La boxe italiana in lutto, ieri ci ha lasciato nella città che lo ha visto nascere il 9 febbraio del 1939 Primo Zamparini, medaglia d’argento all’ indimenticabile Olimpiade di Roma nei gallo. Una medaglia d’argento che avrebbe potuto trasformarsi in oro se non avesse incontrato in finale il fuoriclasse sovietico Grigoriev, che tra l’altro rischiò molto con un conteggio subito. Primo era di Fabriano e si contendeva la popolarità con il welter-medio Italo Scortichini, grande protagonista sui ring americani e ad un soffio dall’europeo contro “il minatore” Charles Humez. Zamparini aveva una boxe essenziale, solida che logorava la resistenza dei suoi avversari. Fu fortissimo da dilettante, ma non da professionista, nonostante avesse tutti i requisiti per sfondare. Da pro sotto la guida di Steve Klaus e Rocco Agostino iniziò molte bene e negli anni ’61-’62 con 13 vittorie e due pari, uno con il francese Marchand e uno a Roma con il campione europeo Alberto Serti senza titolo in palio. Si aspettava quindi il gran salto che non avvenne, i motivi possono essere stati molteplici a cominciare dalla gestione e forse dalla foga di arrivare molto in alto in poco tempo come i sui mezzi reclamavano. Il primo campanella d’allarme fu la sconfitta con Ceccangeli, mentre il pari con il corregionale Federico Scarponi ci poteva stare. Tentò miglior fortuna in Australia, meta di molti italiani. Ma non fu così e il suo rientro in Italia fu deludente fino a quando il 19 maggio 1966 dopo il pari  con Maggi decise di ritirarsi con un record di 16 vittorie, 6 sconfitte e 6 pari.

 

Di Alfredo