Ieri sera, nella piazza principale del comune di Guidonia Montecelio è avvenuto il passaggio di consegne della cintura italiana dei pesi leggeri, deciso al termine delle 10 riprese combattute tra il campione Pasquale Di Silvio di Roma ed il locale Manuel Lancia nel ruolo di sfidante. Il verdetto non è stato unanime: due giudici hanno totalizzato 96-95 e 95-94 per Lancia mentre il terzo ha sommato 95-94 afavore del romano. Il confronto sembrava pendere a favore del titolare della cintura per l’ampia differenza dei numeri che i rispettivi record fornivano. Il risultato finale ha capovolto le previsioni della vigilia.
La sera precedente un confronto tra un pugile di vasta esperienza ed uno di inferiore pratica, seppure accomunati dalla posta in palio del vacante campionato italiano, ha bocciato inesorabilmente il meno competente. Sul ring di Prato, il primo, già campione nazionale, si è presentato con 24 confronti all’attivo cementati in oltre 6 anni di esperienza a torso nudo. Il secondo benché possessore di un record immacolato di appena 8 confronti (7 vittorie ed 1 pareggio) costruito in 31 mesi di tesseramento ma privo di test probanti. In meno di 3 riprese il vincitore di tale match, Francesco Di Fiore, è apparso troppo possente rispetto alla potenza capace di esprimere in passato. Nel gennaio dell’anno passato abbiamo visto addirittura Domenico Salvemini con il record immacolato di solo 6 vittorie, costruite in 1 anno di attività, sempre per la categoria dei medi jr, sfidare il campione italiano Adriano Nicchi che aveva disputato 21 confronti in 6 anni di professionismo.
Lo scorso febbraio Michele Crudetti è diventato campione italiano dei pesi supergallo quando ha combattuto l’incontro numero 7. Il suo avversario Fabrizio Trotta vantava 28 dispute. In questo caso il peso degli atleti è molto basso rispetto a quello dei superwelter. In quest’ultima divisione il peso costituisce una differenza importante. Nelle categorie di peso inferiori la penuria di pugili favorisce una carriera più agevole per arrivare al vertice.
Sul ring di Guidonia Montecelio il prospetto che abbiamo di fronte è molto simile a quello visto a Prato 24 ore prima. Vi è un pugile con 21 combattimenti alle spalle realizzati in 6 anni di professionismo, titolare della cintura italiana dei pesi leggeri che offre la chance ad un avversario con l’esperienza a torso nudo di soli 8 matches (7 vittorie ed 1 pareggio). Lo sfidante, Manuel Lancia, è professionista da 19 mesi ma ha il vantaggio dell’età anagrafica con 26 anni compiuti. Il campione, Pasquale Di Silvio, compirà 34 anni il prossimo mese. Il temperamento dello sfidante ha ribaltato le aspettative della vigilia.
Al suono del primo gong il confronto mostra subito le sue connotazioni: scontro duro fondato sulla velocità. Di Silvio si porta al centro del ring, aziona il sinistro a ripetizione per tenere a distanza l’avversario che ha la tendenza a catapultarsi in avanti. Quando si porta a media distanza il romano alterna i colpi al tronco. Lancia mostra le sue intenzioni bellicose facendo leva sul gancio sinistro scagliato al volto.
Nel secondo round Di Silvio alimenta il confronto spostandosi in avanti. Lancia continua ad usare il sinistro in modo audace. Il romano aumenta l’aggressività per non lasciare molto spazio alle azzardate azioni dello sfidante. Dopo uno scontro con le teste Lancia piazza due destri. Il campione entra nella guardia avversaria con l’uno-due.
Lancia si avventa sul campione all’inizio della terza ripresa. Di Silvio risponde con combinazioni in serie alla figura ed al capo. Il campione trova la misura per infilare due montanti destri. Gli attacchi frontali di Lancia appaiono rovinosi e si prestano allo scontro delle teste. In uno di questi frangenti
Di Silvio rimane ferito sulla parte destra fronte. L’arbitro rivolge il richiamo ufficiale a Lancia. Seguono fasi di bagarre ma il campione infittisce gli scambi a corta distanza.
La quarta ripresa si apre con Lancia proteso in avanti a scagliare il gancio sinistro. Sarà questa la sua tattica fondante per il resto del match: essere appariscente all’inizio ed alla fine di ogni round. Di Silvio si sposta all’indietro e boxa di rimessa. Nuova testata involontaria di Lancia sulla bocca dell’avversario.
Il romano si ritrova a suo agio nella quinta frazione. Eluso l’attacco iniziale dell’avversario, riprende ad azionare il sinistro sul quale basa il lavoro in serie. Lancia ritorna a muoversi all’improvviso con l’uno due. Le azioni si spengono in clinch. L’insistenza di Lancia diventa incontenibile. Di Silvio è costretto a difendersi come può prendendo qualche colpo di troppo.
L’avvio del sesto tempo è alquanto confuso. Lancia è più aggressivo e trova la misura per inchiodare il campione con i ganci sinistri e destri. Di Silvio entra con naturalezza nella guardia del suo sfidante ma rimane spesso sui colpi.
Lo spettro delle testate aleggia sempre sulle fasi concitate del confronto. Nel settimo round Di Silvio viene accompagnato dal medico per far controllare lo stato del taglio che sanguina dalla fronte. Dopo l’assenso del sanitario a continuare Lancia guadagna il cento del ring ed insegue Di Silvio che usa la retromarcia per evitare di combattere a corta distanza. La ripresa complessivamente offre pochi spunti di valutazioni positive.
Lancia inizia con il solito sinistro largo anche l’ottava ripresa. Poi Di Silvio mostra una visibile superiorità con il pugilato in linea che riesce ad esprimere. Ancora una testata di Lancia fa capolino tra i suoi attacchi a Di Silvio. In questa frazione lo scontro involontario di teste ruba lo spazio al copione dei pugilatori. Poca la boxe da apprezzare tra tanto disordine.
Il nono tempo vede ancora Lancia proteso in avanti. Lo sfidante alimenta il confronto anche se le sue serie sono portate con molta mescolanza di colpi. L’ardore combattivo porta Lancia a cadere in avanti in una fase confusa di attacco. Questi continua ad avanzare mentre Di Silvio esprime la tecnica: coordina il gioco di gambe con i movimenti delle braccia e manda a vuoto gli attacchi dell’avversario.
L’ultima frazione ricalca l’avvio delle precedenti con Lancia catapultato in avanti. Di Silvio si affida alla boxe di rimessa. Lancia ripropone i suoi ganci volanti. La ripresa si snoda fra azioni confuse. Il match finisce con serie a due mani del romano che si stampano sul volto di Lancia.
La vittoria arricchire il record dell’invitto Lancia che vanta ora 8 vittorie ed 1 verdetto di parità.
Di Silvio, EBU #19, haconosciuto la sconfitta numero5 afronte di 16 successi (5 prima del limite) ed 1 risultato di parità.
Prima degli attori principali hanno calcato il ring il supermedio Valerio Ranaldi ed il superleggero Vittorio Oi, opposti rispettivamente al lettone Raimonds Sniedze ed al polacco Maurycy Gojko sulla distanza delle 6 riprese.
Ranaldi, 3-0-0, hafatto esperienza contro Sniedze, 8-17-2, aggiudicandosi il verdetto ai punti.
Oi, kg 65.5, ha faticato a prevalere sul guardia destra Gojko, kg 66, ma il verdetto finale è stato suo. Il laziale, 19-1-1, havoluto misurarsi con l’avversario assumendo pure lui la guardia mancina. Gojko, 21-39-3, hautilizzato con tempismo il gancio sinistro mentre l’italiano non ha brillato per rapidità. La gara non ha offerto emozioni e si è articolata tra azioni improntate all’uso del fioretto. Oi, EBU # 8, si è limitato a controllare gli attacchi improvvisi del polacco, per evitare passi falsi, ed ha replicato con puntualità fino al risultato favorevole.
(Primiano Michele Schiavone)
Fonte www.sportenote.com