Roma, 3 febbraio 2016 – Nella Sala Auditorium del Palazzo delle Federazioni Gianna Garbelli, con il patrocinio della FPI e del CONI ha presentato il suo libro “Il fighter d’Italia” una biografia romanzo con protagonista Giancarlo Garbelli, il papà di Gianna, ma dove il protagonista non è solo un nome, ma la boxe intera di quegli anni magici che raggruppano i decenni ’50-’60, a detta di molti gli anni d’oro della boxe italiana, e forse della boxe in generale. Non è certo un libro comune con le sue 450 pagine, difficile trovarne uno biografico così consistente come afferma Alberto Brasca, presidente della Federazione, che ne illustra i pregi e il modo narrativo coinvolgente a volte in prima persona e a volte in terza persona, voluto dall’autrice. E’ la stessa Gianna a dare la spiegazione, il libro è l’eredità dei ricordi e del pensiero di quello che fu un grande campione, che infiammò con la sua boxe esuberante e imprevedibile i ring milanesi, formando con Duilio Loi e Bruno Visintin un trio formidabile, con caratteristiche diverse uno dall’altro. La presentazione inizia con un docufilm in cui il professor Ireneo Sturla ricorda come nel 2013 il WBC in una sua Convention dichiara Giancarlo Garbelli, re senza corona, assegnandogli la cintura mondiale. Riconoscimento unico nella storia del massimo ente. Forse inizialmente avrebbe dovuto essere il soggetto per un film sulla vita del padre, essendo Gianna, formatasi all’ Actor’s Studio, attrice e regista, ma dopo la morte del grande campione fu dato, in pratica già pronto, per la stampa. Enza Jacoponi, Segretario Generale EBU e delegato WBC, confessa che quando gli fu consegnato il libro di essersi preoccupata per la consistenza, ma dopo le prime pagine ne è rimasta affascinata, riuscendolo a terminare in 4 giorni. La Jacoponi descrive il suo primo impatto con la boxe in cui era entrata per necessità di un posto di lavoro, ma di esserne rimasta coinvolta conoscendo un mondo affascinante e a volte imprevedibile. Maria Pia Fusco, nota giornalista di Repubblica per il cinema, dichiara di aver conosciuto la boxe cinematograficamente parlando con “Lassù qualcuno mi ama” e altri capolavori che si sono succeduti. Ricorda di aver visionato anche film minori come “Tatanka”, “Pesi leggeri”, Rentrèe, tutti interessanti soprattutto per il loro sfondo sociale. Per lei nel libro di Gianna Garbelli c’è spazio addirittura per varie sceneggiature differenti. Per certi versi “Il fighter d’Italia” grazie all’instancabile Gianna, grazie anche ad una casa editrice importante come la Rai- ERI, ha il suo posto nel nostro cuore e nella nostra biblioteca, quasi come un monumento. La serata che vede la presenza oltre i giornalisti anche di arbitri internazionali, come Massimo Barrovecchio e Adrio Zannoni, e non sfuggono certo la bellissima Nadia Bengala, attrice ed ex Miss Italia, e Giuseppe Massaro, Responsabile Programma Audiovisivi Media-Eu. L’ultima parola oltre al saluto del presidente Brasca spetta a Gianna Garbelli con un docufilm che ricorda la bella figura del padre in allenamento e in alcune fasi dell’incredibile match con Lazlo Papp, l’invincibile, che tutti avevano schivato ma che lui affrontò a Milano costringendolo ad un pari generoso, considerando che il formidabile ungherese fu per tre volte sull’orlo del ko. Ma questo era Garbelli, che non andò oltre il titolo italiano, ma fu il protagonista delle imprese impossibili.