di Giuliano Orlando
Tricolore superpiuma vacante a Grosseto. Nel capoluogo più meridionale della Toscana, torna sabato il pugilato tricolore. Organizzano la Società Grossetana Umberto Cavini e l’assessorato allo Sport di Grosseto. Protagonisti, il romano Michael Magnesi (11) di 23 anni e il siciliano di Vittoria, Francesco Invernizio (9-6-1) di 26 anni. Per Invernizio è la seconda sfida tricolore. Otto mesi addietro a Podernone fallì Pasquale Di Silvio (21-9-3) altro romano doc, più esperto, professionista dal 2007 con undici match titolato sempre nei leggeri e un esame europeo contro Emiliano Marsili, attuale campione WBC della Pace, nel 2014. Di fronte avrà l’imbattuto Michael Magnesi, che per l’occasione ha svolto la preparazione sotto la guida di Gianluca Branco, ancora pugile attivo, a 47 anni. Il non dimenticato ex campione d’Europa ed ex sfidante al mondiale, ha diversificato la preparazione allungando i tempi della preparazione, molte riprese sul ring con sparring diversi. Il ruolo lo stuzzica parecchio. “E’ una nuova esperienza, che potrebbe diventare quella del futuro. Al momento rappresenta una parentesi tra il prossimo impegno agonistico e la decisione finale quando dirò basta come pugile. Con Michael è stata una bella esperienza, avendo dovuto operare con un pugile molto partecipativo, con le caratteristiche del protagonista. Ha qualità che al momento sono ancora in divenire, vista la scarsa esperienza. Ha bisogno di combattere per farla, i margini di miglioramento esistono eccome. Ha grande temperamento che deve sfruttare al meglio, mettendo in risalto le qualità naturali, che sono il ritmo e la varietà dei colpi, il sincronismo tra gioco di gambe e l’azione offensiva. Un lavoro che non si impara i pochi mesi, ma lavorando duro in palestra. Le qualità le ha tutte. L’occasione di questa sfida è l’ideale per salire il primo scalino”. Magnesi è totalmente d’accordo. Di parere opposto e non poteva essere diverso, il suo antagonista. Francesco Invernizio, si è allenato a Modica nel ragusano, la cittadina dove si produce il cioccolato più pregiato al mondo, nell’estremo Sud della Sicilia.”Da sempre – ricorda – il mio problema è dividere i tempi del lavoro con quelli della preparazione in occasione dei match. Stavolta anche se con sacrificio mi sono preparato a lungo, quasi due mesi, per raggiungere il peso senza impazzire. Ogni sera da Vittoria a Modica (40 km.) e ritorno, ma almeno ho avuto allenatori e palestra con tutti gli attrezzi per arrivare all’incontro al meglio della forma. Tra l’altro con Michael ci siamo anche allenati fin dal tempo dei dilettanti. Siamo anche buoni amici e sicuramente lo resteremo anche dopo l’incontro. Sul ring sarà battaglia come è giusto sia. Dicono che lui sia favorito, la cosa mi lascia indifferente. Per fortuna non sono i pronostici che determinano il risultato, ma i giudici e se sarò stato io il migliore il titolo sarà mio”. Il programma dopo il prologo dilettantistico, prevede quattro incontri pro. Superwelter: Stefano Castellucci (29-7) c. Giuseppe Rauseo (2-50-3), due pugili non più verdi, il primo ha 36 anni, il secondo 33, anche se con ruoli diversi. L’abruzzese di Avezzano, pur avendo fallito tre volte l’aggancio all’UE, ha conquistato cinture internazionali e non ha mai fatto da collaudatore, al contrario di Rauseo, che già è stato battuto da Castellucci nel 2016, il suo ruolo è lo specifico di fare curriculum agli avversari. Lo fa con dignità, battendosi al limite delle sue capacità. Massimi: Angelo Rizzo (5) c. Andrea Pesce (5-5-3), altri due veterani d’età, anche se l’arco del professionismo è recente. Entrambi laziali, il primo di Civitavecchia ha 34 anni, debutto nel 2017, cinque vittorie su cinque match. Tre contro Christian Solito (1-13), di Latina, 30 anni compagno di allenamenti, affrontato la prima volta e battuto di misura. L’occasione della rivincita e del terzo match, entrambe lo volte vinte per ko. Stavolta Rizzo trova un altro romano, Andrea Pesce (5-5-3) 33 anni, un festival degli anziani. Tipo battagliero, dalla boxe imprevedibile. Infine il superwelter di casa Simone Giorgetti (1) che sarà esperienza con Zoltan Horvart (3-41-1) alla corte di Lauri, buono per tutti gli usi, ha affrontato tutti gli italiani dai welter ai medi. Perdendo con onore. Sul cartellone figurano le riprese del tricolore su Sportitalia. Quello dei superpiuma risulta un titolo ballerino assai. Dal 2012, quando Benoit Manno battè Angelo Ardito, sono cambiati la bellezza di cinque titolari, questo di Grosseto, sarà il sesto. L’ultimo della serie è stato l’altro romano Alessandro Micheli che il 28 febbraio 2017 a Frosinone si impone sull’esperto Daniele Limone ai punti. Dopo Manno che lascia il titolo, arriva Andrea Scarpa che il 27 luglio 2012, si sbarazza di Nicola Cipolletta a Castel Volturno nel casertano in casa dello sconfitto. Il foggiano lo difende a Santena in Piemonte battendo il valido Floriano Pagliara nel gennaio 2013 e comincia una specie di balletto, che comprende oltre a Pagliara e Ardito con Cipoletta che fa la parte dello sconfitto. Lo battono prima Pagliara che diventa campione nella sua Cecina il 13 luglio 2013. Dura solo tre mesi il regno, perché il corregionale, ma fiorentino Angelo Ardito, che supplisce alla scarsa eleganza della sua boxe con un temperamento di fuoco, capace di affaticare quasi tutti gli avversari. Compreso Pagliara, che non si interesserà più del titolo, ma tornerà a New York (Usa) dove risiede dal 2008 e conduce attività di pizzaiolo molto redditizia, alternando la passione della boxe, anche se il rintocco dell’età non si può ignorare. Il prossimo dicembre saranno 40 gli anni. Dopo la sconfitta con Ardito ha combattuto altre tre volte a New York: una vittoria a cavallo di due sconfitte. Perde da Josè Del Valle (2014) e batte Robertson (2015). Si ferma fino al 2018 e torna a febbraio, rischiando contro Jude Franklin (8, 7 ko), un negretto di Brooklyn dal sicuro talento, ha disputato i trials per Rio e passato professionista è una della speranza tra i superpiuma. Ha 23 anni, 15 meno di Pagliara che dura meno di dure riprese. A questo punto ci auguriamo che il toscano dica basta. Riprendiamo con Ardito campione nel 2014 vincitore di Cipolletta, abbonato alla sconfitta. Il toscano lascia il titolo. L’anno dopo lo vince Mario Pisanti, un passato in maglietta incorniciato da 4 titoli nazionali. Nei pro è solo il lontano parente. Offre boxe al limite delle regole, tenute, spinte e colpi irregolari. Batte Alessandro Balestri e Angelo Ardito, per split decision molto contestato, con ferite a gogo. Il 30 gennaio 2016 va a Londra per l’Intercontinental WBC contro il locale Martin Ward e dura 3 round, dopo tre conteggi. E l’ultimo match. Il 20 maggio 2016 il vacante titolo se lo aggiudica Mario Alfano, salernitano di nascita, romano adottivo, contro l’inossidabile Emiliano Emilio, dopo dieci round piacevoli. Lo difende in casa di Ardito a Siena il 5 novembre 2016. La spunta di misura Alfano, dopo una lotta dura ma corretta. Anche Alfano lascia la cintura a fine anno e per l’ennesima volta il tricolore è vacante. Del successivo campione abbiamo scritto all’inizio. Adesso è il momento del confronto tra Invernizio e Magnesi. Quanto durerà il neo campione? 

Di Alfredo