La conclusione è drammatica quanto amara per noi, che abbiamo assistito ad uno dei match più coinvolgenti degli ultimi anni. Michael Magnesi perde la Cintura di campione Silver WBC dei superpiuma negli ultimi 30” di un match che aveva dominato per 2/3. Per la sua drammaticità sembrava di essere tornati al tempo di Benvenut-Monzon, solo che in quell’occasione l’italiano stava perdendo fin quasi dai primi round contro un oggetto per noi misterioso come era all’epoca l’argentino. Il giapponese Masanori Rikiishi oltre all’altezza presentava un fisico muscoloso. Era un oggetto misterioso fino a un certo punto, e la sua posizione nel ranking faceva capire che le sue possibilità non erano certo scarse. Oltrettutto era dotato di una potenza da non trascurare, che gli aveva permesso già in precedenza di ribaltare matches che lo vedevano in svantaggio. La potenza è una dote innata e lui probabilmente la possiede. Peccato perché contro di lui Magnesi ha disputato un match eccezionale, dando l’illusione a tutti di aggiungere al suo record un’altra perla. Il nostro pugile ha iniziato alla grande frastornando in alcune occasioni l’avversario con la sua pressione e i suoi ganci. Semmai peccava di troppa generosità  e troppa sicurezza, che il suo tecnico, Aglioti, cercava di stemperare alle volte gridandogli di tenere alte le mani e di tenersi fuori dalla traiettoria dei diretti. Alla fine della quarta ripresa i cartellini vedevano in vantaggio Magnesi dai 2 ai 4 punti. In pratica aveva vinto tutte le riprese. Al VI round Rikiishi era una maschera di sangue. Il giapponese comunque ha doti di recupero non indifferenti piazzando buoni diretti. Aglioti urla di non stargli davanti e di tenersi di lato. Al IX round Magnesi sembra addirittura incrementare il vantaggio. Ma al X round c’è la svolta quando i due sono protagonisti di uno scambio incredibile. Aglioti redarguisce il suo “pupillo”, non deve scambiare, non è un match da strada. Nell’XI round Magnesi appare meno lucido, mentre il giapponese trova risorse inaspettate. Il XII è drammatico, Magnesi sembra scivolare su un gancio destro, ma perde sicurezza, cade due volte al tappeto, viene contato. Il giapponese lo chiude all’angolo e carica i suoi colpi che non trovano difesa e vanno tutti a segno, da più parti si grida di smettere, di intervenire fino a quando l’arbitro panamense Afu interrompe il match con qualche secondo di troppo. Sono momenti interminabili di attesa fino a quando Magnesi visitato dal medico si rimette in piedi per ricevere l’applauso dal pubblico e l’abbraccio del suo avversario.

Prima di questo match si disputava il titolo italiano femminile dei piuma,che era vacante, tra Alessia Vitanza e Jessica Bellusci. Per la Vitanza, pugile di Sacrofano, allenata da Valentino Tazza, era il terzo tentativo ma stavolta quello buono visto che il match veniva fermato all’VIII round per ferita. Successo meritato per la pugile laziale dimostratosi più continua e aggressiva della sua avversaria.

Di Alfredo