Di Andrea Di Luisa si sa ormai tutto. Campione italiano dei supermedi, titolo già difeso una volta, alla cintura tricolore il mese scorso ha aggiunto la prestigiosa Wbc International Silver Belt dopo dodici riprese tiratissime contro l’argentino Acosta. In attesa di difendere il titolo italiano contro Buccheri, a Di Luisa è giunta però l’occasione che può cambiare davvero la carriera, quella di poter combattere da co-sfidante per il vacante titolo dell’Unione Europea. Suo avversario un suo vecchio cruccio, quel Muhammed Alì Ndiaye che lo batté nel 2004 per kot all’ultima ripresa del match valevole per il titolo italiano dilettanti.

 Dopo l’Europeo dei welter tra Petrucci e Bundu, questo sarà il match più importante di questo 2011. Dopo che anche Ndiaye ha rilasciato delle dichiarazione alla stampa, anche Di Luisa vuole parlare di questo match e non solo.

-Andrea, può non essere simpatico per te, ma cosa ricordi dell’ormai famoso match del 2004 contro Ndiaye?
-Ricordo che non stavo bene e che non volevo fare quei campionati. Venivo da un’operazione alla varicocele e non, come dice Ndiaye, dalle Olimpiadi militari, e l’anestesia lombale mi aveva provocato vertigini per due mesi. In più ci si misero gli incompetenti che mi guidavano allora che mi imposero di partecipare. Ricordo che comunque quella finale la stavo vincendo e poi quel colpo… L’abbiamo assorbito e abbiamo aspettato lunghi anni il momento per rifarci, ed eccolo che è arrivato, finalmente! Ora sarà tutto diverso, sono maturato e c’e’ mio padre che mi segue, ho il preparatore, il medico, il fisioterapista, la famiglia, gli amici  e i miei manager Umberto e Rosanna Conti Cavini che mi seguono appassionatamene! Cosa vuoi di più?? Forse due soldi e la vendetta, da consumarsi fredda…

-Come credi che sarà questa sfida per l’Unione Europea?
-Se si farà, questo match sarà l’incontro più violento degli ultimi anni. Ndiaye è troppo sbruffone e ha parlato troppo in giro. Mi voleva fare questo, mi voleva fare quello, mi voleva rompere… Credo che mi debba solo ringraziare, perché grazie a me e a quella vittoria contro di me ha avuto un lancio incredibile nella boxe italiana. Ora è venuto per me il momento di riprendergli ciò che è mio.

-Quali sono i pregi e i difetti di Ndiaye?
-E’ sicuramente un buon pugile ma nulla di più. L’ho studiato attentamente dal 2004, so tutto di lui, anche e soprattutto i suoi momenti critici durante l’incontro. Tutto sommato anche se non ha incontrato pugili fortissimi rimane un atleta da rispettare, ma contro di me non avrà la minima chance.

-Quando e dove saresti più felice di combattere contro di lui?
-Io non ho problemi, per me un posto vale l’altro. Il tifo a favore fa piacere, ma sul ring ci salgo da solo, come da solo ci salirà anche lui.

-Cosa pensi della tua categoria di peso e dei suoi maggiori protagonisti? Cosa ti manca ancora per affrontare un Ward o un Froch?
-Quella dei supermedi, come quella dei welter, è la categoria di peso più difficile perché c’è gente veramente forte. Cosa mi manca per affrontare un campione del mondo? Sicuramente la sicurezza economica: Sarebbe bello un giorno sapere che la mattina ti devi svegliare per andarti ad allenare e poi tornare a riposare… senza andare a lavorare. Sarebbe già una grande vittoria!

         Andrea Bacci – www.andreabacci.org

 

Di Alfredo