di Alfredo Bruno

copia-di-dsc_2781.JPGL’ idea è stata di Davide Buccioni e Flavio D’Ambrosi, presidente del Comitato Laziale, non si è fatto pregare due volte per metterla in pratica. Una circolare ha raggiunto le numerose società del Lazio e alcune si sono presentate con pugili e tecnici al Palaboxe di piazza Mancini alle 10,30. Sono venuti anche da fuori come lo dimostrano Priverno e Fondi. Il bell’impianto si è avvalso della presenza di alcuni giornalisti e fotografi. Una cosa che si faceva nell’epoca d’oro della boxe: quella di far conoscere il campione con i suoi segreti e le sue aspettative. Il campione non poteva che essere Daniele Petrucci, romano di San Basilio, in procinto di difendere il titolo dell’Unione Europea.

L’introduzione di questa bella iniziativa è stata logicamente di Flavio D’ Ambrosi che teneva a ben precisare il vasto movimento che si è prodotto nel Lazio in questi ultimi anni: “ Ma bisogna anche fare nome e cognome della rinascita del professionismo a Roma. Dare a Cesare, anzi a Davide quello che è di Davide” scherza il presidente che passa il testimone al prof . Lombardozzi, che a sua volta si addentra in quelli che sono i meandri, ma non per questo meno importanti, di una sana e corretta preparazione atletica, accompagnata anche da una buona dose di psicologia. “ Daniele è arrivato a questi livelli dopo una preparazione accurata fin da ragazzo in una palestra dove insegna un personaggio tosto come Carlo Maggi. Con l’esperienza e la perseveranza ha acquisito la maturità di gestire la sua prestazione sul ring, tenendo anche conto che Daniele affronta gli avversari sulla distanza delle dodici riprese”. Il professore dilaga: “ Oltre a quella fisica è importante l’aspetto psicologico. La preparazione psicologica si estrinseca attraverso la tranquillità, la sicurezza e anche nella sua vita privata tutto viene gestito in funzione del pugilato. Molte volte il pugile va al tappeto più che per la forza del colpo, perché non è bene allenato. La spinta del colpo parte sempre dalla punta del piede, ecco perché è importante una coordinazione dei movimenti”.
Davide Buccioni fa la radiografia di un campione: “Io ho organizzato una mattinata come questa, e ringrazio i numerosi presenti, per far conoscere la voglia di arrivare di questo ragazzo. Daniele adesso è uno dei pugili più importanti del mondo. Nelle graduatorie di BoxRec nella categoria dei welter è 16mo a pochi gradini sotto gente del calibro di Cotto e Mosley. Certo parliamo di mostri sacri, ma questo serve a far conoscere la considerazione che nel mondo si ha di questo ragazzo”. L’invito per il 7 giugno al Centralino del Tennis è scontato. In quell’occasione Petrucci affronterà l’irlandese Neil Sinclair un pugile che ha due mine al posto delle mani come dimostrano i suoi  24 ko su 31 successi. E’ pugile oltrettutto che si è battuto per il titolo mondiale. Il Promoter romano rievoca il tremendo match disputato da “Bucetto” al vicino PalaLuiss contro il romeno Florescu: “E’ stato uno dei match più duri e drammatici a cui ho assistito. I due pugili hanno toccato il tappeto per due volte. Vi posso quasi garantire che forse in quell’occasione a me e a Carlo Maggi sono caduti i capelli”.
copia-di-dsc_2772.JPG

Buccioni chiama vicino a se Sergio, traduzione di Sergey Demchenko: “ Vi presento uno dei più forti mediomassimi in circolazione che spero presto diventi italiano. Pochi giorni fa siamo andati a Belgrado dove Demchenko ha conquistato l’Intercontinentale IBF mettendo ko l’idolo locale Drago Janusievic. Ha ottenuto 10 ko su 11 vittorie e spero di portarlo al titolo mondiale”. L’organizzatore fa gli onori di casa presentando Emanuele Blandamura, giovane promessa e tutt’ora imbattuto, e Italo Brussolo: “ Un pugile quest’ultimo proveniente dal veneto, che ha preso il treno per dare una mano a Daniele e fargli da sparring partner”.
copia-di-dsc_2814.JPG

Logicamente non poteva non esserci l’intervento conclusivo di Daniele Petrucci, che senz’altro si trova più a suo agio sul ring a combattere che a essere intervistato. Parla del cordone ombelicale che lo ha legato e lo lega a Carlo Maggi e Sergio Calì, i suoi insegnanti: “ Esperienza ne ho acquistata tanta. Da quando sono passato professionista sto facendo molti sacrifici e rinunce con tanto allenamento. Succede anche di andare al tappeto, se ti rialzi vuol dire che sei allenato”.
Le parole sono finite e Daniele si trasforma in professore di boxe, sale sul ring con un bel numero di giovani scalpitanti in tuta e guantoni; comincia a dare loro i suoi preziosi insegnamenti e perché no a svelare alcuni suoi segreti. Non rimane a noi che abbiamo assistito e partecipato a tutto questo ringraziare Davide Buccioni e il Comitato Laziale: la boxe romana segna un altro punto a suo favore.    

copia-di-dsc_2797.JPG

Di Alfredo