di Alfredo Bruno

copia-di-dsc_8614Nicolò D’Amico (+ 6, -1, =1) ha 23 anni con pochi match disputati, ma può essere già considerato un veterano avendo iniziato a combattere da Cadetto nel 2001. Una dura sconfitta subita nel 2002 ad opera di Luca Melis, lanciato e molto più esperto, fu la scintilla che lo fece allontanare dal ring. Ma Nicolò non ha saputo resistere al richiamo ed è tornato cambiando società insieme al supermassimo Cogliano, con il quale prima era iscritto alla Colombo. Attualmente il giovane si allena nella Team Boxe Roma XI con cui ha ripreso il suo percorso con 3 vittorie, che lo hanno portato a vincere il Torneo Regionale dei III serie, e 1 pari. Nicolò è un peso leggero, ha fisico robusto e una boxe essenziale con un logorante lavoro alla corta distanza.


Come hai iniziato?
“Ho iniziato dopo aver guardato una cassetta di Mohammed Alì. Mio nonno era un appassionato, abbiamo cominciato a parlare di questo sport. Lui frequentava il mondo della boxe ed era molto amico dell’ organizzatore Rodolfo Sabbatini. Ero ancora un ragazzino quando mi sono iscritto alla Colombo. Man mano ho continuato e mi è piaciuto. E’ uno sport che dà disciplina, sicurezza, ti costringe ad un certo stile vita. Per il mio carattere un po’ fumantino, un po’ indisciplinato, era quello che ci voleva per raddrizzarmi soprattutto in un’età come quella”.

Per un periodo hai lasciato…
“Infatti c’è stata un’interruzione di parecchi anni, perché ho perso un match che stavo vincendo, l’ho perso male e mi sono disaffezionato. E’ stato Cogliano che mi ha presentato a Italo Mattioli qui alla Team Boxe dove ho ripreso a combattere con successo”.

Programmi futuri?
“Mi sono iscritto ai Campionati Universitari che si svolgeranno fra poco. Il Guanto d’Oro non l’ho potuto fare, ma mi sono battuto con il vincitore, Crudetti, con il quale ho fatto match pari, anche se non ero in giornata”.

Tu lo segui il pugilato?
“Il professionismo molto, il dilettantismo di meno”.

Per caso vuoi fare il professionista?
“Mi ha lanciato una proposta Italo, il mio maestro, e sinceramente ci sto pensando. Certo devo fare più attività per ottenere il punteggio. Sono in molti a dire che il mio pugilato si adatta più al professionismo”.

Stai studiando?
“Sono iscritto a Scienze Politiche alla Roma III”.

Che cosa vorresti fare?
“Ho iniziato a fare Scienze Politiche perché non sapevo che altro fare. Penso di più alla carriera diplomatica. A pensarci prima forse avrei fatto bene a iscrivermi all’Accademia Militare. Ormai è fatta e chissà che non sia il destino che mi ha fatto venire qui per rimanere pugile, perché devo dire la verità questa è la mia unica vera passione”.

I tuoi campioni preferiti?
“Senz’altro Mayweather, che si è ritirato da poco, ma sono sicuro che tornerà a combattere. E’ un pugile di un altro pianeta, che non fa testo perché è unico”.

Hai degli hobbies?
“Niente di particolare. Leggo molto, quello si. Mi piace la saggistica, la storia e la politica, anche perché li devo studiare”.

Un confronto tra atleta pugile e atleta di altri sport?
“Il pugile è solo, quello che vince lo ottiene per merito suo, con sofferenza e sacrificio. Il pugile, come il rugbysta, è uno che soffre, che ha acciacchi fisici, è uno che non molla mai. Un conto è ottenere il successo da solo e un conto è ottenerlo con altre 10 persone”.

Di Alfredo

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