di Giuliano Orlando
Davide Buccioni è inarrestabile sulla piazza romana. Stavolta l’appuntamento è fissato per giovedì al Forum Sport Center, uno dei circoli più esclusivi di Roma, in Via Cornelia, 493. Boxe tricolore per l’occasione: prima difesa del campione italiano dei medi, il romano adottivo Khalil El Harraz (10-0-1), 25 anni, nato a Rimini, famiglia magrebina, contro lo sfidante volontario Riccardo Lecca (16-5-1), al secondo tentativo, il primo lo fallì nel 2013, battuto da Francesco Di Fiore. Sulla carta una difesa soft, visto che con tutta la buona volontà è difficile indicarlo come rivale pericoloso. A parte l’età, il pugile romano ha 40 anni, nella carriera iniziata nel 2010, non ci sono fiammate esclamative. Ha l’arma dell’esperienza e del coraggio, oltre alla consapevolezza che potrebbe essere l’ultima occasione. Motivazioni importanti, ma il campione è nettamente favorito. Anche se nel pugilato la vecchia regola che il risultato è acquisito solo quando il match è concluso è sempre valida. El Harraz, il titolo lo ha conquistato, sempre a Roma, il 24 marzo, battendo il guerriero pugliese Marco Boezio (6-4-1), dopo un match a due facce. Partenza a razzo di El Harraz che domina le prime cinque riprese, poi il recupero di Boezio, che si avvicina nel punteggio al rivale. Finale al cardiopalmo, con i due pugili che gettano sul ring tutte le residue energie. Due giudici premiano El Harraz, uno la pensa diversamente. Boezio, il 22 settembre scorso, sempre a Roma è stato protagonista di una battaglia feroce contro il romano Mirko Geografo (14-1-1) a sua volta alla prima difesa, dopo aver scalzato Domenico Spada (43-7). Anche in quell’occasione verdetto a maggioranza. Non è da escludere che il vincitore posso trovare il pugliese, quale primo avversario. Come ormai abitudine, nelle riunioni targate Davide Buccioni, la locandina lascia spazio ai giovani pro romani per la loro valorizzazione. Una scelta che sta premiando l’organizzazione BBT, e prosegue senza soluzione di continuità. Nel sottoclou c’è un altro derby romano, di fronte i supermedi Francesco Russo (5) e Matteo Guainella (5-0-2), entrambi imbattuti. Russo ha impressionato fin dal debutto per la potenza dei pugni. Al momento nessuno dei rivali ha udito il suono dell’ultimo gong. Neppure il quotato moldovo residente a Monselice in Veneto, Petru Chiochu (6-3), che pure aveva retto bene contro l’altro promettente Etinoza Oliha, ha conosciuto la prima sconfitta per KO. Guainella non è avversario da sottovalutare, ha buone basi, ma non l’esplosività del rivale. Altro ragazzo di casa da seguire, il superleggero Luca Papola (7-1-1), impostosi nell’ultimo Torneo Wbc-Fpi, impegnato da Giorgi Khupenia (Geo. 2-3-2), 27 anni, che alterna boxe e kick, visto dare del filo da torcere a giugno a Pietro Rossetti (4), che sarà sul ring anche stavolta e non avrà un compito facile, affrontando il welter Benito Ruggiero (7-2). pugliese di Andria, deciso a scompigliare le carte. I due restanti incontri non sono da meno. Francesco Lomasto (15-2), 28 anni, campano residente a Roma, ex tricolore superleggeri, pronto a battersi per una cintura internazionale, affronta l’esperto Mikheil Gabinashvili (6-15) altro georgiano della serie. Spazio per Damiano Falcinelli (10) in attesa combattere per il tricolore superwelter, avrà come test Bakari Jalagonia (Geo. 2-1-2), che il 31 maggio a Milano ha superato l’albanese Edmir Sinanaj, facendolo anche contare. Previsto a giusta ragione il tutto esaurito.
Al Palabellon Francisco Calvo di Barcellona in Spagna, sabato sera 27 luglio, si combatte per il vacante europeo dei superleggeri. La sfida riguarda il locale Sandor Martin (34-2), 25 anni, pro dal 2011 a 18 anni, al secondo tentativo, nettamente favorito contro l’italiano Andrea Scarpa (24-5), 32 anni, pure lui al secondo tentativo, con qualche differenza. Martin tentò la conquista in Svezia nel 2017 contro Anthony Yigit (24-1-1), russo-svedese, che l’anno dopo si battè per il mondiale IBF perdendo per ferita a New Orleans (Usa). Il 30 novembre 2018 a Firenze la OPI gli offre l’occasione contro l’inglese Joe Hughes (17-3-1), un brevilineo fatto su misura, per le qualità (inespresse) del foggiano. L’inglese ha fatto il minimo sindacale per battere un rivale abulico e inconcludente, mai in partita, semplicemente latitante sul piano agonistico. Anticipato dai sinistri di un rivale dalle braccia più corte. Una grande occasione fallita, una delusione enorme. Contrariamente a Firenze, Scarpa stavolta non è certo favorito. Si è preparato alla OPI di Milano, sotto la guida di Franco Cherchi che ha cercato di infondergli quel fuoco che latita nel pugile. Ad accompagnarlo nella capitale catalana anche Alex Cherchi che dice: “Non pretendiamo miracoli. Il pronostico è per lo spagnolo, quindi Scarpa non ha nulla da perdere. Gli chiediamo solo di disputare una prova d’orgoglio. Sarebbe già un successo. A dispetto di chi vorrebbe metterlo da parte, la OPI gli offre l’ennesima opportunità. Ci auguriamo che a 32 anni, capisca che potrebbe essere l’ultima occasione. L’Italia il titolo lo insegue dal 30 maggio 2015, quando l’elegante e potente Michele Di Rocco (41-3-1) lo difese per la quarta volta a spese del francese Alex Lepelley (finito KO all’8 round). Per poi lasciarlo vacante. Da allora, come già detto, l’unico ad averci provato e aver clamorosamente fallito è stato il foggiano di nascita, torinese di residenza Andrea Scarpa (24-5).”.