Lopopolo1MILANO, 26/04/2014 – Se ne è andato un altro pezzo di quella storica Olimpiade romana del 1960: Sandro Lopopolo, 74 anni, da tempo in lotta con la sua salute non ce l’ha fatta a causa di un infezione alle vie respiratorie. In quella Olimpiade il milanese conquistò un po’ a sorpresa la medaglia d’argento eliminando due tra i favoriti come l’americano Harry Campbell e l’argentino Abel Lauidonio. Era un po’ la sua specialità quella di sorprendere scompaginando pronostici che non lo vedevano favorito. Anche lui, come gli altri che parteciparono a quella Olimpiade, passò professionista nel 1961. Era un mancino e il suo sinistro quando partiva aveva la velocità della folgore, anche se difettava di potenza. La sua era una boxe razionale senza fronzoli. A Milano aveva un suo pubblico che apprezzava il suo stile, la sua scherma. Non era uno che selezionava i suoi avversari, al contrario accettò fin dall’inizio match pericolosi superando gente tosta come Boby Ros, Mario Pallavera, Nedo Stampi, Mohamed Ben Said, Franco Caruso e costrinse al pari Mario Vecchiatto conquistando il titolo italiano dei superleggeri contro Franco Caruso. Quando subito dopo gli fu proposto di affrontare il cubano Doug Vaillant, uomo di classifica mondiale non ci pensò due volte e accettò la sfida vincendo. Il pari con il funambolico argentino Valerio Nunez confermò che Sandro era uomo di classifica e andò a Madrid per affrontare Juan Sombrita Albornoz per l ‘europeo perdendo. Il pari con Caruso sembrò l’avviso di un momento non buono, ma nonostante questo Rino Tommasi convinse il venezuelano Carlos Hernandez per una difesa volontaria del mondiale superleggeri a Roma in quel periodo regno della boxe. Hernandez era un picchiatore formidabile e la scommessa era sul numero di rounds che Sandro avrebbe disputato. Non fu così perché il milanese vinse meritatamente ai punti in 15 riprese con l’apprezzamento del pubblico romano, abbastanza esigente in maniera pugilistica. Lopopolo accettò match senza titolo andando all’estero, ma fu sconfitto da Vicente Rivas e l’argentino Nicolino Locche, un fuoriclasse soprannominato l’Intoccabile. A Roma si ripresentò per difendere il titolo da un altro venezuelano, quel Vicente Rivas che in precedenza lo aveva superato. Lopopolo compì un altro capolavoro battendo prima del limite il suo avversario. Accettò poi la proposta di difendere il titolo in Giappone contro Takeshi Fuji, dove purtroppo fu sconfitto per ko. Ebbe l’opportunità di battersi anche per l’europeo con Roque e Zami, ma fu sconfitto in entrambe le occasioni. Ci provò tra i welter con Roger Menetrey, ma pur dall’alto della sua classe dovette ammainare bandiera al 13mo round. Si ritirò un anno dopo nel 1973 con 59 vittorie, 10 sconfitte e 7 pareggi.

La moglie e i figli Stefano, Vanessa e Nicoletta annunciano il funerale il giorno 29 Aprile 2014 ore 11,00 presso la chiesa cristiana evangelica “Gesù Vive” via Resegone 1 Baranzate di Bollate.

 

Di Alfredo