di Alfredo Bruno
Continuando nel nostro itinerario dentro la palestra di Carlo Maggi a Pietralata incontriamo una delle sue ultime scoperte. Si tratta di Davide Centi ( + 10, – 3, = 1), 22 anni, un classico del mondo dei fighters, forse i pugili più amati dal pubblico, quelli che abbattono ma che a loro volta rischiano di essere abbattuti. Uno spettacolo da adrenalina pura.
Quando hai iniziato?
“Mi ricordo con precisione quando ho esordito: il 15 dicembre del 2006 al Tenda a Strisce nel sottoclou di Petrucci-De Martinis. Sono emozioni difficili da dimenticare,soprattutto in uno scenario come quello”.
Perché hai scelto il pugilato?
“E’ uno sport che mi è sempre piaciuto fin da quando ero piccolo. Solo che mia madre non ne voleva sapere niente. Appena sono diventato maggiorenne mi sono subito iscritto in palestra e mio padre appoggia questa mia decisione”.
Che fai nella vita?
“Sono iscritto al III anno di Scienze e Statistiche, spero di laurearmi fra un paio d’anni”.
Che cosa ti ha trasmesso questo sport?
“Mi ha dato sempre stimoli per andare avanti, per superare le difficoltà che incontri non solo sul ring, ma anche nella vita”.
Cosa intendi fare nella vita?
“Logicamente intendo fare un lavoro collegato con la mia laurea, che tra l’altro è abbastanza impegnativa. Però intanto proseguo anche con il pugilato. Non si sa mai”.
Hai qualche altro interesse?
“Mi piace giocare a calcetto, lo faccio di tanto in tanto con gli amici”.
Tra questi due sport che differenze intravvedi?
“Io ho giocato per 11 anni a calcio e poi sono passato al pugilato. Il calcio è bello come sport, però quando vinci una partita o un Torneo non ti dà quell’appagamento come avviene nella boxe. Per me è meglio lo sport individuale comunque rispetto a quello di squadra”.
L’avversario più difficile?
“Quello che ho incontrato alla finale dei III serie con cui ho perso prima del limite. Stavo conducendo il match ma lui mi ha preso bene e sono andato a terra. E’ stato molto duro anche l’ultimo match con un abruzzese, avevo avuto l’influenza e a metà incontro non ce la facevo più. Era un avversario già difficile per me al 100%”.
I tuoi campioni preferiti?
“Per me il campione simbolo è Mouhammed Alì. Dei pugili moderni mi piace Antonio Margarito; ha le mie caratteristiche, è aggressivo e va sempre sotto”.
Questo avviene solo quando combatti o fa parte del tuo carattere?
“No io sono proprio così, a volte è un difetto. L’impulsività e l’aggressività certe volte mi hanno penalizzato”.
Il tuo pugile italiano preferito?
“Naturalmente Daniele Petrucci, non ne vedo uno più bravo e forte di lui”.
bravo e complimenti x il tuo futuro avanti tutta. con 2 maestri che hai puoi toglierti parecchie soddisfazioni. salutameli il papa di alessio di savino