Mario Alfano, 20 anni, è uno degli ultimi prodotti di quel vivaio fertile che è la Boxe Roma San Basilio sotto la guida di un inossidabile Carlo Maggi e di un impagabile Sergio Calì. E’ un peso piuma e ha un record di +16, =5 , – 6. Il ragazzo entrato in palestra nel 2008 ha bruciato le tappe, presentandosi illustre sconosciuto ai recenti Assoluti di Napoli. Era considerato un outsider e niente più, una partecipazione fatta per accumulare esperienza, ma soprattutto per combattere, perché nel Lazio cominciavano a scarseggiare gli avversari che accettavano di battersi con lui. Come è finita è storia recente: Alfano ha messo in fila i suoi avversari in maniera chiara e ha disputato la finale con Ciro Cipriano, dal quale è stato sconfitto più per esperienza e malizia che sul campo o sul ring che dir si voglia. Una gioia infinita, ma anche la raggiunta consapevolezza di essere ormai uomo di classifica.
Come hai cominciato?
“Io da ragazzo giocavo a pallone. Poi sono entrato in una palestra, perché conoscevo l’istruttore che abitava vicino a casa mia. Sono entrato per curiosità, quasi per gioco, facendo della prepugilistica, un’ attività amatoriale. Poi insieme con l’istruttore ho visto e capito che ero portato per la boxe e che potevo andare avanti”.
Ritieni utile l’attività amatoriale?
“Senz’altro. Io ritengo che almeno cinque o sei mesi di prepugilistica sono un’ottima cosa. Poi sta a te decidere e capire se è il momento di intraprendere la boxe vera”.
Che fai nella vita?
“Diciamo che il mio lavoro per ora è il pugilato. Mi alleno con assiduità tutti i giorni, spesso mattina e sera. Mi piacerebbe entrare in un Gruppo Sportivo come l’Esercito o le Fiamme Oro, anche se so che è difficile, per fare la boxe tutta la vita”.
A casa come l’hanno presa?
“All’inizio anche loro l’hanno preso come un gioco. Poi hanno visto che sono andato avanti fino ad arrivare secondo agli Assoluti e sono contenti. Fra poco c’è il Guanto d’Oro e mi sto allenando a tutta birra sotto la guida di Maggi e Calì. Vincerlo sarebbe un ulteriore passo in avanti”.
Tu segui il pugilato in generale, il tuo modo di combattere si rifà a qualcuno?
“Io seguo solo Daniele Petrucci. Non mi ispiro a nessuno, questo è il mio modo di combattere e varia a seconda delle situazioni”.
Hai qualche hobbies?
Non ho tempo per gli hobbies, perché mi alleno sempre”.
Hai incontrato qualcuno che ti ha messo in difficoltà?
“Devo dire la verità per ora no. Ho disputato un buon match nella finale Regionale con Vitturini”.
Alfano e Vitturini, entrambi della Boxe Roma San Basilio, si sono incontrati proprio per andare agli Assoluti. Il verdetto nell’occasione fu assegnato ad Alfano.
“Chiunque di noi avesse vinto, sarebbe stato un verdetto giusto. Potevano darlo tranquillamente anche a Vitturini”.
Dicono che secondo la logica avete reso di meno e che eravate condizionati…
“Noi conosciamo pregi e difetti uno dell’altro e abbiamo disputato un match più ragionato per non sbagliare. In palestra invece ci scambiamo colpi pesanti dall’inizio alla fine”.
Sei fidanzato?
“Si, lei mi segue sempre ed è la prima tifosa”.