HarrisonDetroit, la città dell’industria automobilistica, sembra aver trovato l’erede di Thomas Hearns, che venne a vivere nella città del Michigan dall’età di 5 anni, e che fu il primo pugile a diventare campione del mondo di quattro categorie diverse: si chiama Tony Harrison (+ 18, 15 per ko), 23 anni, ed è dotato di notevole potenza, anche se tecnicamente è ancora un lontano parente del suo illustre predecessore, che per 10 anni fu il dominatore della boxe mondiale insieme a Ray Leonard e Marvin Hagler. La boxe non era uno sport sconosciuto in casa Harrison visto che il nonno materno era quell’ Henry Hank che negli anni 50-70 fu grande protagonista prima nei medi dove affrontò con alterna fortuna gente del calibro di Joe Giardello, Charley Cotton, Holly Mims, Ernie Buford, Willie Vaughn, George Benton, Rory Calhoun, Randy Sandy, Dick Tiger ecc. Anche tra i mediomassimi Hank raccolse belle soddisfazioni imponendo la sua potenza e affrontando gente del calibro di Jimmy Ellis, Mauro Mina, Sixto Rodriguez, Harold Johnson, Johnny Persol, Bob Foster e altri, parliamo dell’elite mondiale dell’epoca.

La curiosità è che il padre di Tony, ex pugile e allenatore, non aveva alcuna intenzione di portare il figlio in palestra, fu la madre a convincerlo. E non appena Alì Salaam (il padre) lo vide muoversi sul ring cambiò decisamente idea. Il record da dilettante non era dei più esaltanti (+ 75, – 12), ma era più che passabile considerando la sua giovane età. A curare la sua attività da professionista, iniziata dopo la prima metà del 2011, fu chiamato Emanuel Steward, uno dei più grandi manager, che aveva la sua ambizione personale di riportare la grande boxe a Detroit cercando l’erede di Tommy Hearns. Il giovane Tony rispondeva bene a entrambi i requisiti. Il 25 ottobre del 2012 Steward morì, ma il suo sogno riguardante Detroit sembrava aver trovato base solida con Harrison. In qualche occasione Tony ha combattuto con successo anche in Europa, in Germania e in Svizzera, facendo spesso da sparring a Gennady Golovkin.

Le sue ultime vittorie ottenute su Grady Brewer e Bronko McKart lo hanno imposto all’attenzione rivelando le sue ambizioni e calamitando su di se lo sguardo degli esperti. La vittoria su Brewer, ottenuta con estrema facilità in due round, ha fatto intravedere una boxe molto personale con un sinistro devastante. Non scordiamoci che Brewer si era battuto dando filo da torcere a gente come Demetrius Andrade, Erislandy Lara, Marco Antonio Rubio, Matt Korobov. Se occorreva una conferma, questa è arrivata subito quando recentemente ha annientato Bronko McKart, che nel lontano 1996 fu anche campione del mondo, in meno di un round dopo averlo atterrato tre volte. Una vittoria facile, giustificata anche dai 43 anni di McKart, che però nella sua lunga carriera non era stato mai sconfitto con questa facilità, una ragione che lo ha convinto ad andare in “pensione” dopo 22 anni di professionismo.

Tony Harrison ormai non è più uno sconosciuto…si comincia a parlare con più frequenza di lui, ma soprattutto di Detroit tornata in auge per organizzare grandi eventi. Il sogno di Emmanuel Steward forse diventerà realtà, una promessa che Harrison ha fatto al suo manager in punto di morte.

 

(Alfredo Bruno)

Di Alfredo