Basta vedere la presenza di un pubblico così folto dentro il salone dell’ Auditorium del Palazzo delle Federazioni per capire che il Lazio pugilistico gode di buona salute, anzi per certi versi scoppia di salute. In data 13 dicembre alle ore 16 Flavio D’Ambrosi, presidente del Comitato Laziale FPI, apre la relazione per la Consulta Regionale delle Società sportive affiliate esponendo alla nutrita platea i risultati raggiunti nel quadriennio di gestione del Lazio. Sono cifre importanti che fanno della nostra regione il pilota dell’intero movimento pugilistico italiano.
Fin dall’inizio la Comunicazione è stata individuata come l’obiettivo prioritario e ha perfettamente risposto alle aspettative utilizzando la tecnologia a disposizione attraverso un sito (www.crpugilatolazio.it), fax, dischetti per pc ed un bombardamento di sms, che hanno tenuto sempre ben informato l’intero movimento laziale su ciò che si è fatto e su ciò che si deve ancora fare. Non ultimo la distribuzione a titolo gratuito di due riviste ( The Fighter e Seconds2out) frutto di un lavoro che va oltre l’impegno e il sacrificio economico sopportati da un gruppo di volenterosi e appassionati. E’ anche giusto, come afferma il Presidente, per tutti avere la possibilità di conoscere l’attività svolta e le enormi potenzialità del Lazio.
Si passa quindi alla rassegna arida ma significativa dei numeri, logicamente parlando del quadriennio che va dal 2005 al 2008 compreso. Quando si parla di attività agonistica si parte con le 86 riunioni organizzate nel 2005, già di per sé una bella cifra, alle 108 di quest’anno per un totale di 396. Il Lazio nel quadriennio con i suoi atleti ha vinto ben 30 titoli italiani, quest’anno ha avuto la soddisfazione di vedere salire sul podio più alto ben 10 pugili. Ben 47 sono stati i vicecampioni. Logicamente più riunioni è uguale a più combattimenti: si parte dai 1150 del 2005 per arrivare all’incredibile 1755 di quest’anno.
Il tutto è proporzionale al progressivo aumento del tesseramento e affiliazioni. Nel 2005 c’erano 77 palestre affiliate, già un buon numero rispetto al passato, e oggi ce ne sono 106. Dai 581 pugili agonisti del 2005 si è passato agli attuali 772. Anche gli Amatori (bacino importante valutato approssimativamente sulle 15.000 unità) hanno avuto il loro incremento passando dai 307 del 2005 ai 570 del 2008. Logicamente l’aumento riguarda anche i dirigenti di società passati dai 443 del 2005 ai 570 del 2008. Il totale generale di tesseramenti e affiliazioni è passato dai 1633 nel 2005, ai 2374 nel 2008.
Tutto questo movimento unito alla promozione di vari corsi e stages ha creato una non indifferente gestione patrimoniale con la partenza di euro 70.368,42 del 2005 per arrivare agli attuali euro 113.885,00. Il presidente D’Ambrosi dopo essersi destreggiato abilmente con cifre e tabelle cala il suo asso: il decentramento amministrativo gestionale per i vari Comitati, di cui è stato instancabile propugnatore, grazie anche al supporto del Presidente FPI Franco Falcinelli e del Consigliere Federale Marcello Stella. Il Lazio con questa epocale conquista potrà far fruttare le sue entrate per reinvestirle per tutto il movimento sull’attività e sulla promozione. Il Presidente lancia quindi una sorta di appello alle società di affiliare tutti gli amatori, un bacino che con l’autonomia darebbe l’input per un maggiore aumento dell’attività in generale per ottenere la più semplice delle equazioni: + soldi = + attività. Oltrettutto gli affiliati potranno ottenere varie agevolazioni grazie agli accordi presi dal Comitato in vari settori.
Il fiore all’occhiello dopo la comunicazione è stato quello, attraverso progetti seri e iniziative, di entrare nelle Scuole e nell’Università grazie all’interessamento del professor Attilio Lombardozzi e all’opera instancabile di Stefania Iuppa, responsabile del settore giovanile. Nel 2008 ben 19 Istituti scolastici hanno ospitato progetti di avviamento al pugilato. A questi vanno aggiunti 9 Istituti che hanno chiesto l’attuazione di corsi come prevenzione e contrasto alle devianze giovanili. Si è giunti finalmente a concepire la boxe non come sport violento ma come disciplina utile per combattere la violenza.
Un discorso a parte merita la palestra del Flaminio utilizzata per ora in alcune importanti occasioni. C’è necessità di una ristrutturazione. Il Comune nella persona di Alessandro Cochi ha promesso il suo interessamento e intervento. Se ciò avvenisse il Lazio potrebbe contare su un’altra fonte preziosa per espandere la sua attività in maniera continua.
Si è parlato del settore amatoriale e giovanile come punto di partenza, ma c’è anche un punto di arrivo come quello dei professionisti. Anche qui il Lazio e soprattutto la Capitale, dove l’eccezionale lavoro di due Società (BBT e Unicorner) hanno saputo richiamare il grande pubblico come avveniva negli anni ’60, ha dato un notevole contributo anche al settore nazionale. Alle due società romane si è aggiunto da poco il gruppo della Parisi Boxe, che tanto bene sta operando nella zona pontina.
Il discorso scivola anche sulle prossime elezioni che vedranno prima il Comitato Laziale e poi la Federazione alle prese con il rinnovamento delle cariche per il prossimo quadriennio. C’è un clima disteso nel Salone. E dopo un caloroso ringraziamento alle Fiamme Oro e all’ Esercito, rappresentato dal Capitano Minissale, per aver messo a disposizione le proprie strutture, c’è anche un implicito passaggio di consegne: Renzo Frisardi non si candida rinunciando al ruolo di vicepresidente del Comitato, e riceve per la preziosa opera svolta nel precedente quadriennio un riconoscimento consegnato da Stefania Iuppa, candidata alla sua sostituzione. Una Targa particolare va al settore degli arbitri con la premiazione di Massimo Barrovecchio riconosciuto dal WBC come miglior arbitro del 2008, continuando quella tradizione che pone i nostri “signori in bianco” ai vertici della scena internazionale per bravura e professionalità.
La chiusura come è consuetudine si svolge con le varie premiazioni riguardanti atleti e società: ce n’è quasi per tutti tra coppe, targhe, materiale sportivo e statuette degli oscar, ripristinate in ricordo di tempi migliori che sembrano ritornare.