di Alfredo Bruno
Renato Costantini (+4, -2, =1), peso medio, è un giovane di 20 anni e proviene dall’omonima palestra (il nome dello zio a cui è dedicata) di Saxa Rubra. E’ giovane ma per certi versi è già personaggio e piacevolmente non è refrattario all’intervista.
Quali sono le tue origini nel mondo dei guantoni laziali?
“La mia prima grande passione è stata il motociclismo. Anzi per la verità ancora prima avevo fatto un po’ di Karate e Rugby. Il motociclismo comunque è stata la mia prima vera scelta. Ho iniziato per gioco in minimoto. Ho ottenuto i primi successi, poi aumentando di volta in volta la cilindrata continuavo a vincere, ma sono arrivati anche gli incidenti; tra l’altro ho subito fratture, emorragie interne, rimanendo una volta in trauma farmacologico. Mio padre (parliamo dell’allenatore Cesare) nel 1986 aprì questa palestra e in pratica io sono nato dentro la boxe, anche se ho iniziato all’Audace nel 2004, perché allora abitavo a Testaccio. A marzo del 2006 ho fatto il mio primo Torneo Regionale dove vinsi il primo match, ma persi il secondo con Simone Fiori, e rivedendo quel match se avessi usato più intelligenza forse il risultato sarebbe stato diverso. Non mi ero presentato al meglio anche perché mi dedicavo contemporaneamente al motociclismo. Non ero concentrato e non ero convinto di voler combattere, ma ho voluto provare lo stesso”.
Ti sei pentito?
“Assolutamente no, con il passare del tempo la boxe mi è piaciuta sempre di più. E’ uno sport che ti insegna parecchio, partecipa alla tua educazione, anche se questa spetta prevalentemente alla tua famiglia. Il pugilato va apprezzato per quello che è: un bellissimo sport e non lo usi come un’arma tra virgolette. Certo vorrei poter fare una preparazione più accurata. A causa degli incidenti con la moto non posso correre, ho problemi alla schiena e non posso fare la corda. Sono piccole cose, però nell’allenamento contano. Questo mi dispiace, ma io ho un carattere forte nel senso che impongo a me stesso di fare determinate cose anche se ho difficoltà a farle ”.
Cosa fai nella vita?
“Gestisco la palestra di mio padre da circa due anni e mezzo. La maggior parte dei guadagni li reinvesto nella palestra: E’ un lavoro che mi piace, in questo mi sento come un professionista che ha l’opportunità di rimanere nello sport”.
Tu hai fatto vari sport, quale di questi consiglieresti ad un giovane?
“Il pugilato in assoluto, perché si muove in un ambiente vero. Soprattutto non dipendi da nessuno. Nel rugby dipendi dalla squadra. Il karate l’ho praticato poco, quindi non lo posso giudicare. Nel motociclismo dipendi da tutto l’ambiente che ti circonda, dai soldi, dal mezzo, dalla giornata, dalla temperatura, dall’aria”.
Qual è il tuo campione preferito?
“Anche se adesso non sta rendendo molto e viene da alcune sconfitte a me piace Ricky Hatton soprattutto per il mordente e il cuore, combatte e affronta qualunque situazione, un po’ come è nel mio carattere. Ma nel pugilato questo non basta, ci vuole soprattutto la tecnica e l’intelligenza come ha dimostrato Floyd Mayweather quando ha battuto l’inglese, che pure fisicamente era molto più forte. Anche io in ogni match ci metto l’intelligenza per supplire al fatto di non stare fisicamente al 100% a causa degli incidenti in motociclismo”.
Con tutti i tuoi impegni riesci ad avere qualche hobbies?
“Mi piace molto il tatuaggio”.
Cosa rappresentano i tuoi tatuaggi?
“C’è il nome di mio padre. C’è quello che rappresenta la lotta del bene contro il male. Poi ci sono le scritte in latino come- sono un cittadino romano, nulla mi ferma, ricordati di osare sempre-. E’ una cosa che non pubblicizzo, ma le scritte rispecchiano il mio carattere”.
Sei fidanzato e, se si, cosa pensa la tua ragazza della boxe?
“La mia ragazza si chiama Jessica e siamo fidanzati da circa due anni e mezzo. Per la boxe non ci sono problemi perché è uno sport che le piace”.
Non avrai mica intenzione di passare professionista?
“Io vorrei farlo molto volentieri, anche perché la mia boxe è portata più al professionismo. Però sto ancora in ballo con il motociclismo, dove ho ancora delle richieste. Potrei fare tutti e due. Certo se i livelli cominciano a salire, dovrei prendere una decisione. Vediamo!”.