Al Cow Palace di San Francisco erano di fronte Raul Macias e Chamren Songkitrat, un messicano e un tailandese, che si dovevano battere per il titolo mondiale dei gallo, titolo che dopo il ritiro dell’australiano Jimmy Carruthers sembrava essere senza pace. Per la verità successore di Carruthers fu dapprima Robert Cohen che aveva battuto ai punti proprio Chamren Songkitrat.Poi Cohen per un incidente stradale non avendo potuto difendere il titolo venne decaduto momentaneamente. C’era in America un altro ente la NBA che aveva deciso di far disputare il titolo dei gallo tra il messicano Macias e il nostro Mario D’Agata, considerati all’epoca i più meritevoli. D’Agata venne ferito da un colpo di fucile durante una lite familiare e così non potè battersi con il messicano. La NBA decise allora di far disputare il mondiale tra Songkitrat e Macias.
Un match molto sentito tra due nazioni con tradizioni ferree nelle piccole categorie. I messicani erano venuti in gran numero perché convinti di aver trovato l’erede del leggendario Pancho Villa, che fu campione dei mosca negli anni ’20.
Raul Macias, era soprannominato “raton”, vale a dire topo, ed era arrivato al titolo imbattuto e con una bella serie di vittorie, molte delle quali prima del limite. Il suo lancio nell’arena mondiale era stato partorito dai successi su Billy Peacock e Nate Brooks, pugili di colore molto noti in America. Il match come era prevedibile non deluse le attese. Nel primo round Macias fece sfoggio di un velenoso jab sinistro, mentre Songkitrat accorciava le distanze per mettere a segno i colpi al corpo. Nel secondo round un furioso scambio sembrava far pendere la bilancia a favore del poliziotto tailandese. Ma non era così perché pian piano il sinistro di Macias era accompagnato da un destro non facilmente digeribile. Era iniziata l’opera demolitrice di Raton, al sesto round Songkitrat si ritrovò per due volte al tappeto. Ormai per il tailandese era iniziata una dura salita culminata all’undicesimo round quando frastornato e scosso da una dura serie venne tolto di gara dall’arbitro, l’ex campione del mondo Fred Apostoli. Inutile dire che Macias da quel giorno entrò nel cuore dei messicani diventando il capostipite dei vari Becerra, Zamora, Zarate, Pintor ecc.
Macias detenne il titolo per altri due anni ma fu sconfitto nella riunificazione da Alphonse Halimi, fresco vincitore di Mario D’Agata. Halimi fu l’unico insieme a Peacock a batterlo su 43 match disputati. Si ritirò nel 1962 e dopo aver recitato in varie Tenovelas si dedicò ad allenare le giovani promesse. Quando il 24 marzo del 2009 morì per il Messico fu lutto nazionale.