di Leonardo Pisani
“Se mi condannano alla sedia elettrica, fate in modo che il 10 per cento della scossa vada al mio procuratore” Charles “Sonny” Liston.
Una volta disse ai giornalisti “Sono come Jack Benny, non dirò mai la mia età e poi “Mia madre dice che sono nato nel 1932, e chiunque dice il contrario, afferma che è una bugiarda. Ve la sentite di dare della bugiarda a mia madre?”. La sua vita è sempre stato un “giallo”, un mistero la sua vera data di nascita- addirittura nel 1927, secondo un certificato carcerario, un mistero dove sia nato, forse in qualche capanna dell’Arkansas, un mistero il suo vero nome e un mistero anche la sua morte. Non è certa neanche la data, ufficialmente morì il 30 dicembre, ma poteva essere avvenuta anche il 29 dicembre 1970. Il suo corpo fu trovato nella villa di Las Vegas Il 5 gennaio 1971, da giorni sua moglie, l’amata Geraldine cercava di contattarlo. Il “Grande Orso” era disteso sul pavimento, senza vita: l’autopsia stabilisce che l’ex campione dei massimi è morto di overdose, nel suo sangue vi sono tracce di morfina e codeina, prodotte dalla decomposizione dell’eroina nel corpo. Ma qualcosa non quadra: la moglie Geraldine e chi lo conosce sostengono che quell’uomo che non aveva paura di nulla, in realtà come i bambini aveva un sacro terrore delle punture, degli aghi. Si mormorò che la sua morte fu opera della Mafia, da sempre Liston era legato contrattualmente tramite il prestanome Frankie Garafola, un mafioso di seconda linea, a Paolo Giovanni Carbo, noto come Frankie Carbo; quest’ultimo da giovane fu spietato killer della Murder, Inc. e della Famiglia Lucchese di New York e poi dagli anni 40 Boss indiscusso del pugilato americano, e ovviamente delle scommesse clandestine e degli incontri truccati. Con buona pace di chi sostiene che non era vero, Carbo fu indagato dalla FBI e condannato, e sin dal 1949 fu costituita per volere del Governo Usa un’organizzazione IBC per contrastare assieme alla Committee on Anti-Trust and Monopoly costituita dal Senato, l’influenza della malavita nella boxe. In cogni caso Carbo ha sempre avuto in mano il contratto di Sonny Liston. A lui vanno il 52% delle borse. Il 24% finisce nelle tasche di Joseph “Pep” Barone, il 12% in quelle di Frank “Blinky” Palermo luogotenente di Carbo. Al pugile poco: resta il 12%. Perché è morto Sonny Liston? Alcune voci sostengono che fu ucciso per via di crediti che Liston recuperava per conto terzi, ossia la Mafia Italoamericana, altri perché doveva perdere il suo ultimo match vinto per K.O.T al 9° round su Chuck Wepner. Poi quella più inquietante. Liston era diventato socio della Inter-Continental Promotions, ossia la società di Carbo che organizzava incontri di pugilato, compresi i due discussi incontri per il titolo mondiale dei pesi massimi tra Sonny Liston e Cassius Clay, alias Muhammad Alì. Si mormorava che Liston avesse diritto a una percentuale sui futuri incontri di Alì: dopo che a The Greatest fu tolto il titolo, a Liston spettarono poche migliaia di dollari, ma con il ritorno sul ring di Alì, la percentuale iniziò a crescere troppo e Liston stava diventando scomodo. Secondo documenti resi noti dal Washington Times, l’Fbi avrebbe indagato sulla combine organizzata dal faccendiere di Las Vegas, Ash Resnick, probabilmente legato alla criminalità organizzata. Dai documenti non emerge alcun coinvolgimento di Alì. L’F.B.I aveva indagato già sui due incontri tra Liston e Alì; le indagini furono poi interrotte perché non fu trovata alcuna prova di combine; lo stesso stabilì una Commissione del Senato Usa.
Alle esequie del il 7 gennaio 1971, parteciparono 400 persone con volti noti dello spettacolo, suoi amici, come Ella Fitzgerald, Doris Day, Sammy Davis Jr, Nipsy Russell, Jerry Vale, Ed Sullivan, Jack E. Leonard e Roosevelt Grier. Liston in realtà era amato dai suoi amici, era un giocherellone, era vittima di salaci scherzi e ci rideva sopra. Il terribile Liston amava sua moglie Geraldine e disse: “Lei c’è stata nei momenti più duri. Quand’ero in prigione, veniva a visitarmi ogni giorno, senza mai mancare”. Adorava la figlia di Geraldine e i loro figli adottivi; faceva beneficenza con molta discrezione, senza clamore. Prima dell’incontro nel quale perse, mandò a dire a Cassius Marcellus Clay – all’epoca si chiamava così- : “”Dite a Clay che ho fatto mettere nel contratto che l’incontro non venga trasmesso nei cinema dove non lasciano entrare i negri”.
Chi fu Charles “Sonny” Liston? Di certo un immenso pugile, di certo un personaggio controverso e pieno di fascino e mistero: il suo epitaffio sulla lapide nel Giardino della Pace del Paradise Gardens Cemetery lo descrive bene: “Un Uomo”. “Someday they’re gonna write a blues song just for fighters. It’ll be for slow guitar, soft trumpet, and a bell.” (Un giorno scriveranno un blues dedicato ai pugili. Ci sarà una chitarra languida, una tromba in sordina, e il suono della campana sul ring). Sonny Liston