Libertini - CopiaMario Libertini ci ha lasciato in quello che definirei un “anno bisestile” per la boxe laziale. Il personaggio non è circoscritto alla città di Latina dove aveva la residenza, essendo nato 78 anni fa a Priverno, ma a tutta la boxe italiana, anche quella che conta, nella sua plurima incredibile attività di pugile, organizzatore, procuratore, Consigliere di Comitato, presidente per lungo tempo della Boxe Latina. Il suo approccio con la boxe iniziò negli anni ’50, un colpo di fulmine che lo portò a celebrare un’ ipotetica Nozze di Diamante. Si distinse subito tra i dilettanti: un peso leggero di ottima qualità, che fece parte per un buon periodo della Nazionale. Il suo esordio al professionismo avvenne nel 1962, ma durò solo fino al 1965. Si tolse comunque qualche soddisfazione, pur non arrivando a confrontarsi per il titolo, anche se a detta di molti aveva i mezzi. Superò gente di un certo valore come Fontana, Lionetti, Calcaterra, Tramonti. Il suo ultimo match fu quello vinto su Tullio Zanirato a Frosinone. Appese i guantoni al chiodo, ma non abbandonò la boxe. Lavorò nella ditta di Eduino Zucchet, un altro grande appassionato della boxe e grande organizzatore, che riuscì a portare Ray Sugar Robinson a combattere al Palazzetto romano. Libertini apprese l’arte e non la mise da parte, anzì divenne imprenditore fondando la Li.Ma., azienda di derattizzazione e pulizie, ma quello che più conta resta il fatto che si cimentò con successo anche nell’organizzazione con numerosi titoli italiani disputati  nella zona pontina e fuori, con alcuni protagonisti famosi come Petriglia, Adinolfi, Bruschini, Battistutta e altri. Grazie a lui il Palazzetto di Viale Tiziano incrementò il suo famoso venerdì pugilistico, un ritrovo per tutti gli appassionati che avevano modo, così, di seguire i propri beniamini. Dal 1971 si affiliò come procuratore amministrando tra gli altri Marrocco e Sanna, due pugili per i quali stravedeva. Finito il magic moment degli anni ’60 la boxe cominciò a perdere colpi, soprattutto nell’organizzazione. Pian piano anche Libertini cominciò a defilarsi, era in atto una trasformazione in cui la boxe cominciò a manifestare segni di declino soprattutto con la difficoltà dell’intervento televisivo, sempre più esigente e meno remunerativo per chi organizzava e soprattutto per chi combatteva. Il suo intervento nel pugilato, pur se ridimensionato per esigenze di tempo, lo vide comunque protagonista a livello dirigenziale  con il Comitato Laziale, ma soprattutto come Presidente della Boxe Latina. Una carica che tenne per lungo tempo insieme a fedeli collaboratori come Celio Turrini, Domenico Prezioso e Roberto Montefusco. Ripeteva come uno slogan: “Il pugilato del Lazio deve sempre passare in qualche modo per Latina e dintorni”. Sotto di lui si sono organizzati nel 1980 e 1989 i Tricolori dei Novizi. Grandi campioni hanno avuto modo di combattere non solo a Latina, ma anche a Terracina,  Priverno, per non parlare di Cisterna. Non sono nomi qualsiasi se parliamo di Nino Benvenuti, Sandro Mazzinghi, Nino La Rocca, Ciro De Leva. L’ultimo capolavoro della sua gestione dentro la Boxe Latina fu quello di aver portato con entusiasmo alla conquista del Titolo Italiano dei superleggeri Francesco Prezioso vincitore nel 1986 di Salvatore Nardino al Palazzetto di Latina.

Pian piano aumentando il lavoro della sua azienda Libertini si è allontanato, non mancando mai ad intervenire a gran parte delle manifestazioni che si svolgevano nella sua zona. Gli affari rubavano il suo tempo libero, ma il suo cuore batteva sempre dalla parte del ring.

Qualche anno fa nella pur forte fibra di Mario si è affacciato dapprima sornione, ma strada facendo sempre più deleterio, un male che lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni. Ma la boxe non può dimenticare chi l’ha sempre aiutata, anche in tempi difficili, ed è così che la sera del 7 giugno di quest’anno in occasione del Titolo Italiano tra Pisanti e Cossu a Latina Libertini aiutato dai due figli scavalca le corde di un ring per ricevere dall’ organizzatore Giulio Spagnoli una targa ricordo. E’ un Libertini sorridente, ma stanco e forse consapevole di un addio che sarebbe venuto poco dopo.

Foto di Renata Romagnoli

 Domani a Latina si svolgerà il funerale alle ore 15 nella Chiesa di San Marco, in piazza San Marco.

Di Alfredo