Mina is back! Mina Morano è tornata. Dopo sette anni e tre interventi chirurgici ad una spalla è tornata ed ha riconquistato lo scudetto. Il terzo in carriera. Le prime due magliette tricolori le ha indossate nel 2006 e nel 2008. Sembrava finita e invece la storia di Mina Morano, pugile della Vesuviana di Torre Annunziata, continua ancora: è fresca tricolore 2015 negli 81 chili a Roseto degli Abruzzi. Classe ’89, due tricolori giovanili ed altrettanti “assoluti” (2006 e 2008), una ventina di apparizioni in azzurro già in carriera, più che una promessa era già una realtà del pugilato femminile italiano quando, proprio in un ritiro azzurro, ad Assisi, la spalla destra fece crac: bicipite lesionato.
Primo intervento a Perugia, nel 2009. Tutto a posto? Macchè: “Un anno dopo, mentre ero in allenamento alla Vesuviana, la spalla mi mollò di nuovo, in frantumi tendini e legamenti. Un tormento”.
La spalla destra, si sa, nel pugilato è il ferro del mestiere, il vero motore del pugno: impossibile farne a meno. Stavolta lascia? Neanche per sogno, piuttosto raddoppia l’intervento.
“Andai di nuovo sotto i ferri, stavolta a Pompei, a mie spese. Poi riprendo gli allenamenti, con la dovuta cautela, disputo qualche match e mi ripresento agli assoluti 2012, proprio a Roseto. Nelle semifinali, contro Francesca Amato, napoletana come me, la spalla parte di nuovo. Un dolore cane, ma soprattutto lo sconforto più nero. E’ finita? boxe addio? Possibile che devo dire addio alla mia più grande passione? Ero una bambina quando sono entrata in palestra. La boxe femminile in Italia ancora non era ufficiale. Il maestro Lucio Zurlo mi cacciava ed io, testarda e innamorata di questo sport, puntualmente tornavo”.
Terzo intervento nel febbraio del 2014: “Devo essere profondamente grata al prof. Raffaele Russo, un luminare. Volle operarmi di persona, al vecchio Pellegrini. Mi disse: ma tu vuoi veramente tornare a fare a cazzotti? E allora ti sistemo io. La riabilitazione nell’acqua calda, a quaranta gradi, su sua indicazione. Il tutto ancora a mie spese. Ma la voglia di tornare sul ring era grande”.
E’ tornata, infatti, per gli “assoluti” ed ha vinto: finale-derby contro Assunta Canfora, napoletana come lei, della Fazio Mugnano, allieva di Rosario Colucci: “Ci conosciamo benissimo, ci siamo allenate insieme tante volte. Ma il match è un’altra cosa. Poi amiche come prima”. Match abbastanza equilibrato, vittoria per split decision, 2-1. Uno scudetto, il terzo, che potrebbe riaprire una carriera: “Nessuno credeva più in me, forse neppure io stessa. Ma ci ho voluto provare.”
Campionessa d’Italia degli 81 chili. Nel 2008 vinse nei 63 chili. E’ normale? “No. Avrei potuto gareggiare tranquillamente nei 75, ma non volevo forzare i tempi. E poi adesso lavoro, faccio la commessa in un grande magazzino. Mi alleno quando posso, in orari strani. Andare a Roseto per le finali degli assoluti è stato già un miracolo, a dicembre i permessi sono vietati, ho implorato il mio datore di lavoro, mi ha detto: vai, ma porta la medaglia”.
La medaglia è arrivata. Ma ora? “Già! Questo scudetto è anche un problema. Il lavoro oggi è importante. E poi l’anno prossimo mi sposo. Ma la boxe per me è la prima cosa, Carlo, il mio fidanzato, lo sa e mi ha sempre sostenuto. Renzini, il cittì di noi donne, mi ha già detto che mi chiamerà. Lui mi conosce bene, l’anno prossimo ci sono le Olimpiadi a Rio e i 75 chili sono categoria olimpica. Tentare le qualificazioni in primavera è un’idea che mi solletica parecchio. Ma c’è da conciliare tante cose. Vedremo.”