di Leandro Spadari
Roma – Parlare del maestro Gianfranco Velletrani, significa parlare di una leggenda del judo italiano: purtroppo, con infinito dispiacere, non possiamo aggiungere l’aggettivo vivente, perchè per gli imperscrutabili disegni di un destino che troppo spesso è difficile comprendere ed accettare, il maestro Gianfranco Velletrani non è più con noi…giovedì 19 febbraio u.s. ha tenuto presso il C. S. Bracelli di via Battistini quella che sarebbe stata l’ ultima lezione, rivolta con la sua magistrale, unica bravura, a bambini e ad adulti, incantando gli allievi e gli spettatori per l’ esemplare armonia e l’efficacia dei suoi movimenti. Poi il saluto, il rientro a casa, come sempre: ma nella nottata, un infarto lo ha sottratto alla vita. Sabato 21 una grande e composta folla, formata oltre che dai familiari da allievi di oggi e di ieri, dirigenti federali, tecnici, amici, semplici conoscenti si è assiepata tra i banchi della chiesa di San Cipriano, nella zona Torrevecchia-Trionfale, per rendergli l’ultimo tributo di affetto, di riconoscenza e di stima.
Gianfranco Velletrani, nato a Roma l’1 novembre 1932, era un noto ed apprezzato artigiano, titolare di un laboratorio di cornici. Aveva avuto la fortuna di accostarsi al judo in anni pionieristici grazie agli insegnamenti di un maestro di eccezionale levatura, il giapponese Noritomo Ken Otani, cui sono da aggiungere altri due tecnici, sempre giapponesi, di grande spessore quali Isshomaru Kataoka e Toru Ishi. Amico e compagno di allenamenti di altri grandi nomi del judo italiano di quegli anni, tra i quali ricordiamo Nicola Tempesta e Cesare Barioli, si era dedicato con successo anche all’attività agonistica. Ma era nella didattica che il maestro Gianfranco Velletrani aveva dato, e continuava a dare sino agli ultimi giorni, il meglio di se stesso. La fluidità e la leggerezza che caratterizzavano i suoi movimenti, espressione dell’essenza più vera della “via della cedevolezza”, il modo di muoversi sul tappeto unico ed ineguagliabile, lo studio attento degli spostamenti del corpo, la capacità di muoversi all’unisono con l’avversario per poi sfruttare in maniera originale, imprevedibile e vincente ogni minima opportunità, rappresentava il segreto ed al tempo stesso l’incanto del suo insegnamento sul tatami. “Era in palestra praticamente ogni giorno – racconta commosso il figlio Stefano, anch’egli apprezzato tecnico di judo – ed il grande insegnamento che penso di aver ricevuto da lui è stata l’umiltà, il lavoro svolto in silenzio, senza pubblicità, ma con tenacia ed assiduità.” Cintura nera 6° dan, insignito da poco dal presidente della Fijlkam dottor Matteo Pellicone del prestigioso titolo di Maestro Benemerito per la sua pluridecennale attività ed i ragguardevoli risultati raggiunti, lascia la consorte Lea, ed i figli Stefano e Gianpiero cui tutta la redazione di SECONDSOUT rivolge, ad un mese dalla scomparsa del Maestro e nel suo ricordo più vivo che mai, partecipi ed affettuosissime condoglianze.
Ma sicuramente, al di là delle nostre brevi note, il modo più felice di ricordare questa grande figura del judo italiano è quello di dare la parola a due suoi prestigiosi allievi: Girolamo Giovinazzo e Cinzia Amici. Del primo, ricordiamo la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atlanta del ’96 ed il bronzo a quelle di Sydney del 2000, nonchè l’oro individuale e l’oro a squadre ai Giochi Mondiali Militari di Zagabria del 1999, cui sono da aggiungere il titolo europeo juniores individuale nel 1988 e quello seniores nel 1994, oltre a vari podi nell’arco temporale dal 1995 al 2000. Della seconda, classe ’69, già nel 1979 aveva iniziato l’attività agonistica partecipando a diversi trofei regionali. Nel 1981 ha partecipato conquistando la medaglia d’argento al campionato italiano giovanissimi L’anno 1986, seguita oramai da due anni dal maestro Luciano Archetti, è stato il suo anno d’oro. Da junior ha vinto il titolo assoluto, diventando l’atleta titolare della categoria dei kg. 48 della nazionale italiana. Con la “maglia azzurra ” ha partecipato ai campionati europei a squadre vincendo il bronzo; e di bronzo è anche la medaglia ai campionati europei junior dello stesso anno. Nel 1987 arriva il 3° dan con l’ennesima medaglia ai campionati italiani, e partecipa al campionato mondiale di Essen.
Ecco come questi due plurititolati atleti hanno voluto ricordare il loro primo, grande maestro.
“Caro Maestro, un nodo alla gola soffoca il pianto ogni volta che il mio pensiero è rivolto a Te. I ricordi mi tornano alla mente come un fiume in piena. Mi siedo sulla riva e osservo questo corso d’acqua che porta con se anche una parte di me.Le lacrime rigano il mio viso e bagnano le immagini che la memoria rievoca, quasi a immortalare immagini sfocate di Te”.Il 20 febbraio 2009: il mio Maestro se ne è andato. Gli incontri della vita sono le occasioni, i treni in corsa, le porte che si aprono al nostro destino e lo segnano, delineando così il percorso di ognuno. Il mio di percorso, il mio di destino è stato determinato dall’incontro con un grande uomo… Gianfranco Velletrani. Il MIO PRIMO MAESTRO ! La persona che ha infuso e coltivato in me la passione della mia vita. E’ grazie a Lui che sono la sportiva che sono, la persona che sono e, i continui risultati raggiunti, non sono stati altro che il frutto del Suo insegnamento, della Sua guida, della Sua grandezza. Il mio Maestro è stato veramente un GRANDE MAESTRO di judo. Tanti gli atleti creati da lui; alcuni di loro ora sono uomini e tecnici di una delle migliori società di judo…. e un nome su tutti, Girolamo Giovinazzo, non dico altro!
Purtroppo e con molto rammarico le nostre strade ad un certo punto si sono divise. La Sua professione non poteva accompagnarmi nei miei traguardi e Lui, da “GRANDE” persona quale era, si è fatto da parte, non abbandonandomi mai veramente. Ha continuato a sostenermi, “fiero della Sua campionessa”. Ogni nostro incontro era motivo di gioia. Bello ricordare gli anni di allenamenti, combattimenti,vittorie…Sei stato un grande… un GRANDE Maestro.A Maé, un giorno ci incontreremo di nuovo e seguiterai ad insegnarmi quelle tecniche che tanto pensavi idonee a me.“
“Ho cominciato a far judo con lui all’ eta’ di sette anni,ripensandoci sembra passato poco tempo e invece di tempo ne e’ passato…ben nove anni da quando ho concluso la mia carriera di judoka con la consapevolezza che fosse stato proprio lui a insegnarmi quelli che erano i principi fondamentali del judo,tenacia ,determinazione ma soprattutto l’ umilta’ anche dopo aver conseguito importanti risultati.Ricordo che spesso andavo a trovarlo e lui da buon maestro aveva sempre qualcosa da insegnarmi sia nel judo sia nella vita.Tesoro dei suoi insegnamenti hanno fatto anche i miei quattro fratelli,si perche’ anche loro facevano judo come me e anche loro lo hanno imparato da lui.Oggi in questa occasione ho avuto modo di rivedere tutti coloro che insieme a me formavano una vera famiglia.L’ ho incontrato la prima volta sul tatami e li’ l’ ho visto l’ultima volta con la grinta e la voglia di insegnarmi ancora qualcosa…fino all’ ultimo….Oggi mi ritengo un atleta e un uomo fortunato ad averlo incontrato. Girolamo Giovinazzo “
sono passati due anni e mezzo dalla scomparsa del mio maestro e da lì ho perso anche la voglia di allenarmi, senza di lui nn è la stessa cosa, ai funerali mandai mio padre io nn ci riuscii, per me era come un mio familiare, mi sono segnata al Bracelli all’età di 6 anni fino a giungere alla cintura nera all’età di 17 anni! insomma una vita passata con il maestro che per me non era solo un semplice maestro per me era tutto.Scusate se mi sono lasciata a questo sfogo dopo un’po di tempo ma non riesco a non pensarlo.
un grande maestro e soprattutto un grande uomo, quando gli parlavi pensavi fosse immortale, invece… nel mio cuore custodirò sempre i suoi insegnamenti che dopo anni che non pratico più il judo, sono ancora vivi come il suo spirito e la sua umiltà… Ciao Maè GRAZIE DI CUORE PER TUTTO
Grande Maesrto,grande persona….la sua semplicita’ e la sua umilta’ saranno sempre nel mio cuore,
MAESTRO PER SEMPRE
Ho fatto l’ultima lezione con lui. Alla fine della lezione lui gia uscito dallo spogliatoio, perché si era cambiato prima di me, rientra e mi dice: “ci vediamo domani, mi raccomando vieni.” Il giorno dopo quando ho saputo che non c’era più ho avuto uno shock enorme. Maestro sarai sempre nei nostri cuori…
Caro Maestro,
ogni volta che entro in palestra ti cerco, pensavo saresti vissuto in eterno, ma non ci sei più. Faccio tesoro dei tuoi insegnamenti sportivi e di vita, della tua umiltà, dei tuoi silenzi ricchi di contenuti e della tua estrema intelligenza, mai invadente, ma sempre presente. Manchi tanto ai nostri figli e manchi tanto a tutti, anche se sappiamo di aver avuto il privilegio di conoscerti e per questo ti saremo sempre riconoscenti
Per sempre Maestro
Francesca e il tuo piccolo Matteo
Grande Maesrto,grande persona….la sua semplicita’ e la sua umilta’ saranno sempre nel mio cuore,
MAESTRO PER SEMPRE
MP
Grande Maesrto,grande persona….la sua semplicita’ e la sua umilta’ saranno sempre nel mio cuore,
MAESTRO PER SEMPRE
MP
Grande Maesrto,grande persona….la sua semplicita’ e la sua umilta’ saranno sempre nel mio cuore,
MAESTRO PER SEMPRE
MP
sono commosso e dispiacioto.
quando persone del suo calibro vanno via, molti giovani atleti ed aspirati, cosi anche come allievi tencici possono perdere dei punti di riferimento importantissimi.
va via un maestro, ma va via anche un grande educatore ed un riferimento per la crescita dei nostri giovani ragazzi/e