbe, ha bene impressionato contro l’americano mancino di colore Javonta Charles, dalla struttura notevole, ma fermo all’abc della tecnica, oltre a non aver mascella robusta. Dopo un primo round senza emozioni ma solo intenzioni, già nella seconda ripresa il destro di Emir iniziava a far danni. col primo conteggio. Nel terzo l’americano tentava di recuperare ma finiva per fare il gioco del rivale che lo anticipava, mettendolo giù altre due volte e dall’angolo volava la spugna.                                                                                      

 Se nei massimi i risultati hanno seguito il pronostico, nelle altre quattro categorie messe in archivio, le sorprese non sono mancate. Nei leggeri, è stato il nostro Valentino a subire uno stop imprevisto e pesante contro il filippino Suarez, che aveva dimostrato ai Giochi Asiatici di essere in grande condizione. Split  decision (2-1) purtroppo per Suarez e adesso la strada del nostro titolato atleta è decisamente impervia. Ha perso anche il russo Polyansky, vice campione d’Europa di fronte all’uzbeko Tojibaev, 24 anni, campione nazionale, presente ai mondiali 2009 a Milano a 19 anni, battuto dal marocchino Ouatne nelle eliminatorie. Ha vinto evitando lo scambio e rientrando in velocità. Se la vedrà per giungere in finale col brasiliano Conceicao, ex Thunder Italia, vincitore netto del tedesco Bril. Nella serata svoltasi ad Almaty in Kazakistan, il beniamino di casa Abadrakhmanov, bronzo ai mondiali 2013, svoltisi nella stessa struttura che ha ospitato la prima tappa, si è imposto tra gli applausi all’irlandese Joyce, inutilmente all’assalto. A Novisibirsk in Siberia, Vincenzo Picardi, non ha superato l’ostacolo russo Mickail Alojan, come era stato in passato. Il doppio campione del mondo (2011-2013) si è dimostrato troppo veloce e tempista per l’attuale condizione di Picardi. Vincitori nei 52 kg anche l’algerino Flissi, argento di Almaty, che ha costretto alla resa al secondo round il francese Asloum, professionista di 33 anni, il messicano Emigidio sull’argentino Martinez e il kazako Sulemeinov nei confronti di Latipov, uzbeko più titolato: bronzo e argento iridato nelle ultime due edizioni iridate. Altra sorpresa nei 69 kg. a Baku in Azerbajan, con la sconfitta dell’austriaco Marcos Nader, 24anni, molto sponsorizzato dall’AIBA, per la scelta, professionista con 13 vittorie, un pari e una sola sconfitta contro Blandamura. Lo ha battuto il keniano Okwiri, 28 anni, gran fisico che ha avuto il pregio di metterla sullo scambio e ha avuto la meglio. Battuto anche il tedesco Marutjan, 22 anni, bronzo ai mondiali, dotato di un grande destro, che il turco Sipal ha evitato anticipandolo sistematicamente. L’ucraino Lazarev, confitto da Mangiacapre ai mondiali, si è imposto sul magiaro Kate, che dopo il ritiro ha provato a risorgere, ma la migliore condizione di Lazarev ha fatto la differenza. Delusione del pubblico per la sconfitta, prevedibile, di Mammadov Fariz, 34 anni, professionista dal parecchi anni tra Russia e Germania, di fronte al più tonico e potente russo Zamkovoy, il mancino bronzo a Londra. Nei mediomassimi, ospitati a Sofia in Bulgaria, dove non c’era il pugile di casa, essendosi ritirato Genov, professionista di 33 anni (7+), sostituito dal tedesco Michel che ha superato nettamente St.Pierre della Mauritius, sostituto a sua volta del quotato algerino Benchabla. Il clou indicava la sfida tra due campioni europei, l’irlandese Ward, 20 anni (2011), talento precoce in fase di stallo e il russo Ivanov (2013) che ha dimostrato maggiore consistenza negli attacchi, mentre la boxe di rimessa del rivale, pur mostrando fraseggi di tutto rispetto, pagava scotto. Altra sorpresa la vittoria del francese Buaderlique, 25 anni, argento europeo nel 2010 a Mosca, poco attivo ma capace di tenere a  bada il vice campione olimpico e mondiale, il kazako Niyazymbetov, troppo attendista e poco concreto, fuori forma. Infine l’uzbeko Mamazulunov, campione d’Asia, bronzo mondiale 2013 cedeva alla distanza a Rouzbahami, il miglior pugile  iraniano, molto attivo nelle WSB nell’Astana, 26 anni, titolare a Londra. Anche i +91 regalavano sorprese ed era sempre un francese a compiere l’impresa meno attesa. Parliamo di Yoka, 21 anni, la grande promessa transalpina che al passaggio di categoria non aveva raccolto nulla. Finalmente ha messo a segno il colpo, battendo il mancino russo Omarov, campione europeo 2011, titolare a Londra, possente ma poco coordinato, incapace dopo la sfuriata iniziale di replicare alla miglior boxe del rivale. Anche se relativamente, la vittoria del marocchino Arjaoui sull’ucraino Verveyko desta sorpresa. Brutto match, molti abbracci, col magrebino più furbo al limite delle regole. E’ andata bene al romeno Nistor, grazie al ritiro dell’azero e grande favorito Medzhidov, duplice iridato (2011-2013), che ha trovato il più malleabile tedesco Kiydin, fresco campione nazionale, costretto in difesa stretta contro un attaccante che fa male. Nella norma la vittoria del tedesco Pfeifer, bronzo iridato 2013, 27 anni, radici russe, troppo bravo per l’egiziano Samir. Restano i 49 e i 64 kg. sempre a Novisibirsk. L’AIBA non ha fatto conoscere sedi e date dei 56 e 75 kg.

Di Alfredo