di Giuliano Orlando

Alla scoperta di un tesoro antico di 140 milioni di anni tra flora e fauna.   Helmut Lang e Roswitha Ortner – Alpi Giulie  53 passeggiate ed escursioni – Pag. 176 – Euro 15.00.  

Le Alpi Giulie, diventate note negli anni della Prima guerra mondiale, quale linea del fronte che divideva l’Austria-Ungheria e l’Italia, nascono nel Golfo di Genova e proseguono divaricandosi in varie catene montuose confondendosi con quelle Dinariche per una lunghezza che supera i 1200 km. allungandosi fino in Slovenia. Gli autori ne hanno illustrato la potenzialità escursionistica tra parchi e una vegetazione ricchissima con flora e fauna tra le più diversificate. I 53 itinerari descrivono sentieri e percorsi nella maggior parte segnalati e facili da seguire. Tra questi si raccomandano i dieci definiti Top, che conducono alle cime più alte. Si va dal Monte Tricorno (Triglav in sloveno) a quota 2864 la cima più alta delle Giulie, al Monte Cimone (2379 m.) partendo da Tarvisio, verso l’Altopiano del Montasio, con fermata alla Malga omonima, per rifornirsi d’acqua e acquistare formaggi. Possibilità di sosta e pernottamento al Bivacco del Torso, l’ultima parte della salita lungo la Forca de la Viene a quota 2073, fino all’ultimo balzo verso la cima del Cimone, da cui si gode un panorama incredibile, oltre alla presenza di numerosi stambecchi. Nelle giornate serene lo sguardo arriva al gruppo del Canin, gli Alti Tauri e le Alpi Carniche. Due itinerari agli antipodi, nel mezzo di scelte a non finire. Il Monte Nebria (1207) partendo da Valbruna è di facile accesso. Pure il Canin (2587) è alla portata, grazie alla telecabina che conduce verso la cima di un paesaggio carsico, aspro e arido, nella Valle dell’Isonzo, che fu teatro di battaglie epiche, oggi solo un ricordo. Le cime di questo tratto sono numerose e tutte raggiungibili con la dovuta prudenza, anche se bene segnalate. Parliamo del Monte Sart (2324), del Jof di Miezegnot (2078), del monte Piper (2069) e il libro spiega molto bene come raggiungerli.  Ci sono le cascate di Martuljek, partendo da Kranjska Gora, stazione sciistica molto nota, per ammirare le meravigliose pareti di numerose cime e quindi le cascate, il tutto sul territorio sloveno. Altra tappa divertente nella gola del Vinigar, trovando il torrente Radovna, corso d’acqua spumeggiante lungo un percorso variegato tra rocce e corsi sotterranei fino alla cascata Sum, sopra un rilievo roccioso. Più imponente e anche impegnativo raggiungere lo Stenar (2501) che sovrasta la Valle Vrata, la cima presenta sul fianco orientale una ripida formazione rocciosa di 1500 metri. Dalla vetta si offrono alla vista i monti e le Valli Giulie e anche oltre. In auto si giunge a Bovec a quota 460, per visitare le valli  della Bavsica e Bala, attraverso il Passo del Predil, uno degli angoli meno noti delle Giulie. Poche case abitate, sfruttate solo da pochi contadini, ma di grande bellezza. Gli ampi prati,  vengono sorvolati da stupende farfalle, attirate dalla grande varietà di fiori.  Chi vuole può cimentarsi a salire sul Monte Prevala (1560 m.), mentre i più tenaci possono arrivare a Sella Cez Brezice (1980) e i più esperti addirittura sullo Plesivec, (2184) la vetta più occidentale. Il libro rappresenta la più esauriente guida delle Alpi Giulie.

Di Alfredo