Jacopo Fazzino (+10, – 3, = 3), 20 anni, è un giovane che comincia ad attirare l’interesse degli esperti. Scattante sulle gambe, porta colpi pesanti anche se la sua boxe aggressiva qualche volta lo mette a rischio di richiamo. Ma a Casalbruciato il lavoro del tecnico Lucciarini, coadiuvato da D’Alessandro e da Moreal comincia a dare i suoi frutti e i risultati si sono visti con la vittoria al Torneo Regionale disputato a Ostia.
Come è stato l’approccio con la boxe?
“Inizialmente praticavo il judo partecipando a campionati regionali e nazionali. Ma dopo un po’ non avevo più stimoli. Ho visto che qualche mio amico faceva pugilato. Ho voluto provare anch’io e devo dire che all’inizio trovavo qualche difficoltà, ma ci ho messo buona volontà e mi ci sono dedicato. Ho cominciato ad andar bene e il mio esordio è avvenuto due anni fa con una società di La Rustica, poi sono passato con un’altra società dove allenava Marco Dell’Uomo, dal quale ho appreso molto. Infine sono arrivato alla Boxe Roma Casalbruciato”.
Che fai nella vita?
“Lavoro saltuariamente come muratore. Quando mi chiamano faccio lavori pesanti e devo dire che per me sono un buon allenamento”.
Hai qualche altra passione oltre la boxe?
“Diciamo che prima andavo a ballare, ma adesso col fatto che devo combattere ho ridotto molto dedicandomi di più all’allenamento, necessario per migliorare. Cerco quindi di avere una vita tranquilla con poche distrazioni”.
L’avversario più difficile?
“ Senz’altro Druida. Quando l’ho incontrato avevo sulle spalle una decina di match e lui ne aveva disputati una 60 con le arti marziali. E’ stato l’avversario più tosto, i suoi cazzotti li sentivo tutti”.
Cosa ti aspetti dal pugilato?
“Io ci voglio provare fino in fondo. Do anima e corpo. I match che ho disputato sono ancora pochi, mi manca poco per diventare I serie. Avrò le idee più chiare e soprattutto non vedo l’ora di togliermi il caschetto che obiettivamente un po’ di fastidio lo dà”.
Il tuo pugile preferito?
“Miguel Cotto perché è forte e determinato. Mi piace pure Mayweather, ma si si atteggia un po’. Cotto lo vedo sempre concentrato e poi fa anche male”.
Come ti trovi alla Casalbruciato?
“Mi sono subito ambientato. Siamo come una grande famiglia. Ho avuto immediatamente un grande feeling coi tecnici. Qui sento l’odore della fatica, è l’aria di palestra che mi piace. Con i compagni ho legato bene e ci frequentiamo anche fuori”.
(Al. Br.)