Abbiamo intrapreso un viaggio nelle palestre per intervistare quei pugili che hanno già alle spalle un’attività, più o meno importante, e ripercorriamo insieme a loro una sorta di cammino che ci fa comprendere di più questo sport e soprattutto come sia cambiato. Dopo la Laima Team e la Lupa Boxe tocca all’A.S. Sport Club Setteville dove la nostra carellata si concluderà lunedì con l’intervista a D’Ortenzi.
Daniele Sabbatini( + 8, = 3, – 1), 19 anni, come Splendori è una promessa del boxing giovanile, che travalica certamente i confini del Lazio. Pugile longilineo combatte tra i welter dove il suo allungo, che sa ben sfruttare, diventa l’arma in più di un ragazzo che probabilmente ha la boxe nel sangue, nonostante combatta da solo due anni.
I tuoi risultati migliori?
“Ho vinto il Torneo Regionale Esordienti e sono stato premiato come miglior pugile. Ho partecipato anche al Torneo Nazionale Juniores, ma ho perso in finale a Riccione ad opera di Marvin Perugini, che finora è rimasta l’unica sconfitta”.
Come mai hai scelto il pugilato?
“E’ una passione che ho da tanto tempo. Anche mio padre ha fatto pugilato e ha avuto come maestro Gino Filippella. Mi piaceva già da bambino, non ho avuto occasione di avvicinarmi prima, perché correvo in moto”.
Quindi non hai problemi a casa?
“Assolutamente no. A casa oltre che a mio padre la boxe piace anche a mia madre e mia sorella, che mi seguono pure quando combatto fuori. Mia madre ha un po’ di paura, ma poi è quella più accanita nel tifo”.
Vai a scuola?
“Ho finito e ho preso l’attestato di Meccanico. Vado al lavoro da mio padre che ha un’officina”.
Hai qualche hobbies?
“Mi piace la “Guerra simulata”, anche se il mio vero hobby è venire in palestra e allenarmi”.
Lo segui il pugilato?
“Si abbastanza, anche se seguo molto di più la parte dilettantistica: i Tornei, i Campionati e le Olimpiadi”.