di Giuliano Orlando
Definire Wladimir Klitschko (60+ 3-) l’istituzione della boxe può essere una banalità, ma è pure la constatazione più logica di un pugile che calca il ring da vent’anni, mantenendosi sempre sulla cresta dell’onda. Il giovanotto nato casualmente a Solnechnoye in Kazakistan il 25 marzo del 1976, ma ucraino doc. Il padre colonnello dell’aeronautica dell’URSS, era in missione da quelle parti. Tornato nella sua Kiev, viste le misure di crescita non fu difficile indirizzarlo verso lo sport, tanto più che il fratello Vitali, cinque anni più anziano, stava facendosi largo nella kikboxe, cogliendo il mondiale massimi. Wladi ha 14 anni quando entra in palestra – nel momento in cui l’impero sovietico sotto la spinta ragionata di Gorbacyov si sta sfaldando – e sceglie il pugilato, in accordo con Vitali. A 16 anni debutta ed è subito campione nazionale jr. L’anno dopo a Salonnico in Grecia diventa campione d’Europa, nel 94 solo il cubano Lopez lo ferma in finale. Da allora il cammino di questo gigante alto 1,98 con allungo smisurato è lastricato di titoli e cinture. Oro olimpico nel ’96 ad Atlanta, dove si prende la rivincita sul russo Lezin, che l’aveva superato agli europei in Danimarca per la vittoria. Getta la maglietta con un record di 134 vittorie e 6 sconfitte. Si accasa in Germania con la Universun e debutta assieme al fratello il 16 novembre 1996 ad Amburgo, battendo in meno di un round Fabian Meza che vanta 4 vittorie, un pari e una sconfitta. Alla vigilia del confronto di Mosca contro il russo Alex Povetkin (26) in cui mette in palio le quattro cinture (WBA, WBO, IBF e IBO) ha un record di 60 vittorie tre sconfitte, l’ultima risale al 2004, battuto da Lamon Brewster, un americano che nel quinto round trova il gancio al corpo che toglie il fiato all’ucraino, dopo aver sofferto nel round precedente le pene dell’inferno, sull’orlo della resa. Vince Brewster e si aggiudica il vacante mondiale WBO. Sei mesi dopo Wladimir torna a combattere e fino ad oggi nessuno ha più fermato la sua marcia. Riconquista le cinture lasciate, sconfiggendo tutti i pretendenti. Nella lista ci sono Samuel Peter, Calvin Brock il laureato, si prende la rivincita su Brewster, batte Ibragimov, Tompson nel 2008 che ritroverà nel 2012, entrambe le volte battendolo prima del limite. Ridimensiona l’inglese David Haye nel 2011 e gli sfila la cintura WBA. Difende il ricco bottino con avversari molto abbordabili, dal francese Mormeck, anziano e massimo ingrassato, lo scorso anno trova il polacco Wach che lo impegna per tutti e 12 round, ricevendo elogi, ma si scopre che per tenersi in piedi si era dopato. L’ultima relativa fatica lo scorso maggio a Mannheim, contro il coraggioso ma modesto italiano di Germania, Francesco Pianeta, mai nel match, arresosi al 6° round. Tutto perfetto questo campione che a 37 anni domina la categoria dei giganti? Sul piano dei risultati sicuramente, anche se la sua boxe non solleva entusiasmi e gli USA non lo quagliano. L’ultima esibizione nel 2008, poi silenzio. Con tutto questo è un campione strapagato che assieme al fratello ha costruito la più forte organizzazione pugilistica, dove agisce da manager e da pugile. Stavolta affronta un rivale che vuol vincere e sulla carta ha più mezzi di altri. Non solo per l’età. Il russo ha 34 anni e una minore usura di ring, forse è più motivato a gioco lungo potrebbe anche compiere il miracolo, spronato dal pubblico che all’Olimpiyskiy, sicuramente sarà tutto per lui. Personalmente ritengo che Klitschko possa mantenere la cintura, anche se non sarà la solita passeggiata. Il punto interrogativo è la fragilità della mascella del campione, che lungo il percorso dei tanti successi ha dovuto ingoiare l’amaro dei kd. e le tre sconfitte sono state tutte prima del limite. Povetkin è stato il dominatore nei dilettanti dal 2001 al 2004, oltre che la bestia nera del nostro Cammarelle, che ha battuto ben cinque volte. Per onestà e verità, almeno in tre occasioni, in cui ero presente, a Perm in Russia nel 2002, a Pola e ad Atene nel 2004, i giudici gli hanno porto una grande mano. Organicamente molto forte, un diesel che macina pugni e incassa bene. Non ha il colpo risolutore ma demolisce gradualmente con scariche al corpo. La sfida con Klistchko è la classica battaglia tra il longilineo e il normolineo, costretto ad accorciare e quindi superare la barriera di sinistri che il campione gli farà piovere addosso. Sarà capace l’ucraino a reggere l’urto, o sarà il russo a stancarsi prima? Nell’interrogativo la chiave del match. Povetkin è il campione regolare WBA, mentre Klitschko è supercampione. Oltre che veterano delle sfide. Quella di Mosca è la 25° mondiale, anche questo un record tra i tanti che ha messo in bacheca. Gioca in trasferta l’ucraino ma il rischio è compensato con 18 milioni di dollari. Una paga che non poteva rifiutare.