di Alfredo Bruno
Ha ancora il volto da ragazzone e non può essere altrimenti visto che parliamo di un diciottenne su cui sono puntati con sempre maggiore insistenza gli occhi dei tecnici Damiani e Stecca, anche perché Mario Federici potrebbe riempire quella casella prestigiosa dei supermassimi quando Roberto Cammarelle deciderà di abbandonare. Lo abbiamo visto pochi giorni fa a Tivoli abbattere con facilità in due riprese lo slovacco Marek. Federici si allena nella “Zonfrillo&Federici Team”, la palestra dove insegna il padre Franco oltre che Antonio Zonfrillo. In casa Federici si può dire tranquillamente che il pugilato ha la sua sede naturale. La struttura poderosa del padre tradisce i suoi trascorsi negli anni ’80 quando da supermassimo rendeva la vita difficile anche all’allora campione Francesco Damiani. Per Franco c’è stata pure una fugace apparizione nel mondo dei professionisti a partire dal 1983 con cinque vittorie e una sconfitta prima di abbandonare per motivi di lavoro.
Mario Federici (+18, – 4) frequenta il IV Anno del Tecnico Industriale e ci racconta il suo approccio con la boxe: “Mi sono avvicinato alla boxe quando avevo 8 anni, logicamente per gioco, perché era uno sport che mi piaceva a differenza del nuoto che avevo cominciato. Con il passare del tempo mi è piaciuto sempre di più, fino a diventare uno sport di vita possiamo dire”.
Gli occhi dei Tecnici Federali sono puntati su di lui che ha partecipato già a tre ritiri con la Nazionale allenandosi con Roberto Cammarelle e l’altra promessa Samuel Giacomoni. Sentiamo quali sono le sue intenzioni: “Logicamente di continuare e arrivare il più in alto possibile”.
E’ un vantaggio o uno svantaggio avere il padre all’angolo?
“Nel caso mio lo ritengo un vantaggio perché mi trasmette l’esperienza che lui ha fatto di persona in modo che io non ripeta i suoi errori”.
Quali sono i tuoi pugili preferiti?
“Su tutti Floyd Mayweather, mi piace anche Roy Jones. Per quanto riguarda il passato il mio preferito è Mohammed Alì”.
Hai qualche hobbies?
“Di particolare niente, diciamo che il mio hobby è la palestra”.
Qual’è stato per te l’avversario più difficile?
“ Senz’altro l’abruzzese Spinelli con il quale ho perso due volte, ma quando ho trovato il metodo l’ho sconfitto al terzo match”.
Come ti definisci tecnicamente?
“Sono un pugile veloce e mi piace anticipare l’avversario”.
Hai intenzione di passare professionista?
“Per pensarci ci ho pensato, adesso è prematuro. Prima vediamo come va da dilettante e poi si vedrà”.
Ti sei mai pentito di essere entrato nel pugilato?
“Assolutamente no. Certo è uno sport che richiede molto sacrificio, ma chi lo fa parte già avvisato delle difficoltà”.
Qual è stato finora il giorno più bello?
“Quando a Crotone ho battuto Giacomoni nella finale del titolo italiano juniores”.