Riuscitissimo il convegno organizzato dell’asd Pugilistica Eagles Catanzaro per conto della  Federazione Pugilistica Italiana congiuntamente con l’Università Magna Grecia di Catanzaro. Il tema del convegno riguardava gli aspetti formativi ed educativi della pratica degli sport di opposizione individuale : “Quale formazione dei giovani attraverso la pratica degli sport di opposizione individuale?”.


L’argomento quindi è andato oltre quelli che sono gli aspetti sportivi, collocandosi in quell’ambito di interesse di tutte le istituzioni formative; una nuova concezione, deve vedere e sentire che le associazioni sportive che operano nei vari quartieri del territorio cittadino, con la forza-lavoro di un esercito di volontari, sono a tutti gli effetti delle agenzie formative, costituite da cittadini e pertanto ben autodeterminate; come ha avuto modo di evidenziare il moderatore del convegno, giornalista Antonio Argentieri Piuma, gli enti locali devono  “accorgersi” di loro e tenerle nella giusta considerazione proprio in quanto rappresentano una fetta della popolazione e per l’importantissimo ruolo che svolgono autonomamente fornendo le loro competenze, la loro opera, il loro supporto anche collaborando con altre agenzie formative “istituzionali” come la scuola.

Numerosissimi gli studenti di scienze motorie e tra essi, coloro che hanno già in mano un brevetto Federale di “Istruttore Giovanile” o di “Aspirante Tecnico”; il convegno oltre ad essere valido per il riconoscimento di 2 crediti formativi unitari per il curriculum universitario, è stato inserito dalla FPI tra i momenti di aggiornamento obbligatorio per Tecnici che spesso sono costretti a spostarsi in altri centri ben più distanti.

Nel corso della mattinata hanno raggiunto la prestigiosa sede comunale una rappresentanza delle studentesse dell’Istituto De Nobili che nello scorso mese di novembre hanno partecipato al progetto “Pugilato uno sport per tutti”; nell’occasione è avvenuta la consegna dell’attestato di partecipazione e di una targa alla professoressa Bruna Badolato, che ha costituito il gruppo di studentesse; un riconoscimento sentito e deciso le è stato rivolto dal presidente del Coni provinciale, Avv. Tony Sgromo che ha sottolineato l’importanza dell’opera svolta dalla professoressa che riesce a fare tanto e sempre benissimo!!

Durante la mattinata hanno portato il loro saluto l’Avv. Vanessa Avolio nelle vesti di presidente del comitato regionale FPI; ha evidenziato la valenza della pratica del pugilato, riportando inoltre alcuni dati relativi alla diffusione del pugilato nonché il saluto del Presidente Federale Franco Falcinelli a tutti i presenti.
Importante intervento del dott. Demetrio Praticò, presidente regionale del CONI che ha voluto  esserci nonostante impegni che lo vedranno ancora a Catanzaro per il terzo giorno consecutivo.
Il presidente ha sottolineato l’importanza dello sport e del pugilato che “insegna a non nascondersi dietro un dito”; lo stesso ha espresso soddisfazione per la riuscita del convegno da cui ha tratto una lezione di vita, auspicando che simili convegni vengano organizzati in tutte le province calabresi.
Ha voluto ringraziare il dott. Caruso che ha dato la possibilità di “ricordare” affermando che c’è la necessità che ogni giorno qualcuno ricordi alla gente ciò che avvenne tanti anni fa (riferimento al conflitto mondiale).

I relatori hanno presentato dei lavori e riflessioni molto interessanti, a cominciare dalla Dott.ssa Segura Garcia che ha avuto il merito di condensare argomenti riguardanti il bullismo, con accenni al mobbing ed al nonnismo, riportare dati da  indagini condotte sul territorio catanzarese, esempi pratici di intervento preventivo.
Nel bullismo non c’è un vincitore ed un vinto, ma un soggetto debole che se la prende con uno ancora più debole;  solitamente chi subisce il bullismo sono le persone migliori : il più bello, il più simpatico il più intelligente.
Spesso il genitore interessato dall’avere un figlio bullo, non vuole riconoscere tale situazione, sia per non essere disturbato, sia per non riconoscere la responsabilità od il fallimento educativo.
Ha evidenziato di come la nostra società ci abitui a pensare in maniera “sbagliata” : facile pensare che tutti i talebani siano cattivi, che i marocchini siano i mori, ……

In definitiva traiamo queste conclusioni : la pratica di uno sport come il pugilato, può fungere per rendere più “forti”, per portare sullo stesso piano due soggetti deboli.
Il giudice Carlo Caruso, appassionato e cultore di sport da combattimento ed arti marziali ha saputo rappresentare alcuni aspetti e situazioni relazionali comuni agli sport da combattimento, alle arti marziali, a scenari da guerra descrivendo in pochissimi attimi ma con altissima partecipazione ed enfasi la scena di combattimento aereo in cui si trovò il proprio genitore -istruttore della pattuglia acrobatica “Duca D’Aosta”- durante il grande conflitto e di come il rispetto per l’altro, la riconoscenza e l’essere “uomo” avesse portato il “nemico” -un ufficiale dell’aeronautica sudafricana-  a correre in soccorso dell’altro a scontro concluso.
Un racconto che ha ammutolito la platea e alzato l’emozione; non sono mancati momenti di commozione, con l’abbraccio che il prof. Massimo Scioti ha voluto tributare al Dott. Caruso.

Il dottor Caruso ha posto l’accento sul precetto dell’attenzione, e su come uno sport come il pugilato insegni l’attentività, ad essere vigili con la coscienza, ad avere coscienza; l’acme del pugilato è l’onestà, come negli altri sport da combattimento; questo approccio portato ai ragazzi  -e comune anche ad esempio al rugby, dove c’è il massimo rispetto (dal latino respicere, guardare intensamente,  guardare in faccia l’altro, confrontarsi con chi si sforza e si sacrifica)- insegna l’umiltà, cioè stare a contatto con la terra (humus).

Nell’insegnamento del pugilato c’è l’insegnamento di direzionare l’energia.
Non sono mancati riferimenti sull’etimologia di termini greci dalla comune radice (violenza, vita, arco -l’arma più letale dell’antichità-) per sottolineare  che il termine violenza associato al pugilato è abusato attraverso l’utilizzo di frasi fatte, come chi parla di “non violenza” facendo solo pura teoria, in una società votata all’astrazione, senza contatto, sempre più virtuale.
Spesso le devianze giovanili sono solo una domanda verso l’adulto : ma ci sei?, e spesso non c’è nessuno!
Ecco che da questa lezione magistrale del dott. Carlo Caruso possiamo sintetizzare che la risposta a questa mancanza di contatto, a questa necessità di vivere con i piedi per terra, questa necessità di esserci con coscienza e di esserci a se stessi, si può realizzare e perseguire anche con uno sport “duro” e severo come il pugilato che impone di esserci anche quando hai preso un pugno in faccia, perché spesso la vita ti prende a pugni in faccia, e molto spesso ormai, l’avversario si nasconde dietro un monitor o dietro un sms oppure si confonde nella folla di questa realtà sempre più virtuale sempre meno terrena.

L’ex Campione Europeo di pugilato, Alfredo Raininger, ha evidenziato le problematiche della categoria dei laureati in Scienze Motorie, tenendo vivo l’interesse della platea e richiamando prontamente alcune precisazioni del discussore, Dott. Antonio Ammendolia;
il rilancio del dott. Ammendolia è valso a precisare determinate posizioni della figura del laureato in scienze motorie, dello stato dell’arte dell’università italiana alla luce della riforma Gelmini, dell’importanza strategica e della validità dell’ateneo calabrese, nato come costola dell’università di Reggio Calabria e divenuto un Campus invidiato ed invidiabile; né ha mancato il prof. Ammendolia di riconoscere i giusti meriti a coloro che hanno consentito ciò, tra cui il compianto prof. Venuta, già Rettore dell’ateneo.
Altre puntuali quanto meticolose ed appropriate precisazioni sono state riportate proprio in merito alla legge regionale, invitando i diretti interessati alla partecipazione attiva su problematiche di interesse, e riportando in definitiva a “realtà” le parole del dott. Caruso allorché richiamava all’interesse diretto, alla coscienza, all’esserci.

Gli aspetti della validità dell’associazionismo e della validità dello sport, spesso definito “minore” sono stati illustrati dal presidente provinciale dello CSEN, dott. Francesco De Nardo, forte di una esperienza conoscitiva diretta e di tantissimi eventi organizzati di continuo, con successo,  sull’intero territorio calabrese.

L’intervento finale del professor Massimo Scioti, che,  con molta schiettezza, onestà e sincerità ha iniziato muovendo alcune critiche.
Chi conosce Massimo Scioti apprezza proprio queste qualità, che mescolate alla grande preparazione e cultura, alla grande capacità di creare il phatos e carpire l’attenzione, ed alla grandissima capacità di unire con un filo logico argomenti distanti anni luce, ha  concluso il convegno in maniera eccellente, tanto da farne richiedere sin da subito l’organizzazione di un altro incontro per trattare altri aspetti legati al pugilato e comuni a molti sport da combattimento e di situazione.

La prima puntualizzazione “risentita” di Massimo Scioti è stata la non accettazione della definizione di sport Minori; se il medagliere Olimpico vede ai primi posti sport come la scherma ed il pugilato, e se altri sport definiti  maggiori non riescono neanche a partecipare ai giochi Olimpici, allora non si può accettare che gli sport di qualità e che portano alto lo stendardo dello sport azzurro vengano definiti minori!
Oscar Wilde afferma che la superficialità è il peccato più grande che possa commettere l’uomo; chi etichetta il pugilato come sport violento è un superficiale, quindi un cretino (dal provenzale “cretin”, ovvero povero cristiano).

La discussione, il ragionamento di Scioti ha riguardato esperienze vissute nel quartiere di Primavalle a Roma dove già negli anni ’70 portò il pugilato a scuola e dove maturò le esperienze che poi condensò nei testi che sono in uso a livello Federale per la formazione dei Quadri Tecnici.
Riassumere gli argomenti di Scioti è impossibile, ma le sue dotte e personali spiegazioni della differenza tra “talento” e “fuoriclasse”, con richiami alla filosofia ed alla cultura greca, o il perché e come le azioni di addestramento al pugilato hanno valenza formativa ed educativa con particolare riguardo al riconoscere, capire l’altro ed immedesimarsi con esso.
Critiche mosse all’utilizzo del termine “Educazione Fisica” e della sua non accettazione di tale forma di educazione che non può essere : l’uomo è uno e non è possibile distinguere la psiche dal soma, pertanto non si può parlare di tante educazioni ma di Educazione.
Riflessioni ha esternato sulla prestigiosa sede del convegno : una Sala Concerti intrisa di storia,  dove quei quadri raffiguranti tanti volti che sicuramente non si trovano lì per “abbellire” o riempire degli spazi vuoti, ma perché quei “signori” hanno profondamente cambiato determinate situazioni, si sono impegnati per cambiare il corso di determinati periodi, hanno realizzato qualcosa per la comunità; sulla scia di questa riflessione ha invitato i convenuti a “prendere posizioni”, ad esserci e non essere reticenti.
Argomenti come “neuroni a specchio”, “effetto Carpenter”, sono passati con facilità ad una platea attenta e variegata.

Nei prossimi giorni la Pugilistica Eagles Catanzaro renderà pubblico il calendario di attività 2012; tra le varie attività in cartellone c’è in programma la ventilata ipotesi di poter ospitare la nazionale Italiana di pugilato (Roberto Cammarelle, Clemente Russo, Domenico Valentino e compagni) in una località della nostra Sila e delle Serre per un periodo di ossigenazione prima dell’avventura di Londra, dove il pugilato conta di guadagnare qualche metallo prezioso e mantenere alta la posizione nel medagliere Olimpico di sempre (4° posto).

Di Alfredo