di Giuliano Orlando
A 16 anni, uno zio che in gioventù aveva praticato pugilato, portò di forza il nipote Daniele Scardina alla palestra di Rozzano dove abitava. Ma non durò molto. Pochi mesi dopo era tornato sui marciapiedi con gli amici, ma quella non era la scelta migliore per crescere senza inciampare in qualche guaio.
Daniele ricorda bene quegli anni, come l’insistenza dello zio di toglierlo dalla strada.
“Fu la sua testardaggine a darmi il giusto indirizzo. Rozzano è un centro densamente abitato all’estrema periferia meridionale di Milano, non certo il posto ideale per crescere senza inciampare nelle gang che la fanno da padrone nei quartieri. Io le frequentai verso i 14 anni, ma fui bravo a non andare oltre l’apprendimento dello spagnolo, che mi servì anni dopo, quando da professionista andai a Miami in Florida, con l’aiuto di mio fratello Giovanni, che gestiva un ristorante-pizzeria, che è la mia seconda pelle. Per la verità in America mi recai anche anni prima, stimolato dalla voglia di conoscere i grandi campioni e imparare i segreti del mestiere”
Ricordi l’impatto con la palestra?
“La seconda esperienza fu alla Domino a Milano. Dove trovai il maestro Pino Caputo e fu la mia fortuna, perché diventò il mio secondo padre. Mi insegnò non solo a tirare pugni, ma a diventare un uomo nel senso più completo. Il ring mi fece capire il rispetto dell’avversario e che tirare pugni non significava odiare l’avversario, ma volerlo battere rispettando le regole. Il che aumenta l’autocontrollo e la consapevole di valere senza usare la prepotenza. Su questi valori e la fede, sono andato avanti e venerdì sarà davvero il giorno più importante come pugile e spero di non deludere le attese”.
I tuoi genitori come presero la decisione di fare il pugile?
“Inizialmente erano spaventati, pensando ad uno sport violento costruito esclusivamente sui pugni. Quando presero atto che il pugilato andava ben oltre e capirono che stavo maturando in modo giusto, diventarono i primi tifosi e tali sono rimasti. Li adoro e loro adorano me”.
Un ricordo personale, al tempo del dilettantismo, nel 2013, per un quadrangolare che si teneva a Horgen non lontano da Zurigo, con Italia (nella squadra erano presenti anche Morello e Turchi), Austria, Germania e appunto Svizzera. In quell’occasione, feci il viaggio assieme ai dirigenti della Domino, il maestro Caputo il presidente Pavesi e ad Ernesto. Mi ero portato “A bordo ring” scritto da F.X. Toole, l’autore di “Million Dollar Baby” il cui film risultò uno dei migliori in assoluto, Daniele si dimostrò molto interessato, tanto che al ritorno accettò con gioia il libro. Mesi dopo mi fece sapere di averlo letto e apprezzato. Non mi era mai accaduta un tale richiesta da parte di un pugile. La curiosità è insita nel carattere di Daniele.
Che conferma: “Quello che non hai imparato a scuola devi apprenderlo dalla vita quotidiana, che vuol dire curiosità infinita. Quella che mi spinse nel 2012 ad andare a New York, fermandomi 2 mesi, allenandomi col mitico maestro Hector Rocha nello storico Gym Gleason nel quartiere di Brooklyn. Avevo 20 anni e scoprivo la palestra dei miei sogni. Quando entrai, il signor Rocha mi fece pagare l’iscrizione 50 dollari, invece di 100. La settimana dopo me li restituì e si interessò fino al ritorno in Italia come stavo col lavoro. Quando capiva che era un momento difficile, mi pagava i pranzi e altro. Non potrò mai dimenticare quel periodo. Mi allenavo con gente tosta che non scherzava, conobbi Malignaggi, Broner e Yuri Foreman un bielorusso israeliano col quale mantenni i contatti a lungo. Che emozione allenarmi sotto la guida di uno dei più bravi allenatori, sul ring dove si era formato Tyson e preparati miti come Louis, Marciano, Patterson, La Motta, Robinson, Foreman e Frazier, il grande Alì e il mio idolo Miguel Cotto. Per non parlare dei manifesti che ricordavano riunioni con questi campioni. Quando tornai a casa, mi resi conto che stavo realizzando sul ring quello che il cervello mi consigliava”.
Così, arriva il momento che i sogni diventano realtà. Non altrimenti può chiamarsi quello realizzato da Daniele Scardina, che dai marciapiedi di Rozzano è salito alle luci del ring allestito al Superstudio Più in Via Tortona, dove venerdì, la Matchroome Boxing Italy dei Cherchi con l’emittente DAZN, che trasmette in diretta tutta la manifestazione, ha allestito la riunione di boxe più importante della stagione. Una clamorosa promozione conquistata da questo supermedio di 26 anni, nato pugilisticamente alla “Domino” di Milano, sotto la guida del maestro Pino Caputo, passato professionista nel settembre 2015, dopo una buona carriera in maglietta, vincitore del Torneo Guanto d’Oro 2013, chiamato in nazionale dal c.t. Lello Bergamasco con presenze importanti nelle Wolrd Series, dove riesce a battere il campione di Germania. Da professionista ha disputato 15 incontri, tutti vinti, 14 prima del limite. Da un paio d’anni risiede a Miami Beach in Florida, dove il fratello Giovanni conduce un ristorante e lo tiene sotto la sua protezione. Ha combattuto a S. Domingo dove nel 2017 ha conquistato il titolo WBA Federcaribe, in Florida e a Filadelfia. In Italia ha fatto quattro apparizioni, sempre nel milanese. Stavolta sarà il protagonista affrontando il finnico Kekalainen per la vacante cintura Internazionale IBF, traguardo importante per ulteriori conquiste.
Conosci l’avversario che affronterai venerdì e che farà il possibile per batterti?
“Ho visto alcuni filmati, pugile molto tecnico, boxe pulita ma non penso abbia qualità eccezionali. Il mio maestro mi darà le indicazioni giuste. Sono abituato a studiare sul ring i rivali. Il video non sempre rispecchia quello che trovi in diretta. Io rispetto tutti, ma salgo sul quadrato solo per vincere”.
I tatuaggi ricoprono buona parte del tuo corpo. Che significato hanno?
“In quei disegni c’è la storia della mia vita, i traguardi raggiunti e le tappe della mia crescita. Deciso ad aggiungerne altri, adesso che potrebbe arrivare la svolta tanto attesa”.
La riunione inizia alle 18.30 e comprende altri due incontri con cinture in palio. Welter: Maxim Prodan (15-0-1) c. Steve Jamoye (Bel. 25-6-2) Internazionale IBF vacante 10 t; Piuma: Vissia Trovato (Ita 12-1) c. Erika Hernandez (Mes. 9-1) Siver WBC vacante, 10 t. Sul ring anche, welter: Dario Morello (13) c. Ivan Njegac (Cro. 10-8); superwelter: Mirko Natalizi (3) c. Predag Cvetkovic (Ser. 5-16); supermedi: Marzio Franscella (Svi 6) c. Frane Radnic (Cro 11-11), superwelter: Samuel Nmomah (Nig. 9) c. Adam Cieslak (Ser); supermedi: Jamie Cox (Ing. 25-2) c. Geard Ajetovic (Ser. 31-20-1). I biglietti della manifestazione al Superstudio Più, via Tortona, 12 a Milano, sono in vendita su TicketOne.it. I prezzi (prevendita inclusa) sono 55 Euro per il bordo ring, 39 Euro per il parterre e 28 Euro per la platea. I biglietti sono in vendita anche alla Opi Gym in Corso di Porta Romana 116/A a Milano, telefono 02-89452029.

Di Alfredo