Durante la serata di Ceccano abbiamo avuto modo di scambiare qualche opinione con due assoluti protagonisti dell’universo italiano della boxe, il professor Mario Ireneo Sturla, capo della commissione medica del World Boxing Council, e Benedetto Montella, vice presidente e responsabile per l’Europa dell’International Boxing Federation.
Il Professor Sturla, come di consueto, ci ha reso nota la sua visione di quelle che sono le proprie concezioni sulla salute dei pugili, da porre naturalmente in testa rispetto a tutte le altre esigenze della boxe. Per poche linee di febbre il giorno prima del match, infatti, lo stesso Sturla ha impedito che si tenesse un match valevole per un titolo italiano lo scorso settembre, e un match di routine e preparazione per un ragazzo del luogo dove si teneva la riunione il mese scorso. Sturla ci ha dichiarato che in passato, soprattutto quando entrambi erano elementi del Cep, “con Rosanna Conti Cavini non sono mancati scontri e raffronti di opinioni anche accessi, ma sempre all’insegna del massimo e reciproco rispetto”. Anche prima che tra il professor Sturla e la manager internazionale iniziasse anche una personale amicizia, “Rosanna Conti Cavini non si è mai permessa di discutere minimamente una mia decisione sanitaria in merito a un pugile impegnato in una sua riunione, o di metterla in dubbio, segno di grande professionalità e attaccamento al lavoro e alla necessità primaria di difendere strenuamente l’incolumità fisica degli atleti”.
Con Benedetto Montella, profondo conoscitore di ogni aspetto della boxe italiana e internazionale, abbiamo accentrato l’attenzione sui nuovi sistemi di selezione degli sfidanti ai titoli italiani e degli avversari dei nostri pugili adottati dalla Fpi. In pratica, il sistema voluto fortemente dai componenti dell’attuale Cep si basa alla lettera sulle classifiche redatte da un sito, www.boxrec.com, creato e alimentato da alcuni appassionati, che non ha e non può avere canoni di scientificità. Le classifiche di Boxrec possono avere un fondamento di realtà pugilistica ma, basandosi troppo sul risultato in quanto tale, senza andare a ricercare come lo stesso è avvenuto e le condizioni, oggettive e personali, che lo hanno provocato, non sempre possono portare i benefici sperati al movimento stesso. Per fare un esempio, Montella ci ha parlato del caso di un prossimo avversario al titolo Intercontinentale Ibf di un pugile italiano, sistemato molto in alto nelle classifiche redatte da Boxrec. A una ricerca più approfondita, lo stesso Montella ha scoperto che questo pugile straniero aveva disputato match, e anche perso, con pugili del suo paese alle primissime armi, se non addirittura esordienti, per la quasi totalità del suo curriculum. Una posizione di classifica, quindi, costruita ad arte per salire nelle posizioni di quella particolare scala di valori che è Boxrec, e che può dar luogo a tragici equivoci senza un’analisi approfondita dell’occhio umano. L’Ibf ha quindi negato a questo pugile la possibilità di combattere per un titolo importante come l’Intercontinentale (“Sono i pugili a fare grandi i titoli, e senza buoni pugili i titoli stessi perdono d’importanza inevitabilmente”, ci ha dichiarato Montella), ma lo stesso match è stato accettato come Intercontinentale per un’altra sigla (titolo vacante), rendendo perplesso lo stesso Montella: “Non è certamente questo il modo di fare del bene al pugilato. Se una sigla rifiuta un combattimento non ci dovrebbe essere un’altra pronta a dare il suo benestare al match stesso. Inoltre, nell’Ibf vige la regola che se un atleta possiede una cintura qualsiasi ma perde un match nella stessa categoria, fosse anche contro un collaudatore, perde la cintura che possiede d’ufficio. E’ una regola di cui vado orgoglioso, ma non mi sembra che altri facciano lo stesso”.
Ufficio Stampa RCC boxe