il-tavolo-dei-relatori-da-sn-prof-romano-becchetti-alessandro-duran-pr_Mercoledì diciotto febbraio scorso, presso l’auditorium “Saccenti” di via Aldo Moro in Adria, è stato proiettato il film “Cinderella man”. La visione di tale pellicola costituiva il primo punto all’ordine del giorno dell’assemblea studentesca dell’I.T.I. “G. Galilei”. La storia che si racconta nel film è quella di una persona che riesce ad emergere nel mondo del pugilato solo con i suoi mezzi, un uomo che combatte e vince per la sua famiglia, per i suoi figli, per riscattare le sue modeste origini, caratterizzate da difficoltà e rinunce di ogni genere.

Attraverso questo percorso di successi sportivi pagati a carissimo prezzo, elevando impegno e motivazione personale a fondamentale ragione di vita, il protagonista di “Cinderella man” non riscatta però solo se stesso, ma si fa latore di un concetto imprescindibile ed universale, che dovrebbe sempre essere proposto alle nuove generazioni come esempio da seguire.
Nella vita, l’uomo vale per quello che riesce a costruire con le proprie capacità e con la sua volontà, a prescindere dalle condizioni di partenza e dal ceto sociale da cui deriva. Ciascuno di noi può prendere in mano il proprio destino e migliorarsi con perseveranza, raggiungendo anche i traguardi più ambiti. E’ questo il senso della nostra vita. Cercare in noi stessi quella forza e quella determinazione che ci permette di affrontare situazioni che, all’inizio, sembravano impossibili, superarle con grinta ed anche quando battuti riuscire a rialzarsi, per impegnarsi con una convinzione ancora maggiore e venirne infine a capo. In una parola quindi, onestà, autostima, massima fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità.
Alla fine del film ha fatto seguito un dibattito a cui hanno partecipato i fratelli Duran, ex pugili professionisti ed entrambi già fregiati con il titolo mondiale nelle rispettive categorie. I Duran, d’altronde, appartengono ad una vera e propria dinastia di campioni del ring. Anche il padre Carlos, infatti, era stato a suo tempo detentore del titolo europeo. Ma tutta la famiglia Duran si deve considerare, in realtà, non solo campione nello sport, ma anche e soprattutto nella vita. Si tratta di persone, infatti, che hanno saputo costruirsi da sole, che hanno creduto fortemente e con grande tenacia di poter diventare dei numeri uno. Persone che non hanno ceduto alle lusinghe di scorciatoie facili e molto poco etiche, ma che, al contrario, si sono impegnate giorno per giorno, sviluppando al meglio, prima ancora della loro forza e potenza, una spiritualità etica molto solida, senza la quale qualsiasi obiettivo diventa difficilissimo da conquistare. Proprio questa spiritualità etica e la saldezza dei valori in cui hanno creduto sono stati il motivo primario della loro realizzazione, prima come uomini e poi come atleti. E’ questo, senza alcun dubbio, un messaggio molto forte e significativo, che diventa ancora più attuale in una realtà come la nostra, che non è immune da un certo disfattismo e sterile compiacimento delle proprie difficoltà, atteggiamenti che non forniscono mai soluzioni propositive. Comportamenti che, se interiorizzati dai giovani in modo acritico ed inconsapevole, possono produrre effetti devastanti ed incontrollabili. Ancora una volta il “Galilei”, nella persona, in particolar modo, del suo Dirigente Scolastico, professoressa Joelle Annibalini, si è reso interprete ideale di queste esigenze dell’utenza, valorizzando gli spazi assembleari e ridefinendoli come occasioni per un confronto costruttivo e proficuo sui grandi valori che dovranno essere alla base della nostra futura convivenza civile. 
 

 

Di Alfredo