di Primiano Michele Schiavone
Parigi, Francia, 27 maggio 2016 – Nel Cirque d’Hiver della capitale francese il marsigliese Mehdi Amar è salito sul gradino più alto d’Europa con la conquista della vacante cintura EBU dei mediomassimi. Il salto di qualità del transalpino è arrivato dopo 12 riprese combattute con Sergey Demchenko, italiano naturalizzato di origine ucraina. Il verdetto pronunciato dalla terna giudicante è stato unanime per il pugile locale ma, come al solito, con qualche neo: un ampio ed ingiustificato 116-111, un meno espansivo 115-112 ed un contenuto 115-113.
I due pugili si conoscevano bene per essersi affrontati sulla stessa distanza, pure in Francia, nell’ottobre dell’anno passato, quando Amar aveva mantenuto la corona dell’Unione europea con decisione unanime, dopo un confronto meno equilibrato di quest’ultimo.
Nel frattempo Demchenko ha vinto il titolo UE lasciato vacante da Amar con una prestazione considerevole a spese del romano Mirco Ricci. La pronta disponibilità per il successivo impegno EBU ha imposto all’italo-ucraino una maggiore disciplina nell’allenamento, cosa che ha creato non pochi problemi al francese in questo retour match. Amar, infatti, fermo dall’esibizione dello scorso ottobre, ha palesato discontinuità di fronte alla migliore condizione di Demchenko.
Sia il francese che l’italiano hanno finito la prova stremati. I francesi hanno imputato il calo fisico del loro beniamino ai sette mesi s’inattività. Noi riteniamo, invece, che la carica di Demcheno sia stata diversa questa volta, al punto di sentirsi infervorato per una parte importante rispetto a tutte le altre avute in passato. Un campionato EBU non capita spesso, specialmente ad uno come lui che ha fatto il girovago pur di combattere, a volte con ingaggi dal preavviso limitato. Poi, combattere per il massimo alloro del vecchio continente a 36 anni, quando la maggior parte ha lasciato la boxe da alcune stagioni, è una gratifica in più ad una carriera realizzata fuori dagli schemi tutelati, seguita dappresso da organizzatori protettivi.
Vero è che se non avesse vinto il titolo dell’Unione europea e l’ex campione continentale Igor Michalkin non fosse finito nella rette del doping, la sfida EBU non si sarebbe avverata in così breve tempo. Comunque Demchenko, chiamato alla prova della verità non è arrivato alla rivincita con Amar con l’atteggiamento dimesso, anzi, ha tirato fuori tutto il suo cuore ed il coraggio dell’intrepido per tentare di cogliere fino alla fine quel frutto. Verdetto a parte la prova dell’italo-ucraino è stata degna del ruolo di co-sfidante, perché, a differenza del primo match, questa volta non ha presso tutti quei colpi né ha toccato il tappeto, seppure dovuto ad una scivolata, come ha recriminato allora.
Parte della stampa specializzata francese ha messo l’accento sulle indubbie qualità di Demchenko, asserendo come il risultato finale fosse stato – a differenza dei determinati giudici seduti a bordo ring – indeciso per gran parte del confronto.
La consacrazione di Amar, 34 anni il prossimo mese, gli ha portato sul palmares la vittoria numero 33 (16 prima del limite), sul quale si leggono 4 sconfitte e 2 risultati di parità. Il suo nome si trova ora insieme ai connazionali Cedric Vitu e Thomas Masson, pure campioni EBU, rispettivamente dei superwelter e mosca.
Demchenko torna in Italia con il record di 16 trionfi (12 anzitempo), 10 insuccessi ed 1 verdetto di parità.
Fonte www.sportenote.com
Il combattimento EBU è stato sorretto da 9 confronti.
Renald Garrido (17-13-1) ha vinto il vacante campionato francese dei pesi superleggeri per knockout tecnico di Chaquib Fadli (13-7-0), deciso dall’arbitro durante la quarta ripresa.
La francese Maiva Hamadouche (13-1-0) ha portato a casa la vacante cintura WBC Silver dei pesi leggeri dopo aver piegato in due riprese la colombiana Enis Pacheco (15-4-2), ex campionessa mondiale WBO dei pesi leggeri.
Tra i pesi medi Hassan N’Dam N’Jikam (33-2-0), camerunense stabilitosi in Francia, ha superato il polacco Robert Swierzbinski (16-6-1) per ferita nella seconda ripresa.
Nello stesso round è stata registrata la vittoria del francese Ahmed El Mousaoui (24-2-1) che ha messo fuori combattimento l’ucraino Viktor Plotnykov (34-4-0.
Alcune riprese in più sono servite al gallo francese Nordine Oubaali (10-0-0) contro il messicano Iran Diaz (11-2-2). Il match è stato fermato nel settimo tempo per knockout.
Nel confronto tra mediomassimi transalpini Hakim Zoulikha (23-8-0) ha sovrastato Gabriel Lecrosnier (19-38-4) sulle 8 riprese. Il risultato è stato unanime.
Nell’altra sfida tra francesi, nei leggeri, Marvin Petit (18-1-1) ha costretto i secondi di Dame Seck (10-13-2) a gettare la spugna nella settima frazione.
Il medio francese Bilel Jkitou (4-0-0) si è imposto in 6 riprese a Yuri Pompilio (8-13-2), portoghese con licenza spagnola
Nel terzo duello tra francesi, al limite dei supermedi, Louis Toutin (3-0-0) ha messo fuori combattimento Steven Crambert (4-3-0) nel terzo round.